Violante: ascoltate le opposizioni di Antonella Rampino

Violante: ascoltate le opposizioni Dibattito con il presidente della Camera al Festival dell'Unità. Marini: riapriamo la Bicamerale Violante: ascoltate le opposizioni «Ipolitici attenuino i toni, i magistrati parlino meno» BOLOGNA DAL NÒSTRO INVIATO Instabilità, vero male italiano. E per superarla, non ci sono che le riforme costituzionali. Peccato che non ci fosse, ieri sera alla Festa dell'Unità, Massimo D'Alema. Si discuteva un tema a lui caro, con l'occasione delia presentazione del libro del presidente della Camera, Luciano Violante. Il quale, «da vero studio^ i», : ime ha sottolineato il moderatore Paolo Mieli, ha dedicato un lungo saggio al tema della «sfida per ia stabilità», dal titolo «L'Italia dopo a 1999». Un libro che ha come tema l'equilibrio, per un Paese che equilibrio non ha mai avuto. «Chi ha responsabilità di direzione nelle istituzioni deve stare sempre molto attento a quello che dicono le opposizioni», dice il presidente della Camera al suo arrivo a Bologna, commentando la chiusura del Polo sulle riforme. Violante, comunque, non ha escluso la possibilità di un accordo: «Bisognerà prima cominciare a cambiare i comportamenti da parte della politica - avverte - abbassando i toni aggressivi nei confronti della magistratura. E la magistratura deve rompere il rapporto con i mezzi di informazione, ci vuole più riservatezza, meno interviste, meno tavole rotonde, meno conferenze stampa». Dal palco, il discorso è tornato sul tema dell'equilibrio. Ed è toccato allo storico Pietro Melograni, parlamentare di Forza Italia, sfatare il mito della stabilità. Ce ne stata anche troppa, è il paradosso di Melograni: «La storia di questo secolo ci dice che fino al crollo del Muro di Berlino l'Italia ha avuto stabilità, ce n'è stata per vent'anni con Mussolini e per quasi mezzo secolo di governi democristiani». E' vero che, come scrive Violante, tra il 1946 e il 1989 ci sono stati in Italia 47 governi, ma sempre all'interno della stessa maggioranza. Di più: ben 30 gabinetti sono stati tenuti in mano da cinque Presidenti del Consiglio: De Gasperi, Andreotti, Fanfani, Rumor, Moro. E poi, è il ragionamento di Melograni, c'era nel mondo un grande elemento di stabilità: la guerra fredda. Poiché la volontà di lasciare l'Italia nell'influenza dell'Occidente non è stata solo degli Stati Uniti, ma anche dell'Unione Sovietica: tant'è che è statoo un capo del Kgb, Gordiewski, a ricordare che il Pcus impose al Pei di non entrare mai nella stanza dei bottoni di Palazzo Chigi, e permettendo solo di appoggiare, com'è stato, i governi dall'esterno. La conclusione di Melograni è che almeno il Pds trovi la strada per arrivarci, in quella stanza dei bottoni: «Perché non mandate Massimo D'Alema a Palazzo Cliigi? Per failo, però, dovete scrivere davvero la storia del vostro partito». La platea, naturalmente, ha lanciato bordate di fischi. E Franco Marini, segretario del partito che ha anche Romano Prodi tra le sue file, è insorto: «Noi voghamo stare al governo almeno fino alla fine delle legislatura». Ma l'instabilità italiana si può superare solo portando a compimento le riforme istituzionali. E tu, Franco Marini, ci staresti a fare daccapo la Bicamerale?, chiede Paolo Mieli. «E come se la rifarei!» esclama il segretario dei Popolari. Perché, spiega, è il bipolarismo la soluzione, per il sistema italiano. E questo, aggiunge, «significa accettare che smettano questi rapporti pasticciati tra noi politici». Tra noi politici della maggioranza, e nei rapporti con l'opposizione. Antonella Rampino Luciano Violante

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