«No al dio denaro»

«No al dio denaro» «No al dio denaro» «Igiovani hanno altri valori » LA SCRITTRICE «BANANA» YOSHIMOTO TOKYO DAL NOSTRO INVIATO «Lo sa perché i giapponesi viaggiano molto? Per togliersi di dosso il senso di stanchezza. Qui ci si stanca sempre, non so nemmeno io il motivo...». Sussurra appena, gli occhi bassi, un modo semplice di dire cose terribili sul Paese che ama di più. Mahoko «Banana» Yoshimoto, 34 anni, scrittice di culto in Occidente, qualcosa di più in Giappone, dove ha venduto più di dieci milioni di copie e migliaia di giovani, soprattutto ragazze, le inviano, settimana dopo settimana, confidenze su amori, sogni e paure di una stagione terribile. E i «suoi» ragazzi sfilano a migliaia nello shopping del sabato qui ad Ebisu, una sorta di modernissimo Beaubourg, attraversato da chilometri e chilometri di scale mobili, forse l'ultima creatura degli anni ruggenti, quando la «bubble economy» sembrava non avere fine. E invece... Come vivono i giovani la crisi? «Cerchiamo tutti, me compresa, di far finta che non ci sia. Ma è qualcosa che si tocca, che sentiamo nell'aria». Ma c'è o no la caduta dei consumi? «Tra i giovani no, non credo. Magari si rinviano le spese grosse, ma per quanto riguarda i consumi piccoli, nessuno intende tagliare le spese. Certo, qualcosa è cambiato. E' più difficile trovare lavoro, e diventa più difficile assolvere bene ai propri compiti. Mi arrivano lettere di ragazze angosciate: lavorano al reparto gioielleria, oppure nell'alta moda presso i grandi magazzini. Vendono di meno e questo genera incertezza verso il futuro, paura, traumi psicologici». E lei cosa risponde? «lo ho scelto di occuparmi soprattutto della sa- Iute dei sensi dei giovani giapponesi. E' molto in un Paese che ha concesso molto, troppo al denaro. Fin da bambini i giapponesi di oggi hanno visto i genitori fare del denaro il loro Dio. Certo, i soldi sono importanti, almeno per non avere bisogno di pensare ai soldi. Ma da noi è ormai entrato nella testa della gente che successo economico e felicità siano la stessa cosa». Non è un'esclusiva giapponese, miss Yoshimoto. E l'Occidente, inoltre, vi chiede di consumare di più... «Io non c niente di economia, per carità. Ma non mi sembra che i giapponesi consumino poco. Faccia un giro a Shibuya ri Shinjuku e vedrà la gente, giovani in testa, in fila alle casse dei grandi magazzini. No, ci vuole qualcos'altro. E io credo che ormai il cambiamento sia cominciato. Voglio essere otti¬ mista». E che segnali di ottimismo vede? «Leggo le lettere che mi arrivanno, un po' da tutto il Giappone. I ragazzi, soprattutto i più giovani, cominciano a chiedersi se la vita si esaurisca in una buona scuola, in un buon posto di lavoro. Certo, sono cose molto importanti, ma che senso ha porsi prima questi problemi e dopo, solo dopo, pensare a sé stessi? Adesso'si cerca di mettere assieme un po' tutte le cose, amore, lavoro, voglia di vivere». Un Giappone un po' meno diverso dagli altri, insomma... «Diciamo che vogliamo scegliere anche noi, senza essere condannati a un percorso obbligato. Prendiamo il problema della casa: è un delitto che un buon lavoratore, dati i prezzi folli, non possa sognarsi la propria casa. Ma è ancor più grave che abbiamo accettato questa situazione, senza reagire. E non crediate che ai giapponesi, uomini o donne, piaccia far 4 ore di treno al giorno. Vi fanno ridere quegli omini che giocano a golf sul tetto o davanti a casa? Anche a noi piace il verde, ma che senso ha fare 5 ore di treno per una partita? Domani, chissà, uno potrà concedersi un week-end per giocare...». E non lavorare più 60 ore la settimana. O no? «L'importante è che uno possa scegliere. E, da quel che mi scrivono, sono tanti i ragazzi che rivendicano quest'ideale, al di là della scuola. La tendenza è questa, l'importante è non finire vittime del gamàn». Che cos'è il gamàn? «E' il senso della resistenza, la misura della capacità di sopportare per un obiettivo. Fare gamàn 2030 anni fa aveva senso, perché si trattava di guadagnare un nuovo benessere. Adesso si fa gamàn ma si rischia di non andare da nessuna parte. Intanto cresce lo stress. Questo è davvero un posto dove vivere stanca ». Iu. b.] «Molti mi scrivono per chiedermi se la vita si esaurisca in una buona scuola e in un buon lavoro. In giro ci sono troppo stress e stanchezza» Mahoko «Banana» Yoshimoto

Persone citate: Mahoko, Yoshimoto

Luoghi citati: Ebisu, Giappone