Giribaldi appare in Snia di U. B.

Giribaldi appare in Snia Giribaldi appare in Snia NELLE sue intenzioni, probabilmente, non era ancora venuto il momento di venire allo scoperto. Ma quando in Consob è giunta la comunicazione, obbligatoria per legge, che la quota in Snia dichiarata dalla Banque du Gothard era salita oltre il fatidico 2%, nessuno ha avuto dubbi: quel 2,278% fa capo proprio a Luigi Giribaldi. La Banque du Gothard, infatti, è la filiale monegasca dell'istituto di Lugano; ovvero la banca di fiducia per le operazioni finanziarie di Luigi Giribaldi, che proprio da Montecarlo orchestra le sue iniziative sui mercati azionari italiani (e non solo grazie) in stretta collaborazione con gli operatori della Banque («giovani svegli, che presidiano Wall Street fino alla chiusura...», ama ripetere). E così, dopo tante indiscrezioni e qualche ammissione dell'ex proprietario della Traco («mi piace essere socio di Romiti...», aveva dichiarato a fine agosto), Luigi Giribaldi dichiara il suo gioco mentre l'azionariato della società chimica oggetto mesi fa dell'offerta pubblica di vendita da parte di Fiat e Mediobana è in pieno movimento. Mentre sale Giribaldi, infatti, Janus Capital, il fondo americano socio anche di Comit e di Banca di Roma, ha ridotto la sua partecipazione, già al 2,278%, sotto la soglia del 2% imitando così le Generali che hanno ridotto pure loro la partecipazione sotto la percentuale che rende obbligatoria la comunicazione in Consob. E così in Snia, ormai vera e propria «public company», Giribaldi si ritrova ad essere uno dei maggiori azionisti, preceduto solo dalla Giovanni Agnelli e C. (3,8%), la Romagest (3,3) e con un peso pari alla Fondiaria. La stessa Gemina di Cesare Romiti conta solo sul 3%; non è difficile immaginare che l'interesse di Giribaldi per la Snia mnasca proprio dalla considerazione che le quo¬ te detenute da Gemina e alleati sono troppo modeste per non costringere il blocco di controllo a nuovi acquisti. E adesso? Prende il via una scalata o si ripeterà il film del grande duello in Cir e Cofide con De Benedetti? Giribaldi, da buon giocatore, probabilmente non esclude nessuna opzione. L'obiettivo più credibile, allo stato delle cose, potrebbe essere un'intesa con il gruppo di controllo della società, magari con l'obiettivo di dichiarare stabile la partecipazione in Snia (e c'è chi pensa che la vera ambizione dell'ex proprietario della Traco sia mi posto in consiglio). Ma gli appassionati di Piazza Affari sperano in una trama più agitata, capace di dare nuovi brividi al listino. Pare che, nei mesi scorsi, molti e insistenti acquisti sul titolo della società siano partiti da una banca per tradizione vicina al gruppo De Benedetti. E c'è chi ipotizza, a questo punto, l'inserimento della Cir nella vicenda; qualcuno, addirittura, si spinge fino ad immaginare un patto tra gli ex nemici, De Benedetti e Giribaldi, a caccia di buoni affari. Ma quanto c'è di vero? «Non è nostro costume commentare le voci di Borsa» si è limitato a dichiarare Rodolfo De Benedetti a margine del seminario Ambrosetti a Cernobbio; nella stessa sede, Cesare Romiti si è detto «assolutamente tranquillo» sul fronte della Snia. E alla domanda se credeva all'ipotesi di un De Benedetti scalatore, l'ex presidente della Fiat ha replicato: «Chiedetelo a lui...». Gli ingredienti per un duello finanziario ci sono tutti, insomma. Peccato che, allo stato delle cose, siano più virtuali che concreti, a parte la dichiarazione della quota dichiarata dal Banque du Gothard. E la Snia, in una giornata euforica dei mercati, è rimasta al palo, con un lieve ribasso rispetto alla vigilia. [u. b.]

Luoghi citati: Cernobbio, Montecarlo