Mattarella: un tentativo che dobbiamo fare subito

Mattarella: un tentativo che dobbiamo fare subito Mattarella: un tentativo che dobbiamo fare subito L'ENTUSIASMO DEI POPOLARI UN segnale importante. Un appello al governo perché faccia qualcosa di concreto per l'occupazione, ma soprattutto al Polo perché interrompa l'intransigenza sulle riforme. Sergio Mattarella, l'uomo che ha dato il nome alla legge elettorale, condivide al cento per cento la lunga esternazione di Scalfaro. Senza neppure le piccole riserve del sottosegretario dei popolari Enrico Letta, che aveva fatto notare come un Presidente eletto dal popolo serva a poco se prima non i i poteri del Capo dello Stato restano uguali a quelli di oggi. «Gli ultimi vent'aniù hanno dimostrato che i poteri sono già abbastanza ampi così», spiega. Onorevole Mattarella, dalle parti del Polo c'è chi è scettico sulla diagnosi dei «piccoli passi». Sicuro che le riforme siano fallite soltanto per ingordigia? «Guardi che anche Scalfaro ha detto che il fallimento ha anche altre motivazioni. Ma è indubbio che questo fattore abbia inciso. D'altra parte - mi permetta un po' di ricordi - l'Ulivo all'inizio della legislatura aveva sostenuto l'idea di realizzare le riforme attraverso tanti progetti separati, seguendo le procedure dell'articolo 138 della Costituzione. E' stato il Polo a imporre tre condizioni: la Bicamerale, che è quanto più si avvicinava alla costituente, il testo unico da votare nella sua complessità e i tempi stretti...». A proposito di Bicamerale, il suo segretario Marini dice che sarebbe disposto a riaprirla. E lei? «Anch'io, certo. Se solo fosse possibile». Pessimista, onorevole? «Diciamo che gh atteggiamenti del Polo sono scoraggianti. Ormai, a furia di inseguire i sondaggi, non lamio altro che cercare il muro contro muro». Che c'entrano i sondagggi, scusi? «Qualcuno sostiene che i consensi del Polo crescono quando l'opposizione va allo scontro diretto con la maggioranza». Quindi secondo lei l'opposizione boicotterebbe le riforme per guadagnare voti? «Sì. Anche se io credo che alla fine il gioco sarà controproducente: nei sistemi bipolari vince chi conquista il centro. E gli elettori di centro sono moderati per definizione, non corrono dietro a chi cerca la lite a tutti i costi». E lo scoglio della giustizia? «Scalfaro ha detto bene: la giustizia si può cambiare con le leggi ordinarie, se c'è disponibilità al confronto. Non è un problema di strumenti, ma di volontà». Controproducente o no, il Polo non molla. Eppure lei applaude Scalfaro, che dice che le riforme, almeno in parte, si possono ancora fare con il 138. Non le sembra una contraddizione? «No. Perché un conto è dire no all'intero pacchetto delle riforme. Un conto è respingere un'ipotesi come quella dell'elezione diretta del Presidente, che è stata sostenuta per la prima volta da Alleanza nazionale. Non mi nascondo le difficoltà, ma credo che il tentativo vada fatto. E subito». Ma non sarebbe una riforma a metà fare eleggere il capo dello Stato dai cittadini senza aumentare i suoi poteri? «Pertini, Cossiga e Scalfaro hanno dimostrato che il Presidente della Repubblica è già in grado di incidere sulla vita politica del Paese. L'elezione diretta non farebbe che esaltare questa possibilità. Se poi lei si riferisce a una presidenza con poteri di governo, le dico che non sono d'accordo. Non è un caso se in Francia, dove i poteri del Presidente sono quelli, c'è chi pensa di cambiare la costituzione. 11 capo dello Stato deve avere un forte potere di arbitraggio e di garanzia, ma non deve governare». Nel Polo c'è chi ha sostenuto che Scalfaro ha parlato per garantirsi una proroga, o per lanciare la volata a Ciampi. Lei che cosa risponde? «Che una visione tanto limitata della vita politica è scoraggiante». Tanto scoraggiante da far cadere nel nulla l'appello del Presidente? «Le parole di Scalfaro possono fare da catalizzatore delle diverse volontà di riforma che ancora ci sono nel nostro Paese». Sia sincero, lei oggi è più ottimista di ieri? «Sarebbe troppo: diciamo che da oggi c'è uno strumento che costringe tutti a riflettere». Guido Tiberga «L'intransigenza del Polo è scoraggiante ma qualcosa si può ancora ottenere Voglio vedere come faranno a respingere una proposta arrivata dalla loro parte» «Il centrodestra cerca il muro contro muro perché i sondaggi dicono che lo scontro fa crescere i consensi dell'opposizione Ma alla fine i moderati verranno con noi» Qui sopra Piei ferrìinando Casini segretario del Ccd A sinistra il Popolare Sergio Mattarella

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