Torna Clinton, il grande Presidente

Torna Clinton, il grande Presidente Dal salotto buono della politica di New York sprona il mondo ad affrontare la crisi globale Torna Clinton, il grande Presidente Mentre spunta un malizioso video con un 'altra stagista WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Bill Clinton smette i panni del pentito, toma a indossare quelli del Presidente e affronta - con successo - la sua prima, difficile trasferta dopo la diffusione in tutto il pianeta dell'umiliante Rapporto Starr sui giochi erotici alla Casa Bianca. La cornice scelta per il suo rientro è stato il Council on foreign relations a New York, il salotto buono della politica e dell'economia. E lì, spronato dai sondaggi sempre più incoraggianti, ha cercato di riprendere il manto della leadership mondiale affrontando finalmente in prima persona «la più grande sfida finanziaria di quest'ultimo mezzo secolo». Ha chiesto ai Paesi più industrializzati di rilanciare la crescita abbassando i tassi d'interesse. Ha esortato il nuovo premier russo Evgheni Primakov a non abbandonare la via delle riforme. E' tornato a premere sul Giappone affinché non sprechi altro tempo nel riformare la propria economia. Ed ha annunciato che il Fondo monetario deve prepararsi ad usare il suo fondo d'emergenza ( 15 miliardi di dollari) per far fronte alla crisi intemazionale. 11 pericolo maggiore oggi non è più l'inflazione ma una recessione globale accompagnata da una deflazione, ha detto il Presidente. Che ha incaricato il segretario al Tesoro Robert Rubin e il presidente della Federai Reserve Alan Greenspan di convocare entro trenta giorni un Gran consulto per concertare le flaisure.di.sal7, vataggio. «Insieme - ha detto - dobbiamo riscattare la promessa dell'economia globale». I mercati hanno reagito con entusiasmo al «ritorno» di Clinton sulla plancia di comando. A Wall Street l'indice Dow Jones, che aveva cominciato la giornata su una nota positiva, è balzato in avanti mentre il Presidente faceva il suo discorso al Council on foreign relations, guadagnando oltre duecento punti. L'ottimismo che si respira a Wall Street riflette anche l'andamento dei sondaggi: a tre giorni dalla diffusione di un documento che secondo molti avrebbe dovuto polverizzare questa presidenza, il sostegno della popolazione a Chnton non solo tiene ma sembra addirittura rafforzarsi. Come se la nausea montante per i dettagli salaci della vicenda Lewinsky si stia riversando sul procuratore Starr (e in una certa misura Alcunestuden sui media, accusati di sguazzare in una vicenda che la gente vuole dimenticare) anziché sul Presidente. L'ultima novità è un video del 1993 mandato in onda dalla rete televisiva Fox (Rupert Murdoch). Si vede il Presidente in maglietta e calzoncini circondato da un grappo di ragazzi reduci da una mini maratona. Una ragazza si avvicina a Clinton e gli asciuga il sudore sulla fronte con la mano. Poi i due si appartano nello studiolo reso celebre dalla vicenda Lewinsky. La Fox si è chiesta se questa fosse la fantomatica Monica Due di cui si è vociferato per settimane. Il portavoce della Casa Bianca P.J. Crawley ha risposto: «Per quel che ne so è una vecchia amica di famiglia che aveva sete e aveva chiesto un bicchier d'acqua». Materiale di questo genere continuerà a comparire. Tanto più che la commissione Giustizia deve ancora consegnare al pubblico i contenuti di altre 17 scatole di materiale messo insieme dal procuratore Starr. Ma l'opinione pubblica non sembra curarsene più di tanto. L'ultima rilevazione diffusa dalla Cnn indicava ieri che il 70 per cento degli americani vuole che Clinton rimanga alla Casa Bianca. Solo il 29 per cento vuole l'impeachment, cioè la messa sotto accusa da parte del Congresso. E una percentuale che oscilla tra il 60 e il 64 per cento continua ad approvare l'operato del Presidente. Una mozione di censura da parte del Congresso è la soluzione preferita dagli americani (i sondaggi variano dal 30 al 60 per cento). Ed è anche la soluzione appoggiata dalla Casa Bianca. Ma alla Camera dei rappresentanti, dove la commissione Giustizia dovrà decidere nei prossimi giorni se procedere con un'inchiesta formale sulla vicenda Lewinsky, sia i democratici che i repubblicani insistono che è ancora prematuro parlare di mozione di censura. «Purtroppo questa è una vicenda che andrà per le lunghe», dice il deputato John Conyers, leader dei democratici sulla commissione Giustizia. E questo nonostante una percentuale crescente degli americani - il 42 per cento secondo il Los Angeles Times - vorrebbe chiudere la vicenda subito, senza nemmeno una sanzione da parte del Congresso. Andrea di Robilant «Entro trenta giorni un consulto globale per uscire dalla crisi» «Bisogna rilanciare la crescita abbassando i tassi d'interesse» Alcune sequenze del filmato «incriminato» del 1993 con Clinton e un gruppo di studenti reduci da una maratona. Quindi il presidente si apparta con una delle ragazze

Luoghi citati: Giappone, New York, Washington