«Vogliono eliminarci uno a uno» di Foto Reuters

«Vogliono eliminarci uno a uno» «Vogliono eliminarci uno a uno» L'opposizione accusa: un governo assassino IL BRACCIO DESTRO DI BERISHA GENQ POLLO, capogruppo del Partito democratico in Parlamento, numero due dell'opposizione e stretto collaboratore di Sali Berisha, che cosa chiedono i manifestanti scesi in piazza a Tirana? «Chi è sceso in piazza dopo l'assassinio di Azem Hadjari vuole che il governo guidato da Fatos Nano si assuma le proprie responsabilità per il clima di terrore in cui ha precipitato l'intero Paese». Per che cosa accusate il governo di Fatos Nano? «Noi accusiamo Fatos Nano in prima persona per l'assassinio del nostro deputato Azem Hajdari e della sua guardia del corpo. Il capo del governo ha una responsabilità diretta e personale per questo barbaro atto di sangue. Questo fatto deve essere chiaro a tutti». Che elementi avete per lanciare un'accusa così pesante contro il capo del governo? «Azem Hajdari era già stato oggetto di minacce ed attentati. Per quattro volte era riuscito miracolosamente a sfuggire a chi voleva ucciderlo. In questa occasione purtroppo non ce l'ha fatta. Sappiamo bene chi sono stati i suoi assassini. E' stato Fatos Nano a decidere di volerlo elimina- re». Perché Azem Hajdari a suo avviso era un uomo così pericoloso per il governo? «Vedo, forse voi in Italia avete qualche difficoltà a comprendere ciò che sta avvenendo qui a Tirana. Ma per noi la situazione è molto chiara. Fatos Nano non controlla il Paese ed è oramai evidente a tutti che i suoi risultati economici e sociali sono letteralmente disastrosi. La popolazione non ce la fa più, si sta rivoltando contro il governo e soprattutto contro di lui. A questo punto il governo socialista, sempre più in difficoltà, ha scelto di colpire l'opposizione in due maniere: da una parte creando un clima di violenza e di emergenza nel Pae¬ se per consentire la repressione, dall'altra eliminando fisicamente gli avversari politici considerati più pericolosi. Uno per uno. Molti di noi democratici oggi sono in pericolo, hanno paura». C'è tuttavia chi accusa proprio voi di fomentare la tensione di piazza... «La responsabilità di quanto sta avvenendo è solo ed unicamente di Fatos Nano. La popolazione sta con noi». Il leader dell'opposizione Sali Berisha ha lanciato un ultimatum di 24 ore a Fatos Nano. Che cosa suc¬ cederà se il governo lo rifiuterà e non si dimetterà come voi gli chiedete? «La situazione qui a Tirana è oramai diventata di forte tensione. Tutto è possibile. Se Fatos Nano è una persona responsabile accoglierà la nostra proposta per iniziare un dialogo politico costruttivo: per il bene del Paese e per garantire la stabilità nell'immediato futuro. Se invece lascerà cadere la nostra offerta di incontro il clima potrebbe diventare incandescente, la violenza incontrollabile. Saremo tutti noi albanesi a pagare per questo grave errore di Fatos Nano. Ma spero sinceramente che non lo commetterà». In Italia si teme un nuovo esodo di massa. E' possibile che riprenda il flusso di profughi nell'Adriatico? «Fate bene a temere questo fenomeno. Se Fatos Nano ed il suo governo resteranno in carica il flusso dei profughi verso le vostre coste riprenderà davvero in grande stile». Perché, che cosa c'entra Fatos Nano con i profughi? «Ribadisco. Il problema di tondo oggi nel mio Paese è che il governo in carica, nonostante tutti gli aiuti internazionali ricevuti da quando si è insedialo, non ha risolto i problemi della gente e non ha garantito la ripresa dello sviluppo economico. L'insoddisfazione, la povertà e la mancanza di sicurezza sono sempre più forti. Per questo c'ò il risebio di nuove ondate di profughi verso l'Italia. La stabilità dell'Albania è legata alla i fine delle tensioni scatenate da chi guida il Paese». Maurizio Molinari «Ora la violenza potrebbe diventare incontrollabile Pagheremo tutti gli errori del primo ministro Ma la popolazione è con noi» L'ex presidente della Repubblica Sali Berisha e, nella foto grande, la folla che festeggia il rogo di una delle auto di scorta di Fatos Nano, ieri pomeriggio davanti all'ufficio del premier [FOTO REUTERS]

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