«Le previsioni non cambiano» di Francesco Manacorda
«Le previsioni non cambiano» LE CRISI E IL VECCHIO CONTINENTE BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si erano lasciati a luglio con il sorriso sulle labbra, si ritrovano a settembre con un brivido che corre lungo la schiena. I Quindici Paesi dell'Unione europea e in particolare quegli Undici che tra poco più di tre mesi cominceranno a utilizzare la moneta unica e sono quindi legati a una disciplina di bilancio particolarmente ricada, dovranno varare la loro nave in un mare - quello dell'economia mondiale - assai più agitato di quel che avessero previsto. Il barometro delle loro economie potrebbe segnare un livello più basso del 3% finora ipotizzato per la crescita del Pil il prossimo anno La crisi asiatica prima e quella russa adesso, unite all'incertezza che aleggia anche in Anerica Latina, hanno avuto finora - se prese singolarmente - effetti assai limitati sull'economia dei Quindici d'export dell'Ue verso la Russia, ad esempio, ammonta a solo il 4% del totale). Ma l'accumularsi delle conseguenze delle diverse crisi potrebbe alla fine incidere in profondità sul commercio estero dei Paesi europei, condizionando anche la crescita del loro Pil e creando qualche difficoltà in più nel rispetto dei parametri di Maastricht. Sono la Francia e l'Italia, per ora, che danno i segnali di maggiore sofferenza. Mercoledì il ministro delle Finanze di Parigi Dominique Strauss-Kahn ha spiegato con la necessità di essere «cauti» a causa della «situazione internazionale incerta» la decisione presa dal suo governo di rivedere leggermente al ribasso dal 2,8 al 2,7% le previsioni di crecita del Pil per il prossimo anno. E anche Romano Prodi ha detto mercoledì in una lunga intervista radiofonica che la crescita del Pil quest'anno potrebbe arrestarsi al 2% (mentre il 2,1% è l'ultima stima della Confindustrial rispetto a un 2,5% ipotizza- «Le previsioni non cambiano» I Quindici confermano l'aumento del pil to nell'ultimo Dpef. Del resto, come aveva fatto rilevare in luglio il ministro dell'Economia Carlo Azeglio Ciampi, il nostro è il Paese che sta crescendo al ritmo peggiore tra gli Undici dell'Euro. In Germania, invece, tutte le previsioni restano immutate, nonostante la crisi russa incida proporzionalmente più su Bonn che sulle altre capitali europee. Ma a due settimane dalle elezioni è difficile che il Cancelliere Kohl voglia mandare un altro segnale negativo ai suoi potenziali elettori. Un rallentamento della performance economica dei Quindici è la linea ufficiale che a tutt'oggi prevale a Bruxelles - non è per il momento in discussione. Le previsioni economiche di autunno, che arriveranno il 28 ottobre prossimo, si spiega, dovrebbero confermare in sostanza quelle del marzo scorso, secondo cui i Quindici dovrebbero aumentare nel '98 il loro Pil del 2,8% e segnare un ulteriore miglioramento nel '99 (finora la stima è del 3%). «Non penso che dovremo fare delle grosse modifiche», ha detto qualche giorno fa il direttore generale della Dg II Giovanni Ravasio al Parlamento europeo parlando dell'anno in corso. Ma ha anche ammesso che per quel che riguarda il prossimo anno nel quale l'Ue ha finora previsto una crescita del 3% - qualcosa potrebbe cambiare: «Nel '99 dovremo prendere in considerazione la situazione globale, le prospettive per il commercio mondiale e l'ambiente competitivo nel quale si troverà l'Ue». E anche il portavoce del Commissario europeo per gli Affari economici e finanziari, YvesThibault de Silguy ha ricordato questa settimana che le previsioni della Commissione per il '99 «sono fatte ipotizzando politiche immutate» e quindi le previsioni di autunno dovranno «prendere in considerazione le informazioni più aggiornate che avremo sulla politica economica e le misure prese dagli Stati membri». Informazioni che rischiano di essere meno buone che nei mesi passati. Francesco Manacorda Wim Duisenberg, presidente della Banca centrale europea
Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Dominique Strauss-kahn, Giovanni Ravasio, Romano Prodi, Wim Duisenberg
Luoghi citati: Bonn, Bruxelles, Francia, Germania, Italia, Latina, Parigi, Russia, Vecchio Continente
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