L'indagine

L'indagine L'indagine «Pedinato» su Internet MILANO. Non ci sono state soltanto intercettazioni telefoniche e pedinamenti «classici» per arrivare alla cattura di Gelli. La polizia ha infatti scoperto che l'ex Venerabile, nonostante l'età, per sfuggire ai controlli si era munito di un computer portatile per comunicare spesso con i famigliari via Internet. Messaggi per lo più criptografati non sfuggiti all'attenzione degli esperti d'informatica della Digos di Milano, che hanno seguito le comunicazioni di Gelli anche attraverso il computer. Un'idea astuta quella dell'ex capo P2, visto che per navigare in Internet è necessario collegarsi con un «provider», ovvero una centrale di smistamento difficilmente controllabile. E per le loro comunicazioni, Gelli e i suoi avevano optato ovviamente per un «provider» estero che a sua volta si collegava con uno italiano. Non è stato facile capire quale «chat-line» l'ex gran maestro avesse scelto per collegarsi con i figli. Ma alla fine il «contatto» è riuscito e ora le comunicazioni informatiche, in parte ancora da decriptare, sono in mano agli investigatori. Un'altra traccia utile per individuare il rifugio in Costa Azzurra è stata la rotta seguita dalla potente imbarcazione acquistata dai figli del Venerabile in maggio, pochi giorni dopo la fuga. Una barca di 18 metri con un motore da 600 cavalli, dunque molto veloce, ormeggiata in un molo di Cap d'Ail, vicino a Montecarlo. La barca tra l'altro avrebbe potuto attraccare al molo privato di Ville France sur Mer, la gigantesca villa che Gelli possiede vicino a Cannes, valutata intorno ai 60 miliardi e che ormai da settimane era controllata. Cannes doveva essere quindi solo una tappa intermedia da cui allontanarsi nel momento in cui le condizioni di salute lo avessero permesso. IP- co^l

Persone citate: Gelli, Ville France

Luoghi citati: Cannes, Milano, Montecarlo