II ranista pentito dell'Alabama

II ranista pentito dell'Alabama L'ex governatore, 79 anni, da 26 era paralizzato in seguito a un attentato II ranista pentito dell'Alabama Morto George Wallace, bandiera della segregazione WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Di George Wallace ricorderemo soprattutto il ghigno del razzista, del focoso demagogo che fece della segregazione tra bianchi e neri la sua bandiera politica negli Anni Sessanta e Settanta. Ma quando è morto domenica all'età di 79 anni l'ex governatore dell'Alabama era ormai un uomo rotto, pentito, con un'unica speranza: non passare alla storia come il simbolo della peggior faccia dell'America. Figlio di un agricoltore e di un'impiegata statale, George Corley Wallace crebbe in uno degli stati più segregazionisti d'America. Tanto che nel 1958, quando si candidò per la prima volta alla poltrona di governatore dell'Alabama, fu sconfitto perché il suo razzismo era considerato troppo moderato. Si ripresentò 5 anni dopo con un grido di battaglia molto più incendiario - «segregazione per sempre» - e vinse alla grande. Il suo estremismo, il suo rifiuto ad attuare le leggi anti-segregazione approvate a Washington lo portarono a scontrarsi prima con il Presidente Eisenhower e poi con il Presidente Kennedy. Ma Wallace, galvanizzato da questi contrasti, portò la sua battaglia a livello nazionale, candidandosi alla Casa Bianca nel 1964, nel 1968 e di nuovo nel 1972. Durante quell'ultima campagna elettorale, mentre si lavorava le folle del Maryland, fu colpito cinque volte da un ragazzo, Arthur Bremer, che gli sparò da pochi passi. Uno dei proiettili strisciò contro la sua spina dorsale e Wallace rimase paralizzato. L'attentato incrementò brevemente la sua popolarità - il giorno dopo vinse le primarie nel Maryland - ina in realtà segnò l'inizio del suo declino. E della sua progressiva trasformazione. Nel 1976 Wallace perse la sua ultima campagna presidenziale lottando contro un altro «figlio del Sud», il coltivatore di noccioline Jimmy Carter, che ieri ha commentato così la morte del suo vecchio rivale: «Ricordo soprattutto il suo grande coraggio nell'aff rontare il suo handicap e le sue malattie, la sua capacità di mettere in discussione se stesso e di cambiare vecchie opinioni profondamente radicate. E con il suo desiderio di far pace con coloro cui aveva fatto un torto». Fu eletto governatore dell'Alabama per l'ultima volta nel 1982, e il suo messaggio era cambiato profondamente: «Una nazione che dimentica i suoi poveri perde la sua anima», disse ai suoi elettori, cercando di redimere il suo passato. Ma a detta degli storici era troppo tardi. Stephan Lesher, il suo biografo, pensa anche lui che Wallace dovrebbe essere ricordato non solo per il suo razzismo. «Ma la verità è che purtroppo non riuscirà mai a togliersi di dosso quella macchia». la. d. r.]

Persone citate: Arthur Bremer, Eisenhower, George Corley Wallace, George Wallace, Jimmy Carter, Kennedy, Stephan Lesher

Luoghi citati: Alabama, America, Maryland, Washington