«Una Maastricht per il lavoro» di Antonella Rampino

«Una Maastricht per il lavoro» Faccia a faccia tra sindacato e industriali dopo l'appello di Scalfaro. Bassolino: sì a misure eccezionali «Una Maastricht per il lavoro» Cofferati: soldi pubblici per creare occupazione bologna DAL NOSTRO INVIATO I giovani non possono aspettare.-Por il lavoro, per la disoccupazione nel Mezzogiorno, occorrono interventi straordinari, come si è l'atto con la rottamazione delle auto, aveva detto ieri il Capo dello Stato. Ma cosa può essere una «rottamazione per il lavoro», un provvedimento che sia capace di rimettere in moto il mercato del lavoro, come quello dell'industria? Un'idea chiara ce l'ha Antonio Bassolino, il sindaco di Napoli: «Si tratta di inventare misure nuove, del resto lo aveva detto anche Romano Prodi a Bari. Si può, per esempio, permettere la decontribuzione assoluta per tutti i giovani appena assunti, e con questo intendo una decontribuzione totale per i primi tre anni, e poi a scalare negli anni successivi all'assunzione». Bassolino è a Bologna per partecipare con il leader della Cgil Sergio Cofferati e il vicepresidente di Confindustria Carlo Callieri a un dibattito dal titolo che è ormai già antico, «Quale politica per il governo dell'Ulivo dopo l'Euro». E dice subito, ai giornalisti che gli spianano 1 microfoni sotto il naso, che «ci vuole un nuovo patto di Maastricht per il lavoro, bisogna che attorno ai problemi del Mezzogiorno si realizzi la stessa tensione, gli stessi sforzi che ci hanno portato in Europa, sconfiggendo l'inflazione». Anche in questo, la rottamazione è servita: perché essa, trainando fortemente l'industria automobilistica e il suo indotto, ha permesso al Paese di raggiungere l'indice di incremento della produzione industriale che i parametri di Maa- stricht in qualche modo richiedevano. Ma tradurre in pratica l'appello del Colle non è facile. «Scalfaro chiede che la domanda di lavoro venga rilanciata, ma non mi permetto di interpretare le sue parole», dice Callieri. E aggiunge, però, che per la Confìndustria alla società italiana va iniettato dinamismo, «riducendo il ruolo dello Stato attraverso il decentramento e la sussidiarietà, e abbassando il livello della pressione fiscale». E' Sergio Cofferati a ricordare che «quando si parla di dinamiche del costo del lavoro, si dimentica che l'Irap ha già di fatto provocato il calo di due punti e mezzo del costo del lavoro», e che dunque il primo intervento da prevedere «è su tutti gli oneri impropri che gravano sul lavoro». Cofferati parla sapendo che si dovrà aprire il confronto sulla prossima Finanziaria, confronto che il governo dovrà tenere con im- prenditori e sindacati. 11 Presidente della Repubblica, è il ragionamento del leader della Cgil, ha indicato la necessità di dare risposte nel breve periodo a un problema grave, che preoccupa le famiglie. L'occasione è evidentemente quella della prossima Finanziaria: «Ma bisogna aspettare, e discu¬ tere quali contenuti essa dovrà avere. Per parte nostra, auspichiamo incentivi per il lavoro, da usare con coerenza, da unificare con qelli già operanti oggi, e con quello che la normativa comunitaria prevede», dice Cofferati Tra questi, non è escluso il ricorso alla spesa pubblica, «perché quello che vale è il principio di utilizzare risorse pubbliche per creare nuove occasioni di lavoro». Sia il sindacato che gli imprenditori sono moderatamente, e non senza ironia, preoccupati per la situazione politica. Carlo Callieri dice che la stabilità in sè non è un valore, «che va coniugata con il dinamismo. Invece la situazione italiana è una palude abitata da rane, alligatori, serpenti velenosi». C'è sempre qualcosa che blocca il Paese, è il ragionamento dell'esponente di Confindustria: «Prima sarà il fattore K, poi la B di Bossi e quella di Bertinotti. Berlusconi? No, Berlusconi alla G come giustizia». Cofferati ricoire invece all'immagine delle matrioske, le bambole russe: «Perché per arrivare al nocciolo dei problemi in Italia bisogna sempre aprire un guscio dopo l'altro». Sia Cofferati che Callieri rimandano a Prodi il problema Bertinotti. Antonella Rampino Callieri (Confìndustria) «La stabilità non basta Dev'essere coniugata con il dinamismo L'Italia, invece, è una palude piena di rane alligatori e serpenti» Il segretario Cgil Sergio Cofferati II vice presidente della Confìndustria Carlo Callieri

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