Ispezioni Onu «sospese» da Baghdad

Ispezioni Onu «sospese» da Baghdad Il Parlamento Ispezioni Onu «sospese» da Baghdad BAGHDAD. Bloccare ogni cooperazione con l'Onu circa le ispezioni sui presunti arsenali iracheni di armi per la distruzione di massa a meno che il Consiglio di Sicurezza non annulli la risoluzione 1194 con cui mercoledì scorso ha sospeso il consueto riesame bimestrale delle sanzioni economiche imposte all'Iraq. E' quanto è scaturito ieri dall'Assemblea nazionale (il parlamento iracheno) i cui 250 membri - riuniti in sessione straordinaria - hanno votato all'unanimità una mozione nella quale, in pratica, si invita il governo di Baghdad a porsi di nuovo in rotta di collisione con l'Onu che, dopo l'invasione irachena del Kuwait (agosto 1990), impose l'embargo sul Paese. Ma, come hanno rilevato fonti diplomatiche occidentali a Baghdad, c'è ancora uno spiraglio aperto per disinnescare una pur sempre imminente crisi. Nel suggerimento, infatti, non è implicita la richiesta di una «immediata» fine della cooperazione di Baghdad con gli ispettori dell'Unscom, la speciale commissione Onu incaricata dell'eliminazione delle armi non convenzionali irachene. Ciò che è invece esplicito è la condanna nei confronti di Usa e Gran Bretagna ritenuti «responsabili» di pressioni sull'Onu per far approvare la risoluzione numero 1194. Questa, secondo i deputati iracheni, è tesa a «punire» l'Iraq per la decisione (presa il 5 agosto scorso) di bloccare le attività degli ispettori dell'Unscom ribadendo così analoghe raccomandazioni già espresse dal Parlamento a ottobre e a novembre. Il giorno prima, Richard Butler, il capo dell'Unscom, aveva lasciato Baghdad 24 ore in anticipo per la totale mancanza di progressi nei colloqui con il vice premier Aziz. [Ansa]

Persone citate: Aziz, Richard Butler