«L'economia europea sta peggiorando»

«L'economia europea sta peggiorando» Il presidente della Banca centrale esorta a puntare alla riduzione dei deficit di bilancio «L'economia europea sta peggiorando» Duisenberg: niente panico, serve una politica di stabilità FRANCOFORTE. «Niente panico, bisogna perseguire ancora una politica di stabilità». Pur ribadendo che 1' area dell'Euro resta poco toccata dagli effetti reali delle crisi asiatica e russa, il presidente della Banca centrale europea, Wim Duisenberg, non ha nascosto ieri a Francoforte i pericoli striscianti della crisi economica globale: «I rischi per l'area dell'Euro derivanti dagli attuali sviluppi globali - ha spiegato Duisenberg ieri sera nel corso di una conferenza stampa - vanno oltre gli effetti misurabili direttamente. Al riguardo, basta pensare agli effetti di un cambiamento nella fiducia, nelle decisioni di risparmio e di spesa degli europei. Dobbiamo prendere questi rischi seriamente e analizzarli con lucidità, non dobbiamo però drammatizzare». L'eurogovematore ha spiegato che l'attuale situazione di rallentamento dell'economia mondiale, di solidità della ripresa europea e di inflazione destinata a restare bassa anche in futuro, «è coerente con gli sviluppi monetari e finanziari attuali». L'osservazione di Duisenberg è stata letta come una conferma che tra i governatori europei, presenti ieri a Francoforte per la riunione del Consiglio direttivo della Banca centrale, non c'è attualmente la convinzione che procedere a un rapido round di ribassi dei tassi d'interesse sia una risposta adeguata a controllare l'attuale instabilità finanziaria. Duisenberg ha tuttavia osservato che la coerenza di una politica monetaria stabile si riferisce a uno sguardo d'insieme all'area dell'Euro. All'interno dell'area vi sono situazioni differenziate, tra cui quella italiana, caratterizzata da tassi molto più elevati di quelli tedeschi. In merito Duisenberg ha detto di essere certo che il processo di convergenza, «in corso ormai da tre-quattro anni, seppur tra singhiozzi come quello delle ultime settimane», si completerà, fino a produrre tassi sostanzialmente in linea per fine anno. E' stato chiesto a Duisenberg se la Banca d'Italia possa permettersi di aspettare l'ultimo minuto per ridurre i tassi in un colpo solo e l'olandese si è cavato d'impiccio rispondendo: «Tutto può succe¬ dere». Duisenberg vede due fattori peggiorare la situazione finanziaria globale: un processo di «fuga verso la qualità» e, collegato, il passaggio da azioni a obbligazioni. «Il quadro di politica monetaria è più incerto». Lo verificheranno i governatori lunedì prossimo a Basilea insieme a Alan Greenspan valutando gli effetti del calo del dollaro: «La sua brusca caduta - dice Duisenberg - per ora non ci preoccupa, ma se dovesse continuare sarebbe diverso». La fiducia di Duisenberg nella solidità dell'economia europea sembra tale da fargli ripetere un nuovo appello ai governi per la riduzione dei deficit di bilancio: «E' in fasi come queste, in cui l'economia cresce più del previsto che bisogna avvicinare il pa¬ reggio di bilancio. Alcuni Paesi sembrano colpiti da "affaticamento fiscale" di fatto peggiorando il deficit strutturale». Secondo indiscrezioni che circolavano ieri, i governi europei si sarebbero già accordati per specificare nel Patto di stabilità che il pareggio di bilancio andrà ottenuto entro la fine del 2001 (anziché «nel medio termine»). «Un punto focale della riunio¬ ne dei governatori - ha spiegato Duisenberg - era la verifica della crisi finanziaria russa che ha aggravato i timori innescati dall'Asia e da un Giappone in crescita negativa. Non c'è dubbio che ciò frenerà l'economia mondiale». Gli effetti su prezzi e volumi nell'area Euro saranno però modesti date le dimensioni delle regioni in crisi. La crescita in Eurolandia resta salda: «Con- sumi privati e investimenti sono di stimolo anche se l'export frena». «Il continuo aumento della capacità utilizzata degli impianti produttivi e il basso livello dei tassi dovrebbero sostenere gli investimenti». Ciò che Duisenberg invece non ha detto è che la Bce vuole attrezzarsi per ogni evenienza: un comitato di coordinamento della sorveglianza bancaria dovrebbe tenere sotto controllo le condizioni del mercato del credito, decisivo in caso di crisi finanziaria, col ruolo di unità sovranazionale di crisi che includa i Paesi non Euro, per consentire a ogni Paese di accomodare effetti monetari asimmetrici senza toccare l'omogeneità dei tassi d'interesse. La crisi del '98 sembra destinata a cambiare molte cose. Anche ai vertici della Bce si incrina il dogma della piena libertà dei movimenti di capitale: «In casi specifici ed eccezionali si può pensare che provvedimenti di hmitazione dei movimenti, come succede quando si bloccano le -Borse che. cacano troppo, siano utili». Un brivido diverso ha scosso i grattacieli di Francoforte. [c. b.] 1 1 S~ ir LA PAGELLA MI QUINDICI DELLA COMMISSIONE EUROPEA DEL 25 MAR20 1998 5,6 M 61,3 OD IL GRADO DI CONVERGENZA QUALE RISULTA DAL RAPPORTO 'Variazione percentuale della media aritmetica dei prezzi ol consumo degli ultimi dodici mesi* * *Media dei titoli decennali negli ultimi dodici mesi 4** * TASSÌ D'INTERESSE INFLAZIONE DEBITO/PIL Isegno"*' indico \un attivo di bilancio 23 fFonte: ^Commissione \ europeo <S 5,* 1,3 55,8 0,» 3è ' •« «5 P3 te 3 3 ™ SS 6,2 JIII 5,6 Jill 7,8** 62»° 1331 6'7 ED 60'° 2f5 E2D1+1,T 121 3f0

Luoghi citati: Asia, Basilea, Francoforte, Giappone