Giustizia, oggi super-vertice da Prodi
Giustizia, oggi super-vertice da Prodi I segretari del centrosinistra discutono il piano del governo per uscire da Tangentopoli Giustizia, oggi super-vertice da Prodi Guerra sull'indulto. Flick: mai proposto ROMA. Giornata di tempesta tra i partiti dell'Ulivo che si sono visti attribuire (da indiscrezioni pubblicate da La Repubblica) la paternità di un documento che proporrebbe l'indulto per le forme minori di corruzione, con la non applicazione della pena (ma sospensione temporanea dai pubblici uffici) purché venga restituito il maltolto. Più revisione dei reati societari, del falso in bilancio, la depenalizzazione del finanziamento illecito ai partiti. Gli alleati di governo frastornati chiederanno chiarimenti a Prodi in un «vertice» dei segretari convocato per oggi alle 12,30 a Palazzo Chigi e al quale sarà presente anche Bertinotti. Nel pomeriggio si vedranno poi gli esperti dei partiti della maggioranza per discutere delle cose da fare in materia di giustizia. D'Alema, Marini, Dini e tutti gli altri, in realtà, non ne sapevano nulla della proposta che hanno letto su Repubblica ed hanno fatto presto ad individuare il «colpevole». Il documento diffuso era stato elaborato dal ministro della Giustizia, Flick, senza dir nulla a nessuno. Salvo al presidente del Consiglio Prodi che, ieri mattina a Radioanchio, dava la sua copertura al ministro definendo «sostanzialmente» vere le indiscrezioni e «molto saggia» la proposta. E non solo. Romano Prodi ha colto l'occasione per certificare la morte definitiva della commissione Bicamerale per le riforme (e del tentativo di D'Alema di tro- vare un accordo col Polo). «Il governo non può pensare che il capitolo riforme sia chiuso con la chiusura della Bicamerale. Il fatto che si sia chiusa una parentesi non cancella il problema». Conclusione: ora di riforme me ne occupo io. E se non ci sarà una maggioranza ampia (col Polo), si lavorerà «con la maggioranza possibile, perché il Paese non può fermarsi». E' un Prodi che gioca in attacco quello che si sono trovati di fronte ieri i suoi alleati. Un Prodi che vuole tagliare definitivamente le gambe a quanti, nell'Ulivo, tentano ancora di stabilire contatti col Polo per realizzare le riforme. A Franco Marini, segretario dei popolari, che vorrebbe che fosse approvata la commissione di inchiesta su Tangentopoli (chiesta dal Polo), anche per rivedere la storia degli ultimi anni della de. E a Massimo D'Alema, segretario dei Ds, che si sta impegnando a mediare con Rifondazione comunista per salvare il governo. Di fatto il presidente del Consiglio dice ai suoi alleati popolari: con la proposta di Flick (che è gradita anche a Di Pietro) vi do gh stessi risultati «giudiziari» che vi aspettavate dalla commissione di inchiesta su Tangentopoli. Vi va bene o volevate anche altro, tipo fare crescere il grande centro? Il commento dei diniani (ricercatori di accordi col Polo) è rive¬ latore. «Qualcuno, con le sue fughe in avanti, lavora per sabotare la ripresa del processo riformatore con un progetto comune della maggioranza», accusa Marianna Li Calzi. Il segretario dei socialisti democratici, Boselli, definisce «un baratto» da respingere quello che offrirebbe Prodi: indulto invece della commissione di inchiesta col Polo. In realtà, le reazioni degli alleati di governo sono state polemiche più per il «come» è stata lanciata la proposta di Flick, che per il suo contenuto. Sul quale, più o meno, stavano discutendo tutti da tempo. «E' una forzatura», ha detto Franco Marini. «Non c'è alcuna proposta dell'Ulivo su Tangentopoli», ha concordato il ds Cesare Salvi. Il ministro Flick è stato chiamato a rapporto dai capigruppo della maggioranza al Senato e lì ha fatto marcia indietro dicendo che la sua proposta era solo «un appunto» steso per facilitare la discussione di oggi. L'opposizione ha capito il senso politico della mossa di Flick (e di Prodi) giudicandola «un siluro contro la commissione di inchiesta su Tangentopoli» (Pisanu, di Forza Italia). «C'è attrito tra i fondamentalisti e i politici del governo», osservava Casini, del Ccd. Nel complesso, reazioni guardinghe e preoccupate. Massimo D'Alema, palesemente chiamato in causa da Prodi cmando ha parlato del fallimento della Bicamerale, ha risposto elegantemente definendo «un con¬ tributo» quello che il presidente del Consiglio potrà dare per la ripresa del cammino delle riforme. Preoccupati anche i presidenti delle Camere per la mossa prodiana che mira a contrapporre frontalmente i due poli. Il presidente della Camera, Violante, propone di votare il 23 per la commissione di inchiesta e poi riunire l'ufficio di presidenza della Bicamerale per chiedere, di fatto, al Polo se veramente non ne vuole piii sapere di riforme. «Qualcuno dica con chiarezza se ci sono le condizioni di andare avanti», è l'estremo appello a Berlusconi. E anche Mancino dice che se si rasserena il clima si potrà dar vita alla commissione di inchiesta. Alberto Rapisarrìa TANGENTOPOLI ® Snellire i protessi $ Niente prigione a chi confesso ® Condanna e sanzione penale definitiva » Consentire l'estinzione dello pena per chi restituisce le tangenti • Niente ricorsi in Appello e in Cassazione ® Interdire i pubblici uffici ai condannati FINANZIAMENTI ILLECITI & Depenalizzore il finanziamento illecito ai partiti, prevedendo solo sanzioni di tipo amministrativo & Prevedere norme più severe anticorruzione Rivedere le norme sui PACCHETTO FLICK e? Approvazione ropida del pacchetto Flick {riforma ministero Grazia e Giustizia, niente prigione per chi confessa, legge sui pentiti, nuove competenze ai giudici di pace, "pagelle" ai magistrati). « Amnistia per i reati minori reati societari (falso in bilancio e false comunicazioni LA PROP05TA ì societarie) DELL'ULIVO ] ssr KM Il presidente del Consiglio Romano Prodi
Luoghi citati: Roma
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