Gelli riacciuffato a due passi dalla Croisette

Gelli riacciuffato a due passi dalla Croisette L'ex Venerabile ora è in ospedale a Nizza per accertamenti. Entro un mese l'estradizione? Gelli riacciuffato a due passi dalla Croisette Cannes, aveva la barba e calzava sandali francescani NIZZA DAL NOSTRO INVIATO A due passi dalla Croisette, quasi le due del pomeriggio, il commissario Cavacece scambia uno sguardo con l'ispettore Christophe Allain: «C'est bon», è lui. Allain si fa avanti, blocca quell'uomo con il basco e la barba: «Le papier d'identité, s'il vous plait», documenti. Il vecchio mostra una carta d'identità italiana di un comune toscano. I due si guardano. Cavacece e due ispettori dell'Ucigos osservano. Il vecchio capisce e taglia corto: «Sono Lido Gelli». Interviene il commissario italiano: «Lei è in arresto». Stop. Non una parola in più. Il capo della P2 è in gabbia. E' andata così, ci raccontano, ieri mattina a Cannes. Una giornata memorabile per il giovane e simpatico commissario Cavacece che alle otto di sera raccoglie sorridendo gli applausi dei colleghi della Police Judiciaire: (.(Bravo, c'est le meilleun, è il migliore. E lui: «Sfottono». Ma è contento e si vede. E' l'uomo dello Sco (Servizio centrale operativo della Criminalpol) in Francia. Abitualmente si occupa di mafiosi e camorristi che dalle parti di Montecarlo e in Costa Azzurra amministrano le loro fortune. L'ultimo che ha preso è stato il boss D'Ausilio. Ieri mattina, Andrea Cavacece, ha arrestato Licio Gelli e la sua famiglia. Il Venerabile ora è in ospedale per gli esami medici previsti dalle leggi francesi. Il figlio Raffaello, la nuora Marta SannareUi, la convivente del «maestro» Gabriela Vesile, romena, invece sono trattenuti nella caserma della Police judiciaire. Forse già oggi saranno rilasciati. Per Gelli, secondo procedura, un mese o poco più. per l'estradizione: «Non ci dovrebbero essere problemi», dice Cavacece. Deciderà il parquet di Aix en Provence. C'è stata una trattativa? Il commissario italiano cade dalle nuvole e fa una smorfia per dire: sono settimane che ci lavoro... Da quanto? «Un po' più di un mese». Insomma è dall'inizio di agosto che le infinite tracce di Licio Gelli emerse in vari Paesi si sono riunite in Còsta Azzurra. Lo cercavàho dal 4 maggio, quando è diventata definitiva la condanna a 12 anni di carcere (8 da scontare) per la bancarotta dell'Ambrosiano. Questa è la sua zona rifugio, qui ha una bella e grande villa a Roquebrune, tra Montecarlo e Nizza. Qui lo avevano già preso (1983) dopo la fuga rocam- bolesca da Champdollon, Svizzera. Qui il vecchio Gelli (79 anni) è tornato a confondersi tra i pensionati che passeggiano sulla Croisette, la promenade dei divi del cinema, a nuotare nell'acquario che riteneva più sicuro. La trappola è scattata ieri mattina. Le sequenze, raccontate da Cavacece lasciando qualche angolo oscuro, sono degne di un grande arresto. I poliziotti (italiani e francesi). intercettano la nuora di Gelli e il figlio Raffaello a bordo di una Renault grigia.-E' un'auto presa a;no.-.. leggio a Montecarlo, "dove i due vivono, li sotto casa c'era l'appostamento. Ma non si può dire per non turbare la nebbia di protezione e di finto mistero che circonda da sempre il Principato. Comunque vadano le cose, la verità ufficiale è che le pattuglie di poliziotti italiani e francesi intercettano la Renault. L'auto si dirige all'aeroporto Còte d'Azur di Nizza e qui succede il primo fatto che dà al dottor Cavacece la sicurezza che si tratta di una giornata speciale. I due depositano l'auto appena noleggiata, scompaiono e ricompaiono dopo pochi minuti. Hanno noleggiato un'altra vettura, una piccola Peugeot blu