Tra Polo e Ulivo il fattore-Fazio di Stefano Lepri
Tra Polo e Ulivo il fattore-Fazio Tra Polo e Ulivo il fattore-Fazio Solaroli (ds): ma il governatore s'è schierato? ROMA. Gli industriali si dicono entusiasti di lui, l'Ulivo lo attacca, l'opposizione lo difende: Antonio Fazio è finito, in un modo o nell'altro, nella confusa mischia della maggioranza instabile e della corsa al Quirinale. In questi giorni, dalla Confindustria è tutto un coro di lodi al governatore della Banca d'Italia. Una piena concordanza c'è sul serio - meno tasse alle imprese, più flessibilità del lavoro - in materie però diverse da quella che è la responsabilità precipua della Banca centrale, cioè la politica monetaria. Qui, ed è la novità, la solitudine del governatore sembra oggi maggiore che in passato. Nel paradosso nascosto sta forse la ragione per cui è venuto ieri alla luce il malcontento che da mesi si accumulava nelle forze dell'Ulivo contro Fazio. Punta dell'iceberg è un'uscita di Bruno Solaroli (Ds), presidente della commissione Bilancio della Camera: «Che cosa vuole il gove. nati 'e? Si è schierato o vuole rendere più difficile ciò che già non è facile? Certo vanno ridotte tasse e costo del lavoro; ma si possono anche ridurre i tassi di interesse, per aiutare le imprese». «(Attacco inaccettabile» risponde il vicepresidente dei deputati Udr Teresio Delfino. «Prova di nervosismo della sinistra» accusa Pietro Armani di Alleanza nazionale. Più tardi, il responsabile economico di Botteghe Oscure Lanfranco Turci ha sconfessato Solaroli. Ma il mugugno esiste: il «si è schierato?» raccoglie le chiacchiere di palazzo su un Fazio alleato con chi oggi vuole rifare la Democrazia cristiana, e forse pronto a un salto nella politica in futuro. Chiacchiere magari di segno opposto a quelle di 4 anni fa, quando il Polo al governo lo annoverava tra i suoi nemici. Romano Prodi, sempre ieri, è stato più sottile. Da economista, mette in rilievo una possibile contraddizione: «Da un lato li governatore dice meno tasse. dall'altro dice bilancio in pareggio, e io prendo tutti e due gli ammonimenti. Abbiamo cominciato a diminuire le imposte, ma mirando al bilancio in pareggio». Sulla politica monetaria la Confindustria mette volentieri la sordina. Ma quando parla, è critica: «Se si anticipasse a settembre un taglio dei tassi di interesse, sarebbe una cosa utile - dice Guidalberto Guidi, consigliere incaricato per il centro studi - perché ora le imprese decidono i piani di investimento e le assunzioni». Tra gli economisti, sono numerosi quelli che lodano il comportamento passato di Fazio, «il governatore a cui resterà ù merito di avere stroncato l'inflazione» ma non capiscono In Banca d'Italia sono convinti che la crisi estiva abbia dato ragione alla prudenza: uno dei motivi con cui fu giustificato il mancato calo del tasso di sconto in luglio era proprio il troppo alto, e perciò fragile, livello delle quotazioni di Borsa. Ma diversi economisti sostengono che il dato citato a sostegno delle preoccupazioni, l'eccessiva crescita della moneta, sia stato al contrario l'effetto dei tassi a breve troppo elevati. Addirittura un membro del direttorio Bundesbank, Reimut Joachimsen, per di più considerato un «falco», si è espresso nello stesso senso. Concordano due agguerriti uffici studi bancari, quello della Co- mit e quello del San Paolo di Torino. «Certo che è così - sostiene Giacomo Vaciago, uno tra i più noti economisti monetari italiani - e anzi con questa crisi delle Borse assisteremo a un ulteriore aumento della liquidità. Saranno soldi messi "in parcheggio", non esprimeranno un potenziale inflazionistico. Dopo la crisi di agosto, è chiaro che la convergenza europea si farà al livello attuale dei tassi tedeschi, non a circa mezzo punto più in alto come si prevedeva prima». Rispetto all'ultimo pronti-contro-termine della Banca d'Italia, sono quasi 2 punti in meno. Stefano Lepri Per l'Udr «attacco inaccettabile» An: troppo nervosismo a sinistra
Persone citate: Antonio Fazio, Bruno Solaroli, Giacomo Vaciago, Guidalberto Guidi, Lanfranco Turci, Pietro Armani, Romano Prodi, Solaroli, Teresio Delfino
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