Sì dei neogollisti a Fini, «ma non ora» di Aldo Cazzullo

Sì dei neogollisti a Fini, «ma non ora» Pierre Lellouche: l'Unione per l'Europa ha in progetto di allargarsi anche nei Paesi dell'Est Sì dei neogollisti a Fini, «ma non ora» «Non si può tenere al bando chi rompe con Vestrema destra» PARIGI DAL NOSTRO INVIATO «Al momento non è in discussione l'ingresso di Alleanza nazionale nel gruppo dell'Unione per l'Europa (Upe) al Parlamento di Strasburgo; è in discussione il futuro stesso del gruppo, o meglio dell'Unione democratica (Ude), allargata all'Est, che raggnippa quaranta partiti della destra europea e di cui l'Upe rappresenta l'emanazione parlamentare. Le divergenze, di cui si è parlato in Italia, sulla valutazione del nuovo corso di An tra il presidente del mio partito, Philippe Séguin, e il presidente della Repubblica Jacques Chirac non mi risultano. La mia valutazione è che non si può tenere eternamente al bando chi rompe con l'estrema destra e raggiunge le nostre posizioni. Ovviamente c'è una procedura da seguire, che richiede l'unanimità dei membri dell'Unione, e quindi tempi non immediati». Pierre Lellouche, lei è deputato di Parigi e segretario nazionale incaricato delle relazioni con l'estero del neogollista Rpr (Rassemblement pour la République). Alcuni quotidiani italiani hanno scritto di una divergenza di vedute tra il presidente del suo partito Séguin e il fondatore Chirac sull'ingresso di Alleanza nazionale nell'Upe. Conferma o smentisce? «No, non mi risulta una divergenza su questo tema. Anche perché stiamo elaborando un progetto che andrà al di là dell'Ude e dell'Upe: federare le destre europee, trovare un punto d'incontro tra le due tradizioni e le due storie dei moderati: quella della destra gollista e liberalconservatrice e quella del centro-destra democristiano. La nostra divisione ha consegnato ai socialisti la maggioranza all'europarlamento. Abbiamo sottoscritto un documento comume a Strasburgo, il 25 aprile scorso, che va nella giusta direzione. Il progetto è frenato dalla diversa visione della costruzione europea: i popolari la vedono in chiave federa- lista, mentre Jacques Chirac il 26 agosto scorso ha ribadito alla conferenza degli ambasciatori all'Eliseo che all'orizzonte non ci sono gh "Stati Uniti d'Europa", bensì l'"Europa degli Stati". Ma siri fondamenti, a cominciare dal trattato di Amsterdam, le destre europee hanno una posizione comune». Quali sono le prospettive per l'ingresso di Alleanza nazionale neU'Upe? ((Abbiamo seguito con grande attenzione l'evoluzione del partito di Gianfranco Fini. Tanto più che l'altro leader della destra italiana, Silvio Berlusconi, ha abbandonato il nostro gruppo per tentare di raggiungere i popolari, scatenando una bagarre nelle loro file. Non voglio entrare nel merito delle questioni altrui; diciamo che con noi non ha tenuto un comportamento elegante. Ora la prospettiva è che venga a raff¬ orzare il nostro gruppo un partito come An che rappresenta oltre il 15% dogli elettori italiani». E che, dopo la rottura con il Front National di Le Pen, non fa mistero di sentirsi vicino all'Rpr. Una stima ricambiata? «La mia valutazione personale è questa: chi ha rotto con l'estrema destra non deve ricevere ostracismi, ma incoraggiamenti. E Fini ha rotto con il fascismo italiano e con il suo Nello foto a sinistra il presi-lente della Repubblica francese Jacques Chirac Qui accanto il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini equivalente francese. Constato che la sua linea sulla politica estera e interna è ormai vicina a quella del centro-destra europeo. Come potremo condannare gli estremisti, se non accogliamo coloro che li abbandonano? Ovviamente i negoziati europei hanno i loro tempi e le loro forme, e richiedono un consenso vasto; ogni membro dell'Udo, ad esempio, ha diritto di veto sull'ingresso di nuovi componenti». Quindi non è la frattura, che si delinea in seno alla destra gollista e Liberale francese sull'opportunità di un'apertura al Front National, a complicare le relazioni internazionali dell'Rpr. «In Francia il discorso e diverso: l'estrema destra consiste di un nocciolo duro, rafforzato da molti delusi dalla destra classica. 11 nostro obiettivo è restituire la fiducia a questi ultimi. Dei dirigenti politici ci importa ben poco; dei francesi, molto». Aldo Cazzullo «Berlusconi con noi non è stato molto elegante quando ci ha lasciati per i popolari»

Luoghi citati: Amsterdam, Europa, Francia, Italia, Parigi, Stati Uniti D'europa, Strasburgo