scura. Cambia la macchina e cambia anche il vestito: la signora Gelli prima aveva una maglietta arancione, ora ne indossa una nera. I due ripartono. .L'inseguimento è difficile. I. due,, dice il commissario con gergo poliziesco, «mettono in atto misure di sicurezza speciali». In altre parole si infilano in un itinerario tortuoso, come due che viaggiano a tempo perso. Strade piccole dell'entroterra, poi di nuovo sul mare, poi ancora in collina. Tre ore e qualcosa di più per arrivare a Cannes che si tro- va a venti minuti d'auto da Nizza. I poliziotti, non si sa come, non li perdono. La Peugeot scura resta sempre nel loro mirino. Fino a quando l'auto entra in Cannes e accosta davanti ai giardini di boulevard Car- not. Siamo a due passi dalla Croisette. I due entrano al numero 5 di rue Rouaze, residence Lesjardins de la Croisette, proprio dietro il mitico Carlton, dove scendono i divi di Hollywood in tempi di festival del cinema. E' un grande palazzo anni 70, elegante ed anonimo, vetri fumé, piante e fiori ai balconi. Il commissario Cavacece e l'ispettore Allain si avvicinano all'ingresso. I loro uomini gli stanno dietro ad un passo. Sapevate che stava per comparire Gelh? Risponde Cavacece: «Lo speravamo. Ma non sapevamo nulla: avevamo soltanto capito che qualcosa di speciale doveva succedere». Però l'intesa è chiara tra i due ufficiali di polizia: se Cavacece avesse riconosciuto l'uomo, avrebbe soltanto detto un «C'est bon» al suo collega. L'attesa dura poco. Non più di dieci minuti. Sono quasi le due quando Raffaello Gelli e sua moglie Marta ricompaiono. Con loro ci sono altre due persone. Una donna di una cinquantina d'anni e un vecchio. Ha sandali francescani, non ha calze, pantaloni scuri, una camicia chiara a quadretti, un baschetto blu scuro. E' più magro dell'uomo che si aspettano. Ha una barba grigia abbastanza folta, occhiali da vista. Nessun dubbio? «No - dice Cavacece -, quando l'ho visto non ho avuto dubbi». C'est bon. Il Venerabile ha tirato fuori di tasca una carta di identità italiana intestata a Bruschi Mario, nato ad Arezzo nel '19, professione artigiano. Una persona vera. Deceduta. Licio Gelli, invece, è vivo e di nuovo in gabbia. Cento giorni dopo, la sua ultima (?) fuga è finita. Cesare Martinetti Non ha opposto resistenza ma aveva in tasca una carta d'identità falsa Ora deve scontare 12 anni di carcere ■■!§cifli i - .III fife»;» fili A18 anni è volontario nelle camicie nere» in Spagna, poi rappresentante fascista e quindi ('.repubblichino». All'arrivo degli Alleati è con i partigiani e collaboro j Alia line della guerra si trasferisce in Argentina, dove si lega & Peión e Lopez Rego. Tornato in Hallo, divento socio dei Irareli! bbole e proprietario dello sìnbiltiTtcnio Gioie di Cosfigiion ribocchi. LA MASSONERIA, Vi entra nel'63, e nel '66 è trasferito alia loggia «Propaganda 2». - :;0Della P2 diventa poi Gran Maestro. Sotto la sua iBlltóll, 1 guidala loggia segreta .cresce e allarga i suoi tentacoli in ogni ramo del potere. LE INDAGINI. Quando, il 17 marzo 1981, i giudici milanesi Turone e Colombo, ^^31L indagando sul crack Sindone, arrivano alle liste, scoprono quasi mille ' nomi di affiliati tra i quali ci sono tre ministri in carica, due ex ministri, 38 parlamentari, finanzieri come Michele Sindona e Roberto Calvi, editori, giornalisti (tra cui l'aflora direttore del Corriere della Sera), militari, capi ed ex capi dei servizi segreti, prefetti, questori, magistrati. La P2 risulta coinvolta direttamente o indirettamente in tutti i maggiori scandali degli ultimi 30 anni. LA GIUSTIZIA. 22-5-1981. E' colpito da un ordine di cattura dopo la scoperta delle liste della P2. Si dà subito allò latitanza.