D'Alema, un giorno in giallo di Cesare Martinetti

D'Alema, un giorno in giallo Il segretario del Pds con Montalbàn e Camilleri alla Festa dell'Unità D'Alema, un giorno in giallo BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO Il disincanto non si addice alla politica. E dunque Massimo prova a tirare a sé due campioni del disincanto, Pepe Carvalho e il commissario Montalbuno, rappresentati alla Festa dell'Unità da Manuel Vàzquez Montalbàn e Andrea Camilleri, inventori dei due investigatori. Con Montalbàn gli va bene: «Alla parola "sorpasso" del vecchio pei, la sinistra italiana deve sostituire la parola "vittoria"». Con lo scrittore il segretario fatica di più. Infine Camilleri piega «l'umor nero» dei 73 anni citando il filosofo: «11 corso delle cose è sinuoso, molto è richiesto all'audacia e talvolta le vicende del mondo corrispondono alla volontà». Camilleri se lo «augura». Si parla per metafore. D'Alema s'è preso una giornata di vacanza alla Festa dell'Unità per moderare il dibattito tra Montalbàn e Camilleri. Ma è stata una vacanza si-fa-per dire perché, gialli o non gialli, è la politica che interessa al segretario e quanto ci sia di trasfigurabile nell'I¬ talia di oggi dell'ultimo Montalbàn («O Cesare o nulla»), la storia dei Borgia, ovvero sia la storia di una famiglia che antepone il potere a tutto. Una «famiglia partito che sacrifica i destini individuali a quelli collettivi?», chiede D'Alema. «E' una bella metafora», risponde Montalbàn. E si capisce che si sia parlando di partito comunista, il «moderno Principe», secondo Gramsci, suggerisce D'Alema ricordandone l'«esito doloroso». Certo, il partito come «mondo chiuso», dice Montalbàn, finito com'è finito, in un'epoca di transizione come questa, in attesa di un «uomo nuovo», che una volta era facile definire nei caratteri e nei desideri e che invece adesso è molto più complicato, un «enigma». Tocca alla politica il «coraggio di scommettere sul futuro», dice D'Alema. E alla letteratura? Insomma, cliiede il segretario, oggi la letteratura può essere ancora utile a formare una coscienza civile, a comunicare valori civili e contribuire alla formazione civile? Spinosa questione. Tornano in mente la letteratura di «impegno politico» e gli mtellettuali-scrittori organici. «Montalbàn - sentenzia D'Alema - ha dimensione "militante", Camilleri meno». E dunque, chiede il segretario, anche se il commissario Montalbano rivela il suo impegno civile nello smascherare una criminalità che spesso ha il volto del potere, deve rimanere per forza questo «pessimismo dell'intelligenza siciliana»? Quest'idea che tutto cambia e nulla cambia? Andrea Camilleri l'ha presa larga: «Ho letto che solo il 30 per cento degli italiani parla il dialetto...». Nel dialetto c'è la persistenza dei vizi, del disincanto, c'è l'inerzia della conservazione: «Murino è, mutino sarà», mondo è mondo sarà, dicono i siciliani, che è come dire che non cambia mai niente. «Quando scrivo - spiega lo scrittore siciliano - non mi propongo nulla se non di rappresentare quello che sono e quello che penso. La verità è che malgrado le botte in testa, appartengo alla generazione che ha creduto al futuro dell'uomo. Non credere più sarebbe come tirarmi un colpo in testa». Dunque sì alla letteratura che educa a una coscienza civile, come vorrebbe il segretario? Sì e no. Risponde Camilleri: «La letteratura ha funzione di conoscenza, ma senza darlo a vedere. Se no diventiamo maestri e facciamo propaganda». I cambiamenti però ci sono, dice Camilleri, ma nascono dall'interno, anche in Sicilia dove stanno imparando che i templi di Agrigento sono un bene di tutti. Si va di fioretto, tra D'Alema e Camilleri. Dice lo scrittore siciliano: «I nostri investigatori non sono disincantati, ma hanno il senso della possibile sconfitta che non è disincanto, ma la consapevolezza che tutto ci può andare di traverso. Cinquantanni di storia ci sono andati di traverso». Replica D'Alema: «Sì, sono eroi con il senso della sconfitta. Noi abbiamo in questi anni faticato ad accettare l'idea della possibile vittoria... Chi fa politica, sente il bisogno di rialimentare la politica, c'è il rischio che si riduca a pura tecnica. La sinistra subisce un certo sconfittismo, ma non può rinunciare ad alimentare la speranza che si può migliorare la propria vita. La stagione in cui si diceva che la storia era finita è tramontata». Possono fare qualcosa Carvalho e Montalbano? Montalbàn dice che la vittoria della destra sta nel fatto che non si ha fiducia nel «futuro». C'è da impadronirsi della parola «vittoria». Secondo Camilleri esercitare la «volontà». Con disincanto? Cesare Martinetti Il segretario del Pds Massimo D'Alema

Luoghi citati: Agrigento, Bologna, Sicilia