Sette boati per le rosse

Sette boati per le rosse Sette boati per le rosse Uno per ogni sorpasso, per ogni fumata E MONZA RANO passati 77 minuti dal via. Ed erano le 15 e 20 minuti di una domenica così grande da non potersi fermare tutta qui, sotto a questo cielo di Monza che non bastava, nel cuore di questo boato che s'avvicinava da lontano, correndo lungo la pista e scivolando sul traguardo. Era durata 7 grida, questa corsa, era durata 7 emozioni fatte di sorpassi, di motori che bruciano, di sbandate, polvere e fumo, paure e gioie. Fatte di boati. Adesso, sembrava una scena dipinta da Pelizza da Volpedo, a guardare questo mondo che veniva avanti. E' tornata la Ferrari, è tornata a Monza, in un posto che non sta solo nella sua storia, ma anche nell'immaginario di chi non c'è mai venuto qui, a vedere le rosse bruciare l'aria e rompere i timpani. E' tornata in mezzo a 150 mila tifosi (120 mila paganti e 30 mila portoghesi) che hanno accompagnato la sua gara con quel boato lungo sette tempi, quelli di un'emozione e di una gara, dalla rottura di Coulthard al sorpasso di Ralf Schumacher. Alla fine, Michael diceva «abbiamo vinto tutti», avanzando contro le telecamere fra due ali di meccanici. Beh, per una volta è vero. Oggi non ha vinto solo un pilota, o non ha vinto solo una macchina, perché se no non ci sarebbe da raccontare questo respiro lungo 77 minuti, questi singhiozzi di urla e di cori, questi volti abbarbicati agli schermi o una curva, quest'invasione che non finisce più, e non ci sarebbe da raccontare la gioia di Michael Schumacher quando chiama la folla sotto di lui e le risate dei giornalisti tedeschi e lo stupore degli inglesi che gli chiedono: «Ma cosa fa stasera? Festeggia con loro, con i 150 mila?» Penso di sì, ha risposto: «Farò tardi sulla pista, con questa gente». Tutto era cominciato pochi secondi dopo le 14. Coulthard e Hakkinen si erano infilati fra Villeneuve e Schumacher. Anche Irvine aveva passato Michael. Quell'urlo rimasto in gola era riesploso 17 giri dopo per due volte, quasi di seguito. Gli schermi sulla pista rimandavano le immagini della McLaren di Coulthard avvolta dal fumo, stremata ai bordi della strada come un cavallo senza più respiro. «Abbiamo frenato tutt'e due», racconterà poi Schumacher, «non si vedeva più niente davanti a noi». La Ferrari è sospinta dalla sua gente, è seconda dietro al Grande Nemico. Ma in quel momento il grido non ancora spento riesplode più forte di prima. Schumi ha passato Hakkinen. Lo schermo rimanda le immagini, una due tre volte. Poi si va avanti, nello sventolìo di bandiere e fra i cori di gioia. Fino al 46° giro, quando Hakkinen finisce sulla sabbia e mentre si leva la polvere, la fòlla scoppia di nuovo. E' un boato che non si spegne più, perché dietro Irvine avanza e recupera 7 secondi, poi tre, e il respiro di gioia dei tifosi copre il rombo delle auto ed è una festa che stringe le tempie, un soffio di vento che sospinge la Ferrari. Al sorpasso, un altro boato fino al cielo. Le telecamere adesso sono puntate solo su Schumacher che guida incontrastato la gara, e sono le urla della folla che segnalano un'altra rin¬ corsa, quella di Ralf, il fratellino, sulla sua Jordan, che poco volta acchiappa pure lui Hakkinen e se 10 beve lungo un rettilineo. Non c'era l'occhio della tivù per i giornalisti in sala stampa. C'era quel rumore che riempiva la pista, che arrivava al cielo. Ormai mancavano pochi minuti alla fine. E da allora il boato non s'è più spento: era come un tuono che martellava l'aria e le cose, che toccava la bandiera a scacchi, che saltava assieme al signor Beghella Bartoli. Era fatta. L'invasione. 11 tripudio. Il primo, ingenuo, difensore della Security è travolto e pestato dalla marea. S'era messo da solo come un pazzo con le braccia larghe. Un attimo, e non l'abbiamo più visto. Quell'urlo che spaccava 11 cielo, ha coperto pure il suono degli inni. Villeneuve, adesso, guarda queste scene dai box e sorride. Schumi punta il dito sui tifosi. «Beh, siamo delle frecce», dice. Sotto di lui, davanti al palco, c'è persino chi piange. E' un canto italiano. Pierangelo Sapegno Il popolo del Cavallino, più fòrte del Grande Nemico, alla fine invade la pista e l'eroe scatena la gioia «Abbiamo vinto tutti» Per la Ferrari (sopra) l'entusiasmo di migliaia di fans; a lato, il rientro di Schumacher al box davanti a Irvine e al fratello Ralf

Luoghi citati: Monza, Villeneuve, Volpedo