Mogol, lacrime e amarezza
Mogol, lacrime e amarezza Dagli amici ai colleghi, dalla gente comune ai politici: il ricordo commosso d Mogol, lacrime e amarezza «Rispettiamolo col silenzio e preghiamo per lui» ROMA. Neanche per Mogol sono stati facili gli ultimi giorni, così rapidi e feroci, della malattia di Battisti. Alter ego del musicista nei momenti magici, autore di tutti i testi delle sue canzoni più amate e vendute dalla metà dei '60 fino all'80, con l'ultimo disco «Una giornata uggiosa» -, Giulio Rapetti in arte Mogol soffre tutt'oggi (come del resto doveva soffrire Battisti) nell'essere accostato allo storico compagno di avventure, ancora 18 anni dopo la fine del sodalizio: «Ho fatto molto in questi anni - ci confessava amaro qualche giorno fa - . Ho aperto una scuola di musica popolare in Umbria unica in Europa, e ancora siete tutti qui solo per chiedermi sempre di Battisti». . E ieri, esplosa la notizia della prematura scomparsa del musicista, Mogol ha scelto ancora il profilo basso. Dichiarato al Tg2 «Sono sicuro che anche in questo momento Lucio Battisti apprezzerebbe un rispettoso silenzio. Chi lo ha amato si unisca a me in una preghiera», si è eclissato ai mille che lo cercavano, annullando anche un concerto dalle parti di Belluno che doveva tenere proprio ieri sera con gli allievi del Cet, la sua scuola riconosciuta dalla Cee: dove si insegnano percorsi musicali, ma anche elementi che conducono all'autoslima e regole per aumentazione e una vita più sane. Obiettivi che in qualche modo aveva spesso rimproverato in passato a Battisti di non perseguire. Domani sera, al Palasport di Bolzano, con il cantautore Mario Lavezzi e gli allievi, tornerà certo con commozione a raccontare gli aneddoti legati alla scrittura di alcuni dei testi più amati. Ma, spiega Lavezzi, sarà solo una data del tour intitolalo: «Il nostro canto libero»; «Non cambia nulla, ci sarà solo un'emozione in più». L'ombra di Battisti continuerà a inseguire Mogol. Oggi c'è un dolore silenzioso, per quel ragazzo presentatogli 33 anni fa alla Ricordi. Lui all'epoca era già famoso, nel '61 aveva vinto Sanremo con «Al di là». «Mi dissero: vedi se si può far qualcosa con questo ragazzo. I primi esperimenti non furono esaltanti». Poi, si formò la' magica alchimia. Spesso sdraiato a terra, Mogol ascoltava Lucio suonare al pianoforte e incominciava a tracciare i propri versi. Mai un insuccesso. Insegnò al non acculturato ragazzo di Rieti l'amore per la natura, gli fece amare i cavalli al punto che, un giorno, partirono insieme a cavallo da Milano per Roma: «Da quell'esperienza nacque "Emozioni"», svelò un giorno Battisti. La nota contesa per i diritti d'autore li divise. Mogol pretendeva uguale trattamento Siae per sé come per il musicista, che non acconsentì. «Ma era tutta la situazione ormai un poco precipitata - spiegava ancora Mogol -, a volte mentre stavamo scrivendo sua moglie lo interrompeva: "Lucio vai a comprarmi il burro"». Quella moglie che pretendeva Lucio tutto per sé. Si sono rivisti qualche volta, dopo; anche poco tempo fa, svela Mogol. Erano solo chiacchierate, ultimamente; ma per anni, erano state evitate tentazioni toste: «Ci hanno messo in mano degli assegni firmati in bianco, per farci ricominciare. Ma non c'erano le condizioni». Chi ebbe occasione di frequentarli, racconta chiedendo l'anonimato: «Era un evidente rapporto di amore/odio. Tutti e due avevano un carattere difficile e pieno di spigoli; soltanto al momento della creazione nasceva un'alchimia inconfondibile». Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik, il bassista vecchio amico del musicista scomparso, ricorda invece che ben prima del «divorzio» da Mogol, Battisti era preso dai dubbi: «Una volta mi chiese consiglio: "Che faccio, lo lascio?"». Pietruccio nemmeno ricorda che cosa gli rispose. Sono passati tanti anni e tante esperienze; lui comunque a Lucio era rimasto legato e ieri ha deciso di non staccare il cellulare «per render rispetto alla memoria di un amico». Ricorda gli inviti a cene frugali, e l'abitudine dei Battisti di portare in tavola gli avanzi del pasto precedente anche se c'erano ospiti. L'ultima volta, è stato solo per un tè, il 2 gennaio scorso: «Non aveva un brutto aspetto. Ho scoperto solo da poco che da 15 anni combatteva per la salute. Si parlava poco di musica». Ma poi, nella malinconia, Pietruccio sorride a un ricordo: «E pensare che quando arrivò in Ricordi mi chiamò il direttore, Iller Pataccini, e mi disse: "Lei che è amico di Battisti, lo convinca a non cantare. Vuol farlo a tutti i costi e non è proprio capace"». C'è un disco pronto di inediti di Battisti secondo lei, Pietruccio? «Mi risulta che ci sia». [m. v.] Trentatré anni fa l'incontro alla Ricordi dove nacque il grande rapporto di odio-amore e l'alchimia artistica Mogol, l'alter ego del musicista nei momenti magici Lucio Battisti arriva a cavallo a Roma, viaggio intrapreso con Mogol da cui nacque «Emozioni» ANCORA LUI. «La batteria, il Contrabbasso, Ecc.» risente degli umori del rock e della musica nera ed è considerato il disco più americano di Lucio Battisti: è il 1976, l'anno di «Ancora tu» («Ma non dovevamo non vederci più?»), di «La compagnia», di «Respirando». Battisti e Mogol rimuginano effettivamente uno «sbarco in America». Ci proveranno un anno più tardi con «Images», un prodotto che tuttavia lascerà freddi sia gli americani che gli inglesi ■ Canzoni e fumo, [ed allegria io li ringrazio sconosciuta [compagnia non so nemmeno chi è stato [a darmi un fiore ma so che sento più caldo [il mio cuor Felicità... ti ho perso ieri [e oggi ti ritrovo già tristezza va... una canzone [il tuo posto prenderà [La compagnia] AMARSI, ANCORA UN PO'. Accantonato il sogno americano, è italianissimo «lo Tu Noi Tutti», il disco di «Sì, viaggiare», «Ami ancora Elisa», «Amarsi un po'». C'è anche una canzone che ancora oggi irrita le femministe, «Neanche un minuto di non amore», per via del plot narrativo: lui al telefono la sente un po' strana, pensa che non lo ami più, corre a cercarla: invece lei è stata soltanto licenziata («così hai perso il posto / e poi che altro c'è?»; e lui esulta: «Na-na-na-na-na-nanana») ■ Sì, viaggiare evitando le buche più dure senza per questo cadere [nelle tue paure Gentilmente, senza fumo, [con amore dolcemente viaggiare Rallentando per poi [accelerare Con un ritmo fluente [di vita nel cuore gentilmente, senza strappi [al motore [Sì, viaggiare] UNA DONNA PER AMICO. Ma le donne avranno modo di ricredersi con «Una donna per amico», album che oltre all'omonimo pezzo contiene anche «Donna selvaggia donna» («un controsenso affascinante sei»). Per chi lo ho amato ai tempi de «Il mio canto libero» questo è, tuttavia, un Battisti decisamente troppo commerciale: poca trasgressione, molta quotidianità («In un grande magazzino una volta al mese / spingere un carrello pieno sottobraccio a te») b Può darsi ch'io non [sappia cosa dico scegliendo te, una donna, [per amico ma il mio mestiere è vivere [la vita che sia di tutti i giorni o [sconosciuta Ti amo forte, debole [compagìia che qualche volta impara e a volte insegna [Una donna per amico] '. Sir» $bnmì rmowwiT
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