«Se cambia maggioranza, elezioni» di Roberto Ippolito
«Se cambia maggioranza, elezioni» Il premier a Bari: le europee saranno occasione di allenamento per le alleanze «Se cambia maggioranza, elezioni» Prodi: l'Italia ha bisogno di stabilità BARI DAL NOSTRO INVIATO Gli altoparlanti bombardano con la «Canzone popolare» di Ivano Fossati. Il presidente del Consiglio Romano Prodi entra nella sala Europa dell'hotel Villa Romanazzi a Bari sentendo ripetere l'inno della vittoria alle elezioni del 1996 dell'Ulivo, la coalizione di centro-sinistra. Ad attenderlo ci sono 400 militanti. Carlo Paolini, coordinatore cittadino del movimento, ricorda il contributo di tutte le forze che lo compongono: partito popolare, verdi, democratici di sinistra e anche Rifondazione definita a Bari ulivista come nessuno. Prodi si diverte ad ascoltare il riferimento a Rifondazione. Ma quando è il suo momento di intervenire quasi alle 22 di ieri non può fare a meno di alludere ai problemi posti dal partito di Fausto Bertinotti da quando è nato il governo. E ricorda che, anche per effetto delle nuove regole elettorali, se un governo entra in crisi non è possibile modificare le formule politiche senza chiamare nuovamente i cittadini alle urne: «In caso di cambiamento - afferma - bisogna fare appello all'elettorato. E' il grande salto in avanti dell'Italia». Quindi Bertinotti, ma anche l'udr di Francesco Cossiga che preme all'esterno della maggioranza, sono avvertiti: per Prodi non si può cambiare la coalizione a partita in coreo: «Serve un punto di riferimento tranquillo e duraturo per cinque anni», taglia corto il presidente del Consiglio, richiamando anche le norme elettorali dei Comuni che hanno consentito a suo giudizio una maggiore stabilità. Il Presidente non solo non accetta l'idea di «governi mutanti» ma fa sapere di non pensare affatto a tirarsi indietro. Tanto che ironizza su chi rimpiange i tempi in cui «ogni sette-otto-dieci mesi c'era un ricambio» di governo. E ironizza anche sul fatto che «a qualcun altro possa toccare il turno della responsabilità». Da Bari Prodi fa perciò un invito alla coesione della maggioranza ammonendo che oggi si cominciano a definire i giochi per le prossime grandi scadenze elettorali, anche se non proprio ravvicinate: «Metà legislatura è il momento in cui si decide con chi ci si presenta alle elezioni successive». Le elezioni europee del prossimo anno possono «servire da allenamento» per le successive elezioni politiche del 2001 e per verificare la tenuta dell'Ulivo. Quindi Rifondazione deve decidere se stare in gioco o no. Ma Prodi non si preoccupa solo delle prospettive dell'Ulivo in Italia. Guarda con attenzione anche al cosiddetto Ulivo mondiale, cioè al prossimo incontro del 21 settembre a New York tra i leader internazionali del centro-sinistra, il Presidente americano Bill Clinton, il capo del governo britannico Tony Blair, il Presidente brasiliano Henrique Cardoso e lo stesso Prodi. Dalla ((tavola rotonda tra i leader del centro-sinistra a livello mondiale» secondo Prodi deve uscire un'indicazione netta: «tenersi per mano». E' vero che l'incontro avviene «nel momento meno propizio, ma è straordinariamente importante». I problemi sono sotto gli occhi di tutti e il presidente del Consiglio li ricorda: «La debolezza del Presidente americano, la situazione russa, le elezioni tedesche e quelle brasiliane hanno creato un momento di grande diffi¬ coltà». E oggi «la politica deve tornare ad avere il controllo serio della situazione». Prodi non manca poi di fare qualche rilievo sul caso personale di Clinton, in ginocchio per la relazione con Monica Lewinsky. Parlando del possibile ricorso anche in Italia del sistema americano delle primarie per la scelta dei candidati alle elezioni il presidente del Consiglio osserva che la personalizzazione della vita politica provoca grande attesa nella figura del leader: «Mai deludere gli elettori». Roberto Ippolito Il presidente del Consiglio Romano Prodi
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