Prodi di R. R.

Prodi Prodi «Unaferita rimarginata» ROMA. Su una cosa sono tutti concordi, uomini di governo e semplici parlamentari, esponenti della maggioranza e dell'opposizione: nel dire grazie alle forze dell'ordine per la cattura di Licio Gelli. Il verde Pecoraro Scanio, addirittura, ha proposto a Scalfaro di dare un premio speciale alla Polizia di Stato per questa sua impresa. Su tutto il resto, però, le opinioni politiche divergono. Soddisfazione e sollievo sono i toni più ricorrenti nelle dichiarazioni dell'Ulivo e di Rifondazione comunista, ironia e polemica in quelle del Polo. Particolarmente contento è Romano Prodi, secondo cui è stata rimarginata «una seria ferita all'autorità e alla credibilità dello Stato». Più o meno le stesse parole ha usato Massimo D'Alema: il leader della Quercia parla di «fatto molto positivo, che chiude una ferita». Fausto Bertinotti cambia appena metafora e rievoca «lo strappo grave della fuga», di cui la cattura rappresenta «la ricucitura». Più sanguigna, com'è nel suo temperamento toscano, l'immagine di Fabio Mussi, capogruppo della Sinistra democratica alla Camera: «La fuga di Gelli e quella di Cuntrera», dice Mussi, «l'avevamo sentite come schiaffi in faccia». Di qui, adesso, le congratulazioni di Mussi al ministro dell'Interno Giorgio Napolitano, oggetto di strali anche nel suo partito allorché l'ex Venerabile divenne uccel dibosco. E complimenti a Napolitano, ma questa volta in chiave ironica, arrivano da Maurizio Gaspare-i, di An. «Bravo», dice Gasparri sarcastico: «L'anziano Gelli è stato acciuffato grazie alla collaborazione delle forze dell'ordine francesi. Ed il clamoroso arresto è stato realizzato proprio nel momento di maggior discredito del Viminale, travolto dalle polemiche giustamente sorte intorno alla débàcle sul versante dei sequestri». Un concetto ripreso anche da Scajola di Forza Italia e riecheggiato dal leghista Borghezio. Mentre Maceratini, di An, tra il serio e il faceto insinua l'ipotesi che ci siano state trattative sotterranee per la cattura, come ce ne sono state per la liberazione di Sgarella. Al di sopra delle polemiche hanno fatto sentire ieri la loro voce i presidenti delle due Camere, Mancino e Violante, a nome delle rispettive assemblee. Il sindacato di polizia Siulp, i funzionari di polizia, perfino il Gran Maestro del Grande Oriente di Palazzo Giustiniani, Virgilio Gaito, hanno espresso plauso in un coro di consensi che il radicale Massimo Teodori - controcorrente - attacca come «bolsa e retorica strumentalizzazione della cattura». Di tutt'altra opinione Tina Anselmi, già presidente della Commissione d'inchiesta sulla P2, che dice: «Sono contenta, così finalmente si potrà fare chiarezza». [r. r.]

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