Filippine, ultrà islamici rapiscono un prete italiano
Filippine, ultrà islamici rapiscono un prete italiano Sequestrati e poi liberati anche dodici civili Filippine, ultrà islamici rapiscono un prete italiano MANILA. Un sacerdote italiano, Luciano Benedetti, è stato sequestrato martedì sera insieme a dodici filippini - questi ultimi rilasciati poco dopo - sull'isola di Mindanao, nelle Filippine. Benedetti è stato portato via da un gruppo di una trentina di uomini ben armati che hanno fatto irruzione in un piccolo negozio nei pressi della parrocchia di San José a Sibuco. In seguito i rapiti di nazionalità filippina (tra cui sei bambini) sono stati ritrovati in una zona montagnosa dell'isola. Benedetti, 56 anni, è da circa 10 anni nelle Filippine come missionario sull'isola di Mindanao dove la maggioranza della popolazione è di fede musulmana. La polizia è stata avvertita del sequestro da una persona che è riuscita a sfuggire ai rapitori. Le autorità ritengono che gli autori del rapimento siano gli estremisti musulmani del gruppo «Abu Sayaf». Fino a ieri sera i rapitori non avevano preso contatti con le autorità locali né diramato richieste di riscatto. «Abu Sayaf», una delle due formazione eversive islamiche operanti nel Sud delle Filippine, sarebbe finanziata da Osama Bin Laden, l'uomo considerato il massimo sponsor del terrorismo internazionale. A denunciare il legame tra il gruppo e Bin Laden, sospettato di essere stato il cervello, tra l'altro, delle stragi di Nairobi e Dar es Salaam, è stato ieri un funzionario filippino, governatore della provincia di Basilan, Wahab Akbar: stando alle sue dichiarazioni, Abubakar Abdurajak Janjalani, il leader del gruppo fondamentalista, ricevette una certa quantità di denaro da Bin Laden nei primi Anni Novanta. Il denaro venne usato per l'acquisto di armi di.diverso tipo, tra cui fucili automatici «M-14» e «M-16». [AgiAdnKronos]
Persone citate: Abubakar Abdurajak Janjalani, Benedetti, Bin Laden, Luciano Benedetti, Osama Bin Laden, Wahab Akbar
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