Caccia iraniani in Afghanistan

Caccia iraniani in Afghanistan Per difendere la città roccaforte dell'opposizione, assediata dai taleban Caccia iraniani in Afghanistan Rafsanjani: giuro che ci vendicheremo per il martirio dei nostri diplomatici TEHERAN. Aerei iraniani sarebbero atterrati ieri all'aeroporto della città di Bamiyan nell'Afghanistan centro settentrionale, a portata dell'artiglieria dei taleban che controllano l'80 per cento del territorio afghano, che stanno avanzando e che di fatto assediano la città. Lo hanno affermato fonti indipendenti a Islamabad, in Pakistan. La notizia che conferma quella che sembra ormai una inevitabile escalation verso la guerra aperta tra i due Paesi, è stata smentita dalla fazione sciita filo iraniana deH'Hezb-i-Wahdat, che controlla Bamiyan, e che potrebbe avere interesse a dimostrare che gli eventuali successi contro i taleban non dipendono da un aiuto giunto dall'esterno. Il portavoce dei Hezb-i-Wahdat, Bahram, ha affermato che la sua fazione ha forze sufficienti per difendere la città dall'avanzata dei taleban. «E' una menzogna: nessun aereo iraniano è atterrato», ha affermato Bahram al telefono satellitare, aggiungendo che l'aeroporto non è alla portata dell'artiglieria dei taleban che sono a 30 chilometri di distanza dalla città. Il conflitto nasce a causa della morte di un gruppo di diplomatici iraniani (secondo Teheran nove, secondo Kabul undici) avvenuta l'8 agosto durante la battaglia delle milizie sunnite contro le opposizioni sciite per la conquista di Mazar e-Sharif. L'Iran «si vendicherà» - ha detto ieri Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, uno dei più alti responsabili iraniani - per la morte dei suoi diplomatici, ma «non prenderà alcuna decisione affrettata». «Non possiamo passar sopra a quanto è accaduto», ha aggiunto Rafsanjani che parlava davanti alla foila riunita a Teheran per la preghiera del venerdì. «Io prometto che ci vendicheremo per il martirio dei nostri figli. Vedrete, agiremo al momento opportuno», ha concluso l'ex presidente iraniano e attuale presidente della più alta istanza di arbitraggio politico del regime. Ieri anche i Guardiani della rivoluzione (Pasdaran) hanno minacciato di ricorrere alla forza contro i taleban. Se «i mercenari taleban e l'esercito pachistano che li sostiene «non risponderanno di ciò che hanno fatto - afferma un comunicato del corpo d'elite delle forze iraniane - i figli della rivoluzione sacrificheranno le loro vite e li puniranno con la forza rivoluzionaria». Il ministero degli Esteri iraniano ha comunicato che due diplomatici di Teheran, catturati dagli «studenti di teologia afghani all'inizio di agosto sono riusciti a sfuggire alla morte». Ma i taleban, che ufficialmente si rammaricano di tali morti, dicono che le vittime sono undici. Mentre l'Iran minaccia ritorsioni e ammassa truppe al confine i taleban, preccupati di evitare l'apertura di un fronte di guerra con il regime degli aya¬ tollah, ammettono le proprie responsabilità nella morte dei diplomatici. In una lettera al segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, il leader supremo dei taleban, il mullah Omar, ha affermato che a uccidere i diplomatici sono stati soldati non identificati e che sarà fatto tutto il possibile per individuarli. Il quotidiano arabo internazionale «Al Qod Al Arabi» ieri ha scritto che i taleban hanno posto il miliardario Osama Bin Laden, considerato il leader mondiale del terrorismo islamico, agli arresti domiciliari. Secondo il giornale, pubblicato a Londra e considerato «vicino» a Bin Laden, questi arresti sarebbero in linea con il nuovo atteggiamento dei taleban. «Al Qod Al Arabi» ha scritto che «gli studenti di Allah» impediscono a Bin Laden di diffondere comunicati, di fare dichiarazioni e di concedere interviste ai mezzi di comunicazione. Il giornale arabo, che in diverse occasioni ha intervistato Bin Laden, non spiega le ragioni del cambio di atteggiamento nei confronti del miliardario. Osama Bin Laden, a cui è stata tolta la nazionalità saudita perché sospettato dal governo di Riad di aver preso parte ad azioni terroristiche, è stato recentemente accusato da diversi Paesi arabi e occidentali di finanziare il terrorismo islamico internazionale. Gli Stati Uniti sono convinti che ci sia Bin Laden dietro gli attentati alle ambasciate Usa di Nairobi e Dar es Salaam in cui sono morte 259 persone e oltre 5000 sono rimaste ferite. [Agi-Ansa] Le scuse di Kabul «Non volevamo l'uccisione degli 11 Puniremo gli autori» Un quotidiano arabo «Lo sceicco Bin Laden è agli arresti nel suo rifugio» A destra, iraniani al confine afghano Sotto, Ali Hashemi Rafsanjani