Boselli

Boselli Boselli «Noi siamo Vago della bilancia» Enrico Boselli ROMA. Il summit di maggioranza è appena finito e sul portone di palazzo Chigi un muro di telecamere, microfoni e cronisti si avventa sul leader di turno. Chi sarà? D'Alema? Bertinotti? Marini? No, è il leader dei socialisti Enrico Boselli, fino a qualche mese fa ignorato dai mass media. Boselli, come mai questa improvvisa popolarità? «Prima c'era una congiura del silenzio, ma dopo che alle elezioni di, marzo siamo andati sopra il 4 per cento, era difficile ignorarci. In più portiamo, avanti le nostre prò-, poste con una certa tenacia. A cominciare dalla Commissione d'inchiesta su Tangentopoli». Era un po' di anni che non provavate l'ebbrezza di essere ago della bilancia... «Sì, credo che la nostra coerenza e la nostra posizione ferma all'interno della maggioranza abbiano contribuito non poco a rimettere in discussione una questione che sembrava chiusa». All'inizio eravate in pochi a credere nella commissione? «Pochi? Diciamo la verità: nell'Ulivo eravamo soli, eravamo gli eretici». Dopo il summit di palazzo Chigi, la commissione è davvero più vicina? «Credo di sì, perché nella riunione di maggioranza si è preso atto che se il centro-sinistra dice no alla commissione d'inchiesta viola una delle regole di 50 anni di vita democratica: alla opposizione non si può negare la richiesta di istituire una commissione parlamentare». Oltretutto in queste ore, nell'Ulivo, comincia a serpeggiare un timore: che la commissione nasca con il voto del Polo più frange di centro-sinistra... «Oggi il centro-sinistra ha la chiave della soluzione, è ancora in grado di decidere di fare la commissione e di porre le condizioni. Ma se si perde tempo, beh, il 23 può accadere quello che lei ipotizza...». C'è un'altra possibilità: che Ulivo più Rifondazione boccino la commissione... «E le conseguenze politiche sarebbero gravissime: un clima politico avvelenato e andrebbero a farsi benedire tutti i discorsi sulle riforme istituzionali». A dir la verità il primo a chiedere questa commissione è stato sì un socialista, ma il suo nome era Bettino Craxi... «E quella proposta di Craxi non era affatto infondata. E in ogni caso, a prescindere dalla paternità della proposta, voghamo dire che in questo Parlamento esistono 11 commissioni d'inchiesta, da quella sulla mafia a quella sullo scandalo Federconsorzi e non c'è una commissione che indaghi sul più grande scandalo della storia della Repubblica? Non è incredibile?». [f. mar.] i n i o a a a o Enrico Bosell

Persone citate: Bertinotti, Bettino Craxi, Boselli, Craxi, D'alema, Enrico Bosell, Enrico Boselli

Luoghi citati: Roma