La Russia d'accordo: sì a Primakov

La Russia d'accordo: sì a Primakov La Duma ha confermato la scelta di Eltsin con 315 voti a favore, 63 contrari e 15 astensioni La Russia d'accordo: sì a Primakov IIpremier eletto: sarò un nuovo Roosevelt MOSCA nostro servizio Dopo tre settimane di acutissima crisi politica la Russia ieri si è finalmente dotata di un premier che concilia praticamente tutte le forze in campo. Evghenij Primakov è stato confermato ieri in carica da una Duma quasi compatta: 315 voti favorevoli contro 63 «no» e 15 astenuti. Comunisti e liberali, con l'unica eccezione dell'ultranazionalista Vladimir Zhirinovskij, hanno appoggiato senza riserve l'uomo del compromesso che non promette miracoli economici, ma offre la prospettiva pacifica di un passaggio del potere dal Cremlino in declino. L'atmosfera nell'aula parlamentare ieri pomeriggio era completamente diversa da quella, ostile e rovente, delle prime due votazioni sulla candidatura di Viktor Cernomyrdin. Primakov giocava sul sicuro: già in mattinata, durante una visita al Parlamento, aveva ricevuto garanzie di un voto positivo dai leader dei partiti. Anche il comportamento del neopremier era l'opposto dell'atteggiamento aggressivo e insicuro assunto dal suo predecessore: tranquillo, serio e moderatamente ironico. Presentandosi davanti ai deputati, Primakov si è rifiutato di esporre un programma dettagliato: «Non avrei potuto scriverlo in una notte». Ma poi, in un discorso breve, conciso e abile, ha descritto le sue priorità di «premier politico». Al primo posto per gravità Primakov vede la minaccia all'unità della Russia: «Non è un problema teorico», ha ammonito. E poi ha subito tranquillizzato quelli che temevano una svolta al passato. La Russia di Primakov si posizionerà nei confronti del mondo con una politica «prevedibile, democratica, votata alla difesa degli interessi nazionali, ma senza contrapposizione con altri Paesi». La svolta vera avverrà invece nella politica economica: nessun ritorno indietro rispetto alle riforme, ma «correzione degli errori» commessi dai gabinetti precedenti. In altre parole, una via di mezzo tra il monetarismo alla Gaidar e i piani «sovietici» del Pc: privatizzazione e stabilizzazione finanziaria, ma anche e soprattutto rilancio dell'industria nazionale. La Duma ha accolto con entusiasmo il ri¬ ferimento di Primakov all'esperienza di Roosevelt: aumentare il ruolo dello Stato che «deve regolare molti processi economici». Il contenuto reale delle prime misure anticrisi del nuovo governo dipenderà però dalle trattative dei prossimi giorni. Primakov - portato al potere dall'opposizione - ha già tentato di assicurarsi contro il peri¬ colo di diventare troppo dipendente. Ieri ha invitato tutte le forze politiche a delegare i loro rappresentanti nel suo gabinetto, ammonendo però che potranno diventare ministri solo se si distanzieranno dai loro partiti. Ma per il momento sono i comunisti ad aver riportato la vittoria: due dei loro candidati a premier hanno ieri ottenuto ca¬ riche chiave. Jurij Masliukov, il cervello economico del Pc, è stato nominato primo vice di Primakov. E Viktor Gherascenko, ex capo della Banca Centrale dell'Urss e della Russia, si è visto restituire ieri la poltrona di primo banchiere del Paese dalla Duma, che l'ha eletto governatore con 272 voti favorevoli. Professionista brillante secondo alcuni, antiliberale se¬ condo altri, Gherascenko ha subito promesso di stampare moneta - «in maniera controllata» - e salvare le banche russe dal collasso. Nei prossimi giorni Evghanij Primakov dovrà usare tutta la sua abilità di vecchia volpe di apparato nei negoziati sul nuovo governo. Il suo posto nel ministero degli Esteri nel frattempo è stato preso da Igor Ivanov, fino a ieri primo viceministro. E sono già stati riconfermati in carica i ministri della Difesa Igor Sergheev, dell'Interno Serghej Stepashin e della Protezione civile Serghej Shoigu. Fuori invece i tecnici liberali: l'ex vicepremier Boris Fiodorov, l'ex ministro delle Finanze Mikhaiì Zadornov e quello dell'Economia Jakov Urinson. Ma se la crisi economica è ancora drammaticamente aperta, quella politica e stata risolta - per la prima volta nella storia moderna della Russia con un compromesso quasi unanime. Una soluzione salutata da tutte le capitali occidentali, con il Presidente del Consiglio Romano Prodi che è stato uno dei primi a inviare al nuovo premier russo i suoi auguri, invitandolo anche a visitare l'Italia. Ma Primakov è il primo a rendersi conto delle fatiche che l'aspettano: «Non so davvero», ha detto ieri ai deputati, «se per me è meglio essere approvato ù bocciato». Anna Zaf esova Il Presidente ha spiegato in tv «Si è trattato di un compromesso indispensabile per salvare il Paese» I comunisti ottengono con Masliukov la poltrona numero due del governo più un altro ministero Il primo ministro russo Primakov (a sinistra) sorride all'incontro con i principali leader del Parlamento

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