« Noi usiamo un'altra tecnica»

« Noi usiamo un'altra tecnica» LE STRADE DELLA RICERCA « Noi usiamo un'altra tecnica» Flamigni: ma solo per evitare malattie genetiche CBOLOGNA OME ricercatore non sprecherei il mio tempo né userei risorse pubbliche per garantire un fiocco rosa anziché azzurro a genitori capricciosi. Altro discorso, invece, sono la ricerca e l'impegno finalizzati alla predeterminazione del sesso per evitare patologie». Carlo Flamigni, uno dei pionieri della fecondazione artificiale in Italia, responsabile del «Centro di sterilità e fecondazione assistita» dell'Università di Bologna, scuote la testa alle notizie che giungono da New York. «Sono almeno dieci anni che le tecniche di separazione di spermatozoi sono applicate. Ne esistono di diversi tipi, ma nessuna dà la certezza assoluta. Bambini con sesso predeterminato ne sono già nati in tutto il mondo». E' una tecnica conosciuta e applicata Il profes r Carlo Flamigni anche in Italia? «A Bologna esiste un centro privato che è in grado di soddisfare queste richieste che, per fortuna, mi risulta siano poche. Nel mio istituto non diamo risposte di questo tipo. Lavoriamo invece da circa due anni su un'altra tecnica, la diagnosi genetica pre-impiantatoria su embrioni, che, al contrario della separazione di spermatozoi, dà la certezza assoluta sul sesso del nascituro». Con quali finalità applicate questa tecnica? «Lo scopo non è di accontentare i genitori che dopo aver avuto due figli maschi desiderano la femminuccia. L'obiettivo è predeterminare il sesso del nascituro solo nei casi in cui malattie familiari o problemi genetici della cop¬ pia renderebbero estremamente elevata se non certa la probabilità, nel caso, ad esempio, di nascita di un maschietto, di trasmissione della malattia al nascituro. Una trasmissione che potrebbe invece essere evitata se al mondo venisse una bambina». E' una tecnica che ha già dato risultati? «Proprio un mese fa è nata una bimba da una coppia seguita dal nostro istituto, che se avesse avuto un maschio sarebbe nato con una grave malattia muscolare degenerativa. In questo caso, la donna avrebbe abortito. La diagnosi pre-impiantatoria ha consentito di eliminare gli embrioni portatori di malattia e quindi un aborto. Noi siamo stati doppiamente fortunati: la bimba è nata sana e non è neppure portatrice della malattia». Per i cattolici un intervento sugli embrioni equivale comunque a un aborto. «Ma in Italia non ci sono solo i cattolici. E ri¬ tengo che predeterminare il sesso per evitare la trasmissione di malattie genetiche sia uno scopo per il quale la ricerca debba fare passi in avanti e si debbano impegnare risorse pubbliche». La diagnosi genetica pre-impiantatoria è molto costosa? «E' straordinariamente costosa, perché richiede l'utilizzo di tecniche e di culture diverse. Serve un lavoro di équipe molto sostanzioso». Al vostro istituto sono giunte molte richieste? «Sì, da coppie con malattie genetico-familiari. Spesso le mandiamo in Gran Bretagna dove esistono centri specializzati. E' la destinazione più vicina. Da parte nostra, proseguiamo la ricerca». Marisa Ostolani Il professor Carlo Flamigni

Persone citate: Carlo Flamigni, Flamigni, Marisa Ostolani

Luoghi citati: Bologna, Gran Bretagna, Italia, New York, Ome