A Roma è allarme Albania

A Roma è allarme Albania A Roma è allarme Albania Vertice con Prodi, si temono nuovi profughi ROMA. Allarme Albania a Palazzo Chigi: Prodi chiede di «porre fine ad ogni violenza» perché teme che il divampare degli scontri metta a rischio la stabilità del Paese e causi nuove fughe in massa di profughi. I gravi disordini di Tirana hanno indotto il presidente del Consiglio, Romano Prodi, a lasciare ieri Bologna annullando tutti i precedenti impegni ed a tornare a Roma per un vertice d'emergenza a Piazza Colonna con il vicepremier Walter Veltroni, il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, ed il sottosegretario agli Esteri per l'Europa, Piero Fassino. All'incontro ha partecipato, in collegamento telefonico, anche il titolare della Difesa, Beniamino Andreatta, molto preoccupato per il precipitare degli eventi. «Temo che possano essere coinvolte anche unità kossovare che sostengono le manifestazioni dell'opposizione» ha detto Andreatta paventando il rischio che «si riproduca in Albania quello che avvenne in Libano dopo il Settembre Nero del 1970», quando i palestinesi cacciati dalla Giordania divennero la miccia della guerra civile. Durante tutta la giornata Romano Prodi è intervenuto personalmente nella nuova crisi chiamando al telefono i tre leader albanesi: il presidente della Repubblica Mejdani, il primo ministro Fatos Nano ed il capo dell'opposizione Sali Berisha. Nei colloqui Prodi «ha condannato l'uccisione a Tirana del parlamentare del partito democratico Azem Hajdari assieme alla sua guardia del corpo». «Ci attendiamo che gli autori dell'omicidio siamo immediatamente perseguiti» ha detto Prodi, sottolineando che «il governo italiano sottolinea la necessità che si ponga fine alla violenza e che tutte le forze politiche rinnovino il proprio impegno per superare le difficoltà e ristabilire la convivenza civile». Roma chiede dunque a Tirana che gli scontri «cessino subito» e, facendo leva sui 125 miliardi di lire in aiuti elargiti in soli 24 mesi, rammenta che «la fine della violenza, da ogni parte provenga, e la stabilità delle istituzioni sono condizioni indispensabili per il proseguimento del sostegno internazionale alla ricostruzione del Paese». Gli ultimi 60 miliardi di aiuti, inclusi nella Finanziaria fra poco all'esame del Parlamento, avrebbero dovuto essere il piatto forte della visita a Roma del premier albanese Fa¬ tos Nano, prevista per domani, che ora però è considerata «a rischio» negli ambienti diplomatici «a causa dell'incertezza degli eventi» sebbene Tirana ieri non abbia né confermato né smentito un possibile rinvio. A conferma della «forte preoccupazione italiana» la Farnesina ha formalmente «sconsigliato ai connazionali» di recarsi in Albania «alla luce delle manifestazioni che si svolgono in queste ore». La nostra ambasciata a Tirana ha invece rivolto un invito a tutti gli italiani presenti in Albania circa duemila di cui 500 residenti - affinché non si muovano dalle loro abitazioni, soprattutto in coincidenza con i funerali di Azem Hajdari e la scadenza odierna dell'ultimatum di 24 ore lanciato dall'opposizione al governo di Fatos Nano affinché si dimetta. Ma i timori italiani sono anche legati al rischio che il ritorno della violenza spinga masse di profughi verso le nostre coste. Sebbene infatti per tutta la giornata di ieri la situazione in Puglia sia rimasta tranquilla, secondo gli esperti dell'«Osservatorio» di Brindisi «stanno per cominciare nuove fughe di massa». «Secondo contatti telefonici avuti negli ultimi giorni - spiega Roberto Aprile, responsabile dell'Osservatorio italo-albanese la tensione cresce e le bande hanno ripreso a sparare. C'è una situaione di forte allarme e tra la popolazione era già iniziato da qualche giorno il passaparola per preparare fughe di massa usando i pescherecci», [m. mo.] In forse la visita di Fatos Nano «La stabilità è indispensabile per ricevere gli aiuti» Il corpo senza vita su una barella del deputato Azem Hajdari 36 anni uomo di punta del Partito democratico e braccio destro del suo leader Sali Berisha