Il grazie di D'Alema

Il grazie di D'Alema Il grazie di D'Alema «Fu la nostra colonna sonora » BOLOGNA. Battisti? «La colonna sonora dei nostri primi amori», dice un Massimo D'Alema arrivato per la prima volta alla grande festa dell'Unità di Bologna per parlare di letteratura con Andrea Camilleri e Manuel Vàzquez Montalbàn. Il segretario rifiuta domande politiche, ma annuncia che deve dire «qualcosa». Si muove lentamente verso la grande sala dibattiti immerso in un'atmosfera di «amarcord» continuo con gli altoparlanti della Festa che diffondono le canzoni di Lucio. Dovrebbe cominciare il dibattito, già tutti sono seduti. D'Alema resta in piedi e taglia corto con l'immagine di Battisti cantante di destra: «Mi ha colpito profondamente la sua morte - dice -. E' un qualcosa che tocca la mia generazione di persone non più giovanissime benché Battisti avesse qualcosa da dire anche ai più giovani. E' stato un poeta della nostra generazione, la colonna sonora dei nostri primi amori e della nostra gioventù. Le sue canzoni sono indissolubilmente legate all'esperienza e alla vita di ciascuno di noi». Il segretario dispone che anche qui alla Festa si faccia «qualcosa» nei prossimi giorni per ricordare Battisti. Per adesso ci sono quegli altoparlanti che trasmettono il vecchio Battisti, «Balla Linda», «Fiori rosa fiori di pesco», «Acqua azzurra acqua chiara». «Non è Francesca», quello dei primi amori di D'Alema. Poi c'è ii concerto di Luca Carboni, che il cantante, presente Lucio Dalla, dedica a Battisti. Poi ci sono i megaschermi che riflettono in continuazione le «schegge televisive» con Lucio Battisti giovanissimo in bianconero che canta. «La sua vita - dice ancora D'Alema - è significativa nella società dello spettacolo e dell'immagine. Quando ha ritenuto di non avere più da dire, è uscito di scena, difendendo puntigliosamente il suo privato e la sua persona, rifiutando di farsi divorare. Anche come uomo la sua esperienza è stata particolare e ci aiuta a capire come questa società di oggi possa essere vissuta, anche avendo successo, ma senza rinunciare a difendere se stessi, la propria individualità e la propria vita». E infine: «Su Lucio Battisti e la canzone italiana non saprei che cosa dire, ma sentivo anche qui che da appassionato era giusto dire qualcosa». Applausi. [c. m.J

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