Un patto a tre per privatizzare la Bnl
Un patto a tre per privatizzare la Bnl Gli spagnoli avranno il 10% per 8400 miliardi. Offerta pubblica promessa entro ottobre Un patto a tre per privatizzare la Bnl Ciampi vara il nucleo stabile con Bilbao, Ina e Vicentina ROMA. La banca che era sempre stata pubblica, e che a lungo era stata la maggior banca italiana, diverrà privata: è l'atto l'accordo per cedere il controllo della Bnl a un diversificato terzetto di azionisti maggiori. Avrà il primo posto con il 10% del capitale il Banco Bilbao Vizcaya, primo istituto di credito spagnolo e tredicesimo in Europa; il secondo toccherà con il 7,75% a una forza del Nord-Est italiano, la Banca popolare vicentina; al terzo con il 7,25% viene recuperato l'altro grande pretendente, l'Istituto nazionale delle assicurazioni (Ina). In tutto, questo nucleo o «nocciolo duro» avrà il 25%. «Obiettivo raggiunto» dice il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi. Il resto delle azioni Bnl in mano pubblica (55% circa, poiché al momento tra il 69,5% del Tesoro e le partecipazioni di altri enti si arriva poco oltre l'80%) sarà ceduto sul mercato. L'offerta pubblica di vendita (Opv) per ora resta programmata entro ottobre, ma certo dipende molto dall'andamento della Borsa. Già a causa della caduta dei corsi azionari il prezzo di cessione del pacchetto di controllo è molto sceso. Si prospetta una valutazione di circa 8400 miliardi per l'intera Bnl, con un incasso complessivo per il Tesoro che non dovrebbe arrivare a seimila: ossia meno di quanto sarà probabilmente costato all'erario il salvataggio del Banco di Napoli Ed è appunto il destino del Banco di Napoli il punto ancora da chiarire. Sgravato dai crediti inesigibili e ricapitalizzato a cura del Tesoro per volontà di tutti i partiti, Lega Nord esclusa, ora il Banco di Napoli è controllato per metà dall'Ina, per metà dalla stessa Banca Nazionale del Lavoro. Una fusione tra i due istituti, di cui si ritorna a parlare, farebbe avanzare dunque l'Ina al posto di azionista numero uno. Ma al contrario è assai probabile che i! patto di sindacato azionario (da siglare mercoledì prossimo) tra i tre acquirenti stabilirà di lasciare invariati gli equilibri in questo caso. Sommata al Banco di Napoli, la Bnl è al quarto posto nella classifica dei gruppi bancari italiani, rinnovata dalla recente ondata di fusioni. Al fondo, è stata proprio la sorte del Banco di Napoli a complicare la lunga trattativa per la cessione della Bnl: in luglio si era giunti vicini al naufragio, con il rigetto della prima offerta Ina da parte del Tesoro e le dimissioni di Mario Sarchielli da presidente Bnl dopo una sequela di contrasti e di malintesi. Negli ultimi giorni sembra che non sia stato facile comporre i desideri divergenti del Banco Bilbao Vizcaya, interessato alle attività estere della Bnl soprattutto in America Latina, e l'Ina che mira all'integrazione bancario-assicurativa. La forte presenza della Banca popolare vicentina, radicata nel tessuto produttivo del Veneto, servirà da ago della bilancia. La maggior responsaiblità toccherà ovviamente al Banco Bilbao, molto dinamico seppur duramente colpito dalla crisi borsi¬ stica degli ultimi giorni. Secondo quanto si sa già a proposito del patto di sindacato azionario, gli spagnoli designeranno l'amministratore delegato, un vicepresidente e due consiglieri. Banca popolare vicentina e Ina designeranno a loro volta un vicepresidente e un altro membro del consiglio ciascuna, per un totale di 7 posti al «nocciolo duro» su 13. Tutti e tre si impegnano a non vendere per 15 mesi almeno. Del tutto soddisfatto sembrava Ciampi nella conferenza stampa improvvisa in cui ha dato l'annuncio, ieri mattina. L'operazione Bnl, «che ha il pieno consenso della Banca d'Italia» è un grosso passo avanti verso l'obiettivo dell'uscita completa del Tesoro dal sistema bancario. L'incasso minore di quanto si era sperato in una differente fase non rappresenta, per il ministro, un insuccesso: «Nelle privatizzazioni il ricavo è impor¬ tante, ma l'obiettivo primario è migliorare l'efficienza dei servizi offerti al Paese». Secondo l'attuale presidente della Bnl, Luigi Abete, l'accordo annunciato «è un'ottima soluzione». Da Madrid, il Banco Bilbao Vizcaya (Bbv) comunica che con una spesa di 70 miliardi di pesetas (840 miliardi di lire) ritiene di aver compiuto «un passo particolare nell'espansione europea, con l'obiettivo prioritario di rafforzarsi nell'Europa meridionale». Si dichiara soddisfatto, dopo le lunghe traversie del negoziato, il presidente dell'Ina Sergio Siglienti. Ringrazia Ciampi e il direttore generale del Tesoro Mario Draghi «per la realizzazione di un nucleo stabile che si presenta estremamente compatto, con soci di grande rilevanza e complementarietà, e in cui l'Ina sarà presente con una quota e un peso adeguati». Stefano Lepri Da chiarire il destino del Banco di Napoli Si riparla di fusione, il Tesoro non si sbilancia min CHI COMANDERÀ1 A VIA VENETO ( il nocciolo duro della futura bnl) . popolare vicentina f tesoro 69,6% U inps 9,6% inail 0,6% p ornaz. combattenti ©,4% p fs 0,2%,—,£ V * L'intenzione finale del governo è quella di collocare integralmente sul mercato tutta la quota in mani pubbliche Il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi * L'intenzione finale del governo è quella di collocare integralmente sul mercato tutta la quota in mani pubbliche
Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Luigi Abete, Mario Draghi, Mario Sarchielli, Sergio Siglienti, Stefano Lepri
Luoghi citati: America Latina, Bilbao, Europa, Ina, Madrid, Napoli, Roma, Veneto
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