Primakov annulla il viaggio in Usa

Primakov annulla il viaggio in Usa «Troppi impegni». Incomincia la resa dei conti, silurato il portavoce di Eltsin Primakov annulla il viaggio in Usa All'Assemblea generale Onu MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' sabato, ma tribù di serpenti si agitano sotto il tappeto. Il nuovo capo del governo fa sapere che non si recherà a New York, all'Assemblea generale dell'Orni: «Troppe cose da fare», dice, e tutti capiscono che non sono solo gli impegni gravosissimi che lo aspettano nei prossimi giorni, ma anche la necessità di non lasciare Mosca. Dal Cremlino sconfitto scoccano infatti lampi di guerra e di tempesta, perfino nel sacro weekend. Il numero due dell'amministrazione presidenziale e portavoce di Eltsin, il potente Sergej Jastrzhembski, è destituito con decreto presidenziale e passerà a nuovi compiti. Quali? Non certo quelli diplomatici, anche perché Primakov sa bene che quello non era un amico e non gli apre di certo la strada. Che è successo? L'altro ieri un giornale aveva dato gli schieramenti dentro l'amministrazione presidenziale, collocando Jastrzhembski tra le colombe che avrebbero appoggiato Primakov contro Ccmomyrdin. Molti c'erano cascati, sebbene l'autrice dell'articolo, nota giornalista, fosse una «gola profonda» specializzata nel fornire versioni di una parte soltanto, verosimilmente apprese nell'alcova. Invece sarebbe quasi il contrario: sarebbe stato Valentin Jumascev, capo dell'amministrazione presidenziale, a suggerire la resa nei confronti della Duma, abbandonando Cernomyrdin al suo destino. Jastrzhembski, spalleggiato dal capo del Consiglio di sicurezza, generale Kokoscin, si sarebbe battuto fino all'ultimo per una terza candidatura, quella appunto di Kokoscin. Alla fine Kokoscin è stato silurato e Ja- strzhombski ha subito la sua sorte ieri. Quale sia stata la posizione di Tatjana Djacenko, figlia di Eltsin, non è chiaro. Ma, secondo questa versione, sembra di capire che, come minimo, Jumascev ha rotto con il banchiere Berezovskij. Resta da vedere se Tatjana ha potuto fare la stessa cosa. Il che non è escluso e spiegherebbe perché il debole Jumascev riesca a imporre il suo gioco in queste ore: diffìcilmente potrebbe farlo se non avesse Tatjana al suo fianco. I decreti sono ancora firmati da Boris Eltsin, ma tutti gli osservatori sono concordi nel dire che il Presidente firma ormai soltanto le carte che altri gli mettono sul tavolo, forse per convincersi di essere ancora al potere. L'unica cosa certa è che dentro il Cremlino è lotta all'ultima poltrona di comando, tra quelli che ancora sperano di salvarsi, mentre altri abbandonano la nave. Ma non c'è dubbio che gli sconfitti dei giorni scorsi (Cernomyrdin, Berezovskij, una parte degli oligarchi-banchieri, qualcuno dei «giovani riformatori» sbalzati di sella), stiano preparando una rivincita a breve scadenza. Ieri infatti si è saputo che il 40enne Igor Shabdurasulov, promosso da Cernomyrdin nelle scorse settimane alla testa dell'apparato governativo, diventa direttore generale della prima rete televisiva pan- russa, Ort, attualmente in mano al banchiere Berezovskij. Il significato è chiaro: il controllo della più diffusa rete televisiva del Paese rimane prerogativa degli avversari del governo di Primakov. Segno più netto di battaglia non potrebbe darsi. Quanto basta e avanza per convincere Primakov a non muoversi dalla plancia di comando. Tutto conferma dunque che il minaccioso appello televisivo di Cernomyrdin il giorno del ritiro della sua candidatura, i suoi riferimenti a Monaco, ai «rosso-bruni» che sarebbero dietro l'angolo, alla presa del potere da parte dei comunisti, non era soltanto il frutto di un momento d'ira, uno sfogo. Cer¬ nomyrdin non e personaggio che minaccia invano. Sicuramente non ha letto Machiavelli, ma ha imparato da solo che i nemici vanno «spenti», tanto più dopo che glielo si dice in anticipo. Il tutto mentre il tramonto di Eltsin si spegne nella foschia. Ieri il direttore della Nezavisimaja Gazeta, Vitalij Tretjakov, faceva il punto così: «Oggi in Russia c'è un vicepresidente in carica (allusione al premier Primakov, che per Costituzione esercita i poteri quando il Presidente è inabile, ndr), e un Presidente facente funzioni, nella persona del cittadino Boris Nikolaevic Eltsin». Giulietta Chiesa Fondo sulla Nezavisimaja Gazeta: oggi in Russia ce un vicepresidente in carica e un presidente facente funzioni, il cittadino Boris Eltsin Distribuzione di latte ai poveri al monastero Danilov di Mosca

Luoghi citati: Monaco, Mosca, New York, Russia, Usa