IL BAMBINO CHE AMAVA BATTISTI

IL BAMBINO CHE AMAVA BATTISTI IL PASSATO CHE RMVE IL BAMBINO CHE AMAVA BATTISTI APPENA si è diffusa la notizia della morte di Lucio Battisti, è stato inquadrato un bambino di otto-dieci anni davanti ai cancelli dell'ospedale con una foto del cantautore. Mi ha colpirò l'immagine di quegli occhi da cui promanava una luce straordinaria, la compostezza con la quale teneva ferma tra le sue manine quel ritratto. Gesti di una malinconica dolcezza che esprimevano l'intensità dell'affetto di un bambino per delie canzoni così lontane nel tempo e per una persona cosi diversa dai divi contemporanei. Da quale angolo dell'anima proveniva questo sentimento sincero e disinteressato per una persona a lui sconosciuta? Se l'avesse incontrato per strada, sicuramente, non l'avrebbe riconosciuto ma solo due note della sua musica sarebbero bastate per fargli cantare le sue canzoni. Quella presenza minuta, pervasa solo di versi in musica e non già di inutili parole 0 di gesti scomposti, e l'evidente dimostrazione del genio dell uomo. L'innocenza di quel bambino spazza via tutte le banalità che da oggi si diranno e si sono già derte sul - fenomeno Battisti»: era di destra, di sinistra, maschilista, femminista... tutte cose inutili. Lucio Battisti, con le sue scelte, la sua vita e la sua arte è la dimostrazione che l'immagine non conta nulla e che l'unica cosa importante è regalare agli altri un'idea, un sentimento, un'emozione, sia questa una canzone, una poesia, una scoperta, un'invenzione. llda Boccassini CONTINUA A PAG. 6 SECONDA COLONNA

Persone citate: Battisti, Boccassini, Lucio Battisti