Leone d'oro a Amelio, l'antibuonista di Lietta Tornabuoni
Leone d'oro a Amelio, l'antibuonista Dopo 10 anni Venezia premia un regista italiano con un film duro e trasgressivo Leone d'oro a Amelio, l'antibuonista CVENEZIA OSI' ridevano» di Gianni Amelio ha vinto il Leone d'oro della 55a Mostra del cinema di Venezia. Gran premio speciale della giuria a «Terminus Paradis» del romeno Lucian Pintilie. Miglior regista Emir Kusturica, nato a Sarajevo, per «Gatto nero gatto bianco». Migliore attrice Catherine Deneuve, miglior attore Sean Penn. A Warren Beatty è stato attribuito a sorpresa un Leone d'oro alla carriera, dopo quelli già attribuiti a Sophia Loren e Andrzej Wajda. Da dieci anni, da «La leggenda del santo bevitore» di Ermanno Olmi, il cinema italiano non otteneva il Leone d'oro. In cinquantadue anni di esistenza della Mostra, dal 1946, lo aveva avuto otto volte: Amelio si trova affiancato a Renato Castellani, Roberto Rossellini, Mario Monicelli, Francesco Rosi, Michelangelo Antonioni, Luchino Visconti, Gillo Pontecorvo. Merito del suo film importante e bellissimo interpretato da Enrico Lo Verso e Francesco Giuffrida, che rievoca a Torino, con la storia di due fratelli siciliani, quella grande migrazione dal Sud al Nord degli Anni Cinquanta e Sessanta capace di cambiare la storia sociale d'Italia: e che analizza la tragedia d'una famiglia all'italiana, possessiva e assassina, che per eccesso d'amore e di prepotenza finisce col portare alla rovina «per il suo bene» il fratello più debole. Una storia tanto trasgressiva e dura da non somigliare in alcun modo all'ostentata bonarietà dell'Ulivo, un risultato tanto possente da non aver bisogno dell'appoggio di nessuno. Chi ha parlato di «verdetto di regime», di «interferenze politiche», di pressioni telefoniche del vicepresidente del Consiglio Veltroni, magari non ha visto «Così ridevano». Chi lo vedrà potrà giudicare quanto il nostro cinema privo di strutture industriali, la cui forza e fama nel mondo è affidata soltanto agli artisti o agli autori, possa avere speranze e fiducia nel proprio futuro. Lietta Tornabuoni
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