Toscani, l'ultima provocazione ha il volto dei bambini Down

Toscani, l'ultima provocazione ha il volto dei bambini Down Un centro di riabilitazione per disabili in Baviera teatro della nuova campagna Benetton. Il fotografo: «Meglio questi ragazzi che le top model» Toscani, l'ultima provocazione ha il volto dei bambini Down RUHPOLDING DAL NOSTRO INVIATO Sono i bambini, i nuovi protagonisti della campagna Benetton ancora una volta fotografata da Oliviero Toscani. Bambini che ridono, pattinano sul ghiaccio, vanno a cavallo o guardano l'obiettivo con una faccia un po' così, appena reclinata. Queste immagini che faranno il giro del mondo, 3 milioni di cataloghi per 50 Paesi, 17 miliardi di spesa in collaborazione con Tim per l'Italia e Procter & Gamble nei Paesi anglosassoni, sono l'ultimo pugno nello stomaco che arriva dal colosso veneto di abbigliamento casual. Perché quei bambini ritratti anche in carrozzella o tra le braccia degli educatori, sono tutti piccoli ospiti del centro di riabilitazione Sankt Valentin di Ruhpolding, in Baviera, a un passo da Monaco, quasi al confine con l'Austria. Bambini disabili, dunque. Bambini Down, bambini che vivono in questo centro che sembra una casetta di marzapane con i fiori alle finestre, che a nessuno farebbe mai venire in mente una fiaba. «Perché devo giustificarmi, per queste foto? Come dice una frase che viene dal movimento Dada "gli stupidi vedono il bello solo nelle cose belle"», rivendica Toscani in arrivo da Parigi e in partenza per Tokyo, il maestro dei clic più provocatori degli ultimi venti anni, tutti targati Benetton. Foto che fanno discutere ancora, foto premiate, scatti rifiutati: dal malato di Aids al neonato con il cordone ombelicale ancora insanguinato. «Non c'è violenza in queste immagini. Ci parlano di un mondo senza difese, senza confini, senza preconcetti, un mondo che viene alla luce offrendo l'immediatezza del suo amore», spiega la scrittrice Susanna Tamaro, che ha firmato la prefazione al catalogo della collezione, chiamata I girasoli «perché sono fiori che hanno la testarda allegria dei sorrisi di questi bambini». Apre il catalogo l'immagine di Hildegard, sei anni, griffata Benetton e per nulla imbarazzata quando le chiedono di mettersi in posa, assieme al fotografo e alla scrittrice. Sorride, Hildegard, mentre Toscani le accarezza la testolina bionda. «Io lo so che a fotografare si rubano un po' le anime, ma a me sembra che questi bambini abbiano capito bene. Molto più di certe top model che non hanno alcuna partecipazione, se non quella economica», attacca Toscani, che ancora una volta ama definirsi «non un buonista, ma un provocatore». «Ma è lecito superare ogni limite, pur di vendere un maglione?», viene chiesto a Toscani. E lui risponde, sicuro per aver dovuto dare mille volte la stessa risposta, nata dopo ogni scatto, ogni manifesto, ogni catalogo. «Sono i maglioni, che sponsorizzano la comunicazione», giura lui, dannato da molti pubblicitari che predicevano disastri per l'azienda di Ponzano, che invece gira su oltre 4000 miliardi annui di fatturato. «Vogliamo far pensare le persone», «vogliamo che si aprano i cuori», giura la scrittrice Susanna Tamaro, alla sua prima esperienza in pubblicità «perché quando me lo hanno chiesto ho sempre pensato che fosse una forma di prostituzione e poi ogni mattina ognuno di noi deve fare i conti con lo specchio in bagno». «Questa campagna serve anche a colpire il disinteresse di chi in Italia certe cose le vuole solo nascondere», spiega Paola Balbo nella sua duplice veste di dipendente del Gruppo tessile e di madre di un ragazzo di 17 anni, ricoverato qui al Sankt Valentin. «Sono venuta qui perche in Italia i bambini come Stefan sono abbandonati a loro siessi, quando Franco Basaglia ha aperto i centri ha distrutto tutto», polemizza lei in mezzo ad altre madri, ad altri padri e ai bambini che stanno sullo sfondo della conferenza stampa. I vertici dell'istituto Sankt Valentin hanno ammesso che qualche genitore si è rifiutato di far posare il proprio figlio. «Ma in molti hanno accettato, e molti bambini hanno convinto i genitori più dubbiosi», assicura Karl-Heinz Basalik. E se è vero che da un consorzio di cooperative italiane che danno lavoro a 500 disubili è arrivata a Oliviero Toscani la richiesta di curare una campagna pubblicitaria, è altrettanto vero che saranno in molti a discutere su quel dolce \nta azzurro dove è scritto «Love» che indossa Hildegard. Ma forse è proprio quello che volevano a Ponzano Veneto. Fabio Potetti Due immagini realizzate da Oliviero Toscani nel centro di riabilitazione per disabili Sankt Valentin di Ruhpolding, in Baviera Susanna Tamaro: non c'è violenza in questi scatti