Si sgonfio il giallo del suicidio

Si sgonfio il giallo del suicidio Si sgonfio il giallo del suicidio E Napolitano: non trattiamo sul rientro I MISTERI DEL PATRIARCA NIZZA DAL NOSTRO INVIATO Si piega appena verso sinistra il cespuglio bianco della barba di quell'uomo vecchio steso sulla barella dell'ambulanza che sfila sotto l'ingresso principale dell'ospedale Pasteur. Le auto della polizia la pilotano ad appena centocinquanta metri più in basso, all'ingresso del «Pavìllon £"», il reparto di detenzione dell'ospedale. Un vecchio edificio con le sbarre alle finestre. Si apre così la terza giornata della saga di Gelli e si chiude provvisoriamente la doppia farsa che ha elettrizzato il giorno precedente: non c'è stato nessun tentativo di suicidio né erano «gravissime» le sue condizioni di salute. Licio Gelli, sta bene. 0 almeno è in uno stato di salute che gli permette di andare in carcere. Il ministero della Giustizia francese ha addirittura annunciato il suo trasferimento al Beaumetls di Marsiglia. Ma ieri sera alle 20 era ancora a Nizza, come ci hanno confermato gli agenti di guardia sotto il repartino del Pasteur. Ma una volta accertato che non è «moribondo» come volevano far credere i figli venerdì sera, sapere dove sia il Venerabile maestro non è poi così importante. E' che quando il capo della P2 entra in azione si alza contemporaneamente un nuvola di confusione, i dettagli si incrociano e smentiscono, i sospetti si moltiplicano. Quello che è certo è che nell'appartamentino del residence di Cannes Les jardins de la Croisette (due grandi stanze e servizi) preso in affitto dal primo luglio e dove abitava assieme alla convivente rumena Gabriela Vasile, la polizia francese ha sequestrato «beaucoup de papiers», un mare di carte. Subito qualcuno ha parlato di liste di nomi, agende, documenti, faldoni. Un pezzo del suo archivio che lo ha reso negli anni potente e temibile. Ma nessuno conferma, men che meno la Police judiciaire che ha condotto l'operazione arresto assieme al commissario dello Sco Andrea Cavacece e a-due ispettori deU'U cigos. Pare invece che ci fosse la mappa del tesoro in oro nascosto ad Arezzo, a villa Wanda, e trovato ieri dalla polizia italiana. La famiglia ieri s'è chiusa nel silenzio e come in un bunker invalicabile dentro la splendida villa «Espalmador» che sta a picco sul mare nella baia di Cap Ferrat, a dieci minuti d'auto da Nizza in direzione di Montecarlo. Tutta la famiglia ruota intorno al grande vecchio: i due figli Raffaello e Maurizio, le nuore, le nipoti, la convivente Gabriela. Tutti barricati là dentro dalle 11 del mattino quando la porta della cella del repartino detenuti del Pasteur s'è chiusa alle spalle del patriarca. Al citofono rispondevano che non c'era «nessuno». Ma le grandi auto di famiglia erano parcheggiate all'interno. A metà pomeriggio s'è affacciato al cancello il giardiniere Leon per dire ai giornalisti che non era il caso di aspettare. E' probabile che là dentro si stesse decidendo cosa fare. L'unico che ha parlato con Gelli è stato l'avvocato Michele Gentiloni, che lo ha trovato «molto lucido», come sempre. Poi è volato a Roma e di là ha trasmesso il verbo ufficiale: «Bisogna affermare con chiarezza che Gelli non ha dato mandato ad alcuno di aprire trattative su una vicenda giudiziaria che ovviamente non è trattabile. Se qualcuno vuole farlo a suo nome e un risultato ci sarà, sarà benvenuto. Ma non c'è alcun mandato». Una risposta indiretta a Vittorio Sgarbi, che ieri ha rivelato di aver incontrato a luglio il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano a nome di Maurizio Gelli. Sgarbi ha detto di aver comunicato al ministro la volontà di Gelli di costituirsi e di aver suggerito la possibilità di un arresto «concordato». Napolitano, ieri, ha confermato l'incontro, ma smentito qualunque trattativa. Maurizio Gelli, nello stesso periodo, ha incontrato il capo della polizia Masone. Ma il Viminale ha precisato che non ci fu «alcun seguito». L'avvocato Gentiloni ha poi detto che Gelli si opporrà all'estradizione ed è «sicuro ebe le au¬ torità francesi valuteranno il carattere finanziario-politico del suo reato, commesso più di 20 anni fa, come hanno valutato .reati commessi da altri italiani ospiti in Francia». Fiducia? «Confidiamo nella giustizia francese», ha detto l'avvocato. Ma se da una parte si negano trattative con il governo italiano, dall'altra parte la famiglia lascia credere che ci possa essere stato qualcosa di più con la polizia francese. Certo qualcosa ancora non quadra in tutta questa operazione. Venerdì è stato evidente uno scambio polemico attraverso messaggi cifrati. I francesi, per esempio, hanno dato da Parigi con enfasi la notizia del tentativo di suicidio che ha sorpreso e imbarazzato gli italiani. La versione dell'arresto è rimasta sostanzialmente la stessa. Ma i dettagli di come è avvenuto sono cambiati almeno tre volte. L'ultima versione dei fatti è che giovedì verso le 13,30 l'auto della nuora di Gelli Marta è stata bloccata poche decine di metri fuori dall'uscita del garage del residence dove abitava il Venerabile. Secondo il rapporto della polizia francese, l'arresto sarebbe invece avvenuto al secondo semaforo di boulevard Camot, che si trova a un chilometro e mezzo di distanza. Il primo giorno s'era invece detto che Gelli era stato fermato mentre a piedi usciva dal resi¬ dence. Ieri ci hanno raccontato che l'auto presa a nolo dalla nuora all'aeroporto di Nizza è entrata nel garage del residence, uscendone poco dopo con a bordo Gelli. La differenza è minima, la sostanza non cambia. Ma perché non dare subito una versione sola e convincente? Il sospetto di un «appuntamento» - che la famiglia lascia correre - la parte dei veleni della storia. Il vecchio Gelli che deve scontare otto anni di prigione per la bancarotta dell'Ambrosiano vuol tornare in Italia, ma non vuole finire in carcere. E si giocherà tutte le sue carte. Cesare Martinetti wmmmmxmm IL TESORO DEL VENERABILE I TITOLI Dicembre '93: vengono sequestrati in varie banche certificati di deposito e Btp per 1 6 miliardi. Il tribunale della libertà ne ordina poi la restituzione. I CONTI SVIZZERI Febbraio '96: la magistratura svizzera ordina il sequestro di 120 milioni di franchi (oltre 140 miliardi di lire in denaro e lingotti d'oro) depositati su vari conti bancari. IL DENARO Giugno '98: ad Arezzo ^viene trovato * l'àppartamenìo forziere del venerabile: contiene 7 miliardi in lire e valute straniere. L'ORO Settembre '98: a Villa Wanda (Arezzo) vengono sequestrati 1 70 chili d'oro nascosti dentro vasi di fiori. Licio Gelii, in unafoto di qualche anno fa, nel giardino di villa Wanda: i lingotti d'oro w erario già nascosti? Altri dubbi sul trasferimento del capo della P2 in carcere a Marsiglia La famiglia lascia intendere l'esistenza dKcontatti con la polizia francese