Primakov: governerò a lungo E senza tornare al passato di Anna Zafesova

Primakov: governerò a lungo E senza tornare al passato Prima uscita in tv: «Il mio non sarà un gabinetto di coalizione, né di centro-sinistra» Primakov: governerò a lungo E senza tornare al passato LA STRATEGIA DEL PREMIER MOSCA NOSTRO SERVIZIO «Ho le mani sciolte». Due giorni dopo la sua nomina Evghenij Primakov parla per la prima volta in pubblico per smentire fermamente di essere un uomo dei comunisti e sottolineare la propria indipendenza. Eletto grazie a un compromesso senza precedenti tra l'opposizione e il Cremlino, il nuovo premier russo fa capire chiaramente di voler diventare un centro di potere autonomo e di voler restare a lungo: «Non sono un uomo provvisorio», ha detto alludendo ai premier usa e getta degli ultimi mesi. Ieri sera, nella sua intervista televisiva a Itoghi, la trasmissione politica più autorevole del Paese, Primakov ha detto senza mezzi termini che il suo non sarà un governo di coalizione: «Ci saranno solo professionisti che la pensano allo stesso modo». Il premier ha annunciato di essere pronto ad accogliere rappresentanti di tutti i partiti, ma solo in qualità di specialisti: «1 ministri non riceveranno né impulsi, né tanto meno ordini dai loro leader. Non lo tollererò». Parla come un uomo forte e quelli che conoscono Primakov - insuperabile nell'arte dei compromessi di apparato e inflessibile nel guidare i suoi uomini - sono convinti che riuscirà rapidamente a scrollarsi di dosso l'opposizione nazional-comunista, con la quale ha contratto un debito pesante dopo la fiducia che gli ha concesso la Duma. Alla domanda dell'intervistatore se il suo sarà un governo di centrosinistra, Primakov ha scosso la testa: «Non mi affretterei a dirlo». Nel nuovo governo - la cui struttura verrà presentata entro venerdì prossimo - c'è già un comunista, il primo vicepremier Juri j Masliukov. Che però, secondo Primakov, non era un candidato del pc, ma del Cremlino: «E' un ottimo specialista e un uomo onesto». E alla domanda «cosa può capire di eco- nomia di mercato un ex membro del Politburo del Pcus», il premier si concede uno di quei rari sorrisi che illuminano la sua faccia di piombo: «E' una cosa che non mi spaventa, anch'io ero membro supplente del Politburo, e anche Boris Eltsin». Tranquillo, posato, sottile, con la voce roca e le frasi precise e prudenti, Primakov sembra il simbolo dei vecchi lupi della perestrojka che tornano. Il giorno dopo la sua conferma in carica i giornali democratici sono esplosi con titoli che denunciavano «la rivincita dei rossi» e «la fine di un'epoca». Il neopremier ci pensa un attimo: «Sì e no. Ma nessuno deve avere dubbi: garantirò la continuazione delle riforme». Che però, secondo Primakov, devono essere sostanzialmente corrette verso un'economia socialmente orientata. Il primo obiettivo del nuovo governo sarà proprio questo: pagare gli stipendi e le pensioni, saldare i debiti dello Stato con i propri dipendenti, garantire approvviggionamenti di alimentari e farmaci per l'inverno, eliminare la paurosa differenziazione dei redditi e far ripartire l'industria nazionale. Ma oltre alla crisi economica, c'è anche quella politica, smorzata solo per il momento dal compromesso che porta il nome di Primakov. Il Cremlino, dopo aver ceduto per la prima volta all'opposizione, è sempre più debole e le fazioni sconfitte della corte di zar Boris non sono disposte ad arrendersi. E, mostrandosi in pubblico tranquillo e sicuro di sé, il neopremier in questi giorni conduce nego¬ ziati a porte chiuse con tutti quelli che contano in Russia, nel tentativo di ricucire un sistema politico in disgregazione. Già ieri, ancor prima di trasferirsi nel suo nuovo ufficio alla sede del governo, Primakov ha incontrato i ministri della Difesa e dell'Interno e i capi dei servizi segreti. E per oggi ha in- vitato i padroni della finanza, gli «oligarchi» che avevano puntato su Cernomyrdin e poi si sono spaccati su Primakov. Il quale ha anche fatto sapere di sostenere il cosiddetto «accordo politico», il patto sulla cessione di una parte di poteri presidenziali al Parlamento e al governo, con il quale Boris Eltsin aveva tentato di assicurarsi la fiducia a Cernomyrdin. E con la salute del Presidente che degenera di giorno in giorno, Primakov potrebbe presto raccogliere il potere dalle mani di un Eltsin al tramonto. «E' l'unico che può garantire una transizione costituzionale verso nuove elezioni», ha detto Grigorij Javlinskij, l'uomo che ha fatto per primo la candidatura del neopremier. E Primakov se ne rende conto: «E' assolutamente escluso che io voglia diventare Presidente. Ma penso che, in questa fase preelettorale, lavorerò bene proprio per questo». Anna Zafesova «Nella mia squadra ci saranno solo professionisti che la pensano allo stesso modo. E dai leader di partito i ministri non riceveranno né ordini né impulsi. Non lo tollererò» Un mercato a San Pietroburgo. A destra, il nuovo premier Evghenij Primakov

Luoghi citati: Russia, San Pietroburgo