Ora il Presidente è proprio nudo

Ora il Presidente è proprio nudo legge le 445 pagine dell'atto d'accusa pubblicato per intero dai maggiori quotidiani Ora il Presidente è proprio nudo L Inquisitore svela al mondo la sua vera personalità UN RITRATTO IMPBETOSO «Mi piacerebbe avere più serietà, ma tutto mi sembra così ridicolo» (Virginia Cassidy, madre di Bill Clinton, in un tema in classe) NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO Come fosse un'anamnesi psicologica, il rapporto Starr svela davanti al mondo intero il carattere e le non più segrete tendenze di Bill Clinton e modifica, in gran parte, la stereotipata immagine che di lui è stata finora tramandata. Spetterà al Congresso americano, se mai ci si arriverà., decidere se esso riveli comportamenti degni dell'impeachment, quel che ha invece già mostrato sono i disturbi della personalità del presidente: in perenne conflitto con se stesso e, quindi, condannato all'ambiguità; immorale per vocazione e moralista per scelta; così bisognoso d'affetto da desiderare di amare e essere amato da chiunque; talmente incline a tutte le possibili opzioni da scegliere per ideologia quella del compromesso, anche e soprattutto con i propri desideri; provinciale; immaturo; impaziente; goloso di frutti proibiti, ma incapace di digerirli, al punto da cercare, come tutti i trasgressori di serie B, di farsi scoprire. Riuscendoci, infine, in pieno. Viene oggi da domandarsi chi mai abbia potuto definire quest'uomo un «sesso-dipendente», un mandrillo implacabile dalle innumerevoli conquiste. Per dubitarne, basta leggere delle sette volte in cui, per sua richiesta, Monica Lewinsky «la testa sollevò dal fiero pasto» prima che lui potesse provare uno slancio d'entusiasmo; della presidenziale motivazione («Non ti conosco ancora abbastanza») e figurarsi quali conflitti potessero annidarsi nell'anima di quest'uomo-bambino cresciuto in una città minuscola chiamata Hope, che andava la sera nella vicina Hot Springs come se andasse sulla Luna e poi ne rientrava, sazio di splendore e peccato per averne goduto le luci. Come già il suo idolo John Kennedy, ha una visione dell'amore fisico frettolosa (che Jfk spiegava con il male alla schiena ferita in guerra e Bill non sa motivare) ma anche pasticciona (più sopra che sotto gli abiti) e, soprattutto, incompleta. Come se fare qualcosa di meno e fermarsi prima evitasse la responsabilità e quindi permettesse (davvero, magari ci crede davvero) di proclamarsi innocenti dell'eventuale colpa. Appare, alla resa dei conti, un ben povero maschio, se è vero che negli ultimi sei anni ha avuto appena due orgasmi. E c'è da crederlo, giacché con la moglie aveva un patto di ferro che escludeva momenti di velluto e altre amanti, a parte Monica, nessuna: poiché se una ci fosse mai stata, a quest'ora lo saprebbero anche i riluttanti monaci del Tibet. Triste l'esistenza di un cleptomane del sesso, che, altroché entrare a ripetizione nelle banche blindate, sgraffigna dagli scaffali della drogheria, poi si blocca, rimette lì prima ancora di aver gustato il bottino e, alla fine, si fa pure beccare e svergognare. Fa, anzi, di tutto perché questo avvenga, giacché solo così la sua anima puritana (battisto-cattolica-ebraica, un pot-pourri di religioni a seconda degli uditori, ma tutte comunque punitive) può essere purgata. Perché altrimenti, scegliersi per amante una che la guardi venti secondi e capisci che non terrà mai la bocca chiusa? Perché insistere e in condizioni sempre più rischiose, con un senatore al telefono, un agente alla porta, qualcuno nell'altra stanza? Per l'incapacità di rinunciare al piacere di un ragazzo bisognoso d'affetto, certo, quale è quest'orfano di un rappresentante (lui sì, mandrillo). Ma non basta. Per il fascino, discutibile ma comprensibile, che questo mistero chiamato donna esercita perennemente su un giovanotto dell'Arkansas, figurarsi se lei viene da Los Angeles e guarda i sigari con aria peccaminosa. Ma c'è di più. C'è la vocazione autolesionista che accompagna tutta la strada di Clinton, il suo bisogno di vincere e distruggere, per poi provare a ricostruire l'impossibile: il suo castello di sabbia edificato sempre a ridosso della marea, destinato a farsi fanghiglia, perché lui con mani sporche provi a rimetterlo insieme. Lui che, a scuola, nell'inscenare un processo, volle a tutti i costi per sé la parte del difensore di Catilina e al professore che l'ammoniva: «Sai che ti assumi una causa persa?», rispose: «E' quello che voglio». Ed è, ormai, a un passo dall'ottenerlo. La sua causa viaggia verso il burrone della sconfitta e lui ce la sospinge abilmente, seguendo i consigli sbagliati, degli altri e del suo istinto. Dice il rapporto Starr che si faceva suggerire le cravatte da Monica (non proprio una regina del buongusto) e ha lasciato decidere la stretegia del dopo-scandalo a Dick Morris («Se confessi adesso, non sopravvivi», gli disse sventatamente a gennaio). Lo credevamo al guinzaglio della sola Hillary, invece era in balia di chiunque, ridotto, perfino, il presidente degli Stati Uniti, ad ascoltare una telefonata di lamentele e recriminazioni della stagista allontanata dalla Casa Bianca, addormentandosi a metà della petulante tirata. Un caso clinico, dunque. O, forse, soltanto e disperatamente, un uomo qualunque, figlio ordinario di un'epoca ordinaria, dove non c'è grandezza neppure nel male e il peccato dei potenti è una piccola strusciata nel bagno, fatta in fretta, senza allegria e con un tale senso di colpa da sperare che qualcuno apra la porta. Gabriele Romagnoli Provinciale, immaturo, impaziente E una vocazione autolesionista, un goloso di frutti proibiti ma anche bisogno di vincere e distruggere e inconsciamente teso a farsi scoprire tentare di ricostruire l'impossibile Immorale per vocazione e moralista per scelta Bisognoso d'affetto al punto di voler amare ed essere amato da chiunque , I Una frase del rapporto Starr si è diffusa veloce: «Il Presidente inserì un sigaro nella vagina della signorina Lewinsky, poi si mise il sigaro in bocca e disse: ha un buon sapore». L'editore di Penthouse Bob Guccione è tollerante: «Mi scandalizzerei solo se il sigaro fosse cubano». Nei negozi va a ruba «il sigaro di Monica» (in alto)

Luoghi citati: Arkansas, Los Angeles, New York, Stati Uniti, Tibet