Privacy, guerra di primedonne

Privacy, guerra di primedonne Palombelli presenta un esposto contro Rodotà, figlia del Garante Privacy, guerra di primedonne DUELLO fra primedonne del giornalismo, in nome della privacy. Ovvero Palombelli contro Rodotà, «snob contro pop - chiosa il Foglio di Giuliano Ferrara, che per primo ne dà notizia - istitutrice contro Pierino, smalto nero contro smalto trasparente». Il fatto: Barbara Palombelli, nota giornalista di «Repubblica» nonché moglie del sindaco di Roma, Francesco Ruteni, presenta esposto all'Ordine dei Giornalisti del Lazio (e ventila una denuncia al Garante della privacy) contro Maria Laura Rodotà, mordace giornalista dell'«Espresso» nonché figlia del Garante medesimo. Il motivo? Rodotà avrebbe violaco la privacy della famiglia Rutelli-Palombelli, in particolar modo facendo il nome del figlio minore, e inoltre sottoponendo la first lady capitolina a uno stdlicidio di passereUe ironiche sulle rubriche del suddetto settimanale, «Persone» e «Portfolio». Al «Foglio», naturalmente, non par vero poter dar conto della lotta tra le due signore, entrambe esponenti di spicco dei piani alti deUa sinistra radicai, ma assai diverse per carattere e attitudini. Rodotà «un miscuglio straordinario di professione, quasi una Camdla Cederna e una Gianna Preda ritrovate nel miracolo della militanza polemica in una sola persona». Palombelli «donna di sostanza, donna di coppe, musa della lobby più potente della Capitale, simbolo del nuovismo calata dentro tutte le retoriche nazionali». A chi vadano le simpatie del «Foglio» è abbastanza chiaro, in ogni caso Palombelli s'è arrabbiata, ha fatto un esposto all'Ordine, d quale ha convocato Ro¬ dotà che non si è presentata e ieri ne spiegava la ragione: «Ho chiesto copia dell'esposto e non mi è stata data. D'accordo con d mio avvocato e il mio direttore ho deciso non andare e di inviare all'Ordine un promemoria. Chi viene convocato in base ad un'accusa deve essere messo in grado di conoscerla prima, non vado a rispondere su una cosa che non so». Da parte sua il presidente dell'Ordine dei giornalisti Bruno Tucci ha spiegato che la convocazione di Rodotà rientrava nelle normali procedure in caso di esposto «a garanzia» deU'accusata: «Nessuno oltre al presidente è di grado di divulgare il contenuto delle accuse. Se Rodotà si fosse presentata alla mia convocazione le avrei letto l'esposto. Lei ha ritenuto di mandarci una raccomandata. Adesso la parola spetta al Consiglio dell'Ordine: deciderà se archiviare d caso, aprire un procedimento disciplinare o tutto quello che riterrà opportuno. Per il momento non è hi corso alcun provvedimento disciplinare contro nessuno». E così nei prossimi giorni d Consiglio deU'Ordine, con non pochi patemi d'animo, si pronuncerà sulla questione Palombelh-Rodotà. DaU'Ufficio del Garante, invece, si fa sapere che non è ancora arrivato nessun esposto riguardante la vicenda e che comunque ned'eventuahtà Stefano Rodotà si asterrebbe. Non ci sarà dunque, almeno al momento, l'atteso faccia a faccia padre Garante-figlia «peccatrice». Resta la curiosità di sapere come i tre protagonisti aggiusteranno le cose «privatamente». Ir. sii.]

Luoghi citati: Lazio, Roma