Costretta a prostituirsi a 7 anni
Costretta a prostituirsi a 7 anni Lucca: una volta al mese la donna accompagnava la nipotina a casa dell'amante in cambio di 300 mila lire Costretta a prostituirsi a 7 anni La nonna la portava per mano dal pedofilo LUCCA NOSTRO SERVIZIO Una volta al mese, senza scampo. Un appuntamento fisso, ineluttabile, perché a 7 anni non ci si può ribellare alla nonna, soprattutto se è lei l'unica figura di riferimento familiare, la tutrice che sostituisce i genitori. Così, nella paura, nella dovuta obbedienza si è consumata per un anno, senza ribellione, la parentesi amara, drammatica di una bambina trascinata e coinvolta negli incontri amorosi fra la nonna, sessantacinquenne, e il suo amante, un pensionato lucchese di 66 anni. Quando le hanno mostrato la fotografia del suo aguzzino, la piccola l'ha afferrata e l'ha ridotta in pezzi. Una conferma, quella rabbia disperata, che ha posto l'ultimo tassello ad un'indagine avviata un anno fa dalla polizia giudiziaria e condotta poi dal dirigente della Squadra mobile di Lucca, Stefano Filucchi. Pedinamenti, intercettazioni ambientali, testimonianze: un cumulo di indizi e prove. La nonna e l'amante pedofilo sono finiti in carcere con l'accusa di violenza sessuale; ma la posizione per la donna rischia di aggravarsi ulteriormente perché gli incontri, se la bambina era presente, venivano pagati. Trecentomila lire circa, ha appurato l'indagine, che l'anziano poteva tranquillamente sborsare ogni volta che riscuoteva la pensione. Così si spiegherebbe lo squallido cadenzare degli incontri mensili. Per la nonna si profila dunque anche il reato di sfruttamento della prostituzione di minore, che potrebbe costarle fino a 12 anni di reclusione. Crimine perseguito dall'agosto scorso nell'ambito delle nuove disposizioni sulla tutela dei bambini. Ed è proprio per tutelare la piccola vittima che gli incontri tra lei e gli inquirenti non si sono mai svolti in questura. In un clima protetto, invece, quello della famiglia che l'ha attualmente in affidamento, ha potuto raccontare a tappe la sua atroce esperienza. Mano nella mano della nonna. Così veniva accompagnata nell'elegante appartamento nel centro di Lucca. La casa del benestante pedofilo, che lì attendeva per dedicarle le sue «attenzioni particolari». Gli inquirenti le chiamano così. Significa che alla bambina è stata almeno risparmiata la violenza carnale. Ma non il disgusto. E al ribrezzo si deve appunto la sua ricerca di aiuto presso la famiglia cosiddetta «d'appoggio», che già la seguiva insieme con la nonna da quando il tribunale l'aveva tolta alla madre, una ragazza nubile, con una vita socialmente disordinata. Le prime significative confidenze sono state consegnate ad un ispettore superiore di polizia, Margherita Castellaro, la quale si è finta amica di famiglia. Particolare dopo particolare la piccola ha ricostruito le sue drammatiche giornate, definendole in ogni dettaglio: l'androne, la casa degli incontri, la stanza maledetta. Infine la reazione rabbiosa, inequivocabile davanti all'immagine dell'uomo presentata all'interno di un album di famiglia, apparentemente innocuo. Nella furia con cui la bambina si è avventata sulla fotografia per distruggerla, gli inquirenti hanno individuato il ricono¬ scimento che ha inchiodato il pedofilo. La migliore, la più tangibile delle testimonianze. Lui, nel carcere San Giorgio di Lucca, davanti al giudice per le indagini preliminari Letizia Di Grazia, ha già fatto le prime ammissioni. E dire che i vicini, i conoscenti, lo hanno definito un uomo «irreprensibile». Single, posizione agiata, a Lucca era fino a ieri considerato un insospettabile. Donatella Bartolini L'uomo e l'anziana sono stati arrestati Lei era stata nominata tutrice al posto della madre La violenza si è protratta un anno Poi la bimba si è confidata con la famiglia affidataria
Persone citate: Donatella Bartolini, Margherita Castellaro, Stefano Filucchi
Luoghi citati: Lucca
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