«Meglio ie dimissioni dell'impeachment»

«Meglio ie dimissioni dell'impeachment» Deputati, senatori e ambienti finanziari: risparmiare al Paese un calvario istituzionale «Meglio ie dimissioni dell'impeachment» Clinton sotto pressione. Oggi il rapporto Starr su Internet WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Bill Clinton si prepara a dar battaglia per salvare la sua Presidenza moribonda, ma suo malgrado lo spettro delle dimissioni comincia ad agitarsi nel Paese di fronte alla prospettiva di una lunga e lacerante inchiesta del Congresso sul caso Lewinsky. Alla Casa Bianca insistono che nessuno ancora parla apertamente di dimissioni, che il Presidente continuerà a chiedere scusa al Paese nei giorni e nelle settimane a venire e che una squadra anti-impeachment si prepara a contrastare gli effetti del Rapporto Starr. Ma l'impressione di molti osservatori è che sia ormai troppo poco e troppo tardi. E che ogni iniziativa presa dal Presidente venga travolta continuamente da eventi che sfuggono al controllo dei più scaltri «stregoni» politici della Casa Bianca. A meno di sorprese, il Rapporto Starr comincerà a essere divulgato su Internet oggi tra le due e le quattro del pomeriggio, tra le otto e le dieci di sera in Italia. Due documenti, quasi 500 pagine in tutto, saranno subito messi a disposizione del pubblico: nel primo il procuratore descrive dettagliatamente i fatti; nel secondo descrive i reati commessi e spiega perché costituiscono motivo sufficiente per un impeachment, cioè per la messa sotto accusa del Presidente. Nei giorni successivi, il presidente della commissione Giustizia Henry Hyde esaminerà la voluminosa documentazione raccolta da Starr - quelle deposizioni, quei verbali che contengono i dettagli più intimi di questa vicenda - per assicurarsi che persone innocenti non vengano danneggiate dalla divulgazione. E la renderà pubblica via via. «Nel giro di due settimane», ha promesso Newt Gingrich, lo speaker della Camera, «avremo consegnato tutto al pubblico». Ma già la diffusione oggi dei primi due documenti potrebbe avere un impatto devastante. La lista dei reati compilata da Starr è molto lunga e dettagliata. Il procuratore accusa il Presidente di aver commesso ben quattro reati che a suo avviso giustificano l'impeachment: spergiuro, abuso d'ufficio, inquinamento delle prove, ostruzione di giustizia. Nei mesi prossimi la Camera dei rappresentanti dovrà decidere se le accuse di Starr sono fondate e se il Presidente va effettivamente messo sotto accusa. In caso affermativo toccherà al Senato processarlo, l'anno prossimo. Ed è proprio la prospettiva di un lungo periodo di paralisi che spinge un numero crescente di Congressmen a chiedere le dimissioni del Presidente. Ieri è toccato al senatore repubblicano del Kansas Sam Brownback, che ha detto di voler «risparmiare al Paese uno spettacolo debilitante». E con Brownback salgono a sette i senatori che hanno chiesto pubblicamente a Clinton di andarsene. I deputati sono già ventisette, tra cui il numero due e il numero tre del partito repubblicano alla Camera, Dick Armey e Tom DeLay. Per ora un solo democratico - il deputato della Pennsylvania Paul McHale - ha chiesto le dimissioni del Presidente, ma privatamente molti esponenti del partito non escludono più un'ipotesi del ge- nere. Mike McCurry, portavoce della Casa Bianca, alla domanda se il Presidente stesse contemplando le dimissioni ha risposto in modo criptico: «Non posso prevedere il futuro». Ed è significativo che il senatore Tom Daschle, leader dei democratici al Senato, uscendo ieri mattina dalla Casa Bianca dopo aver assistito a un'ennesima manifestazione di contrizione da parte del Presidente, ha det¬ to che l'ipotesi delle dimissioni non era stata discussa con Clinton: «Ma questa vicenda in qualche modo va chiusa. Il Presidente deve poter dedicare le sue energie al governo del Paese». Pressioni per un'uscita di scena del Presidente cominciano ad arrivare dagli ambienti finanziari, preoccupati dall'impatto negativo che i prossimi mesi di incertezza potrebbero avere sui mercati e sull'econo¬ mia americana. Ieri Wall Street ha vissuto un'altra giornata nera, con una forte caduta dell'indice Dow Jones, a causa degli sviluppi a Washington. «Alan Greenspan è la personalità dominante della politica economica americana ed è saldamente in sella - spiega David Kern, capo analista della Westminster Bank -. Non ci sono grosse decisioni di bilancio da prendere. Al Gore potrebbe seguire il cammino già tracciato». [a. d. r.] Quattro accuse: abuso d'ufficio, spergiuro inquinamento di prove intralcio alla giustizia Il Presidente continua a scusarsi e forma una squadra anticrisi Dal celeberrimo sigaro alla macchia sul vestito, dal kamasutra alla passività dalle altre sette stagiste ai regali scottanti, ci saranno conferme e smentite Il furgone con i dossier del rapporto Starr arriva a Capitol Hill A destra David Kendall il legale di Clinton «Non ci sono elementi per l'impeachment»

Luoghi citati: Capitol Hill, Italia, Kansas, Pennsylvania, Washington