Federmeccanica: disatteso l'accordo del '93

Federmeccanica: disatteso l'accordo del '93 VERTENZE Figurati attacca: da noi il costo del lavoro cresce troppo, servono regole certe e spese contenute Federmeccanica: disatteso l'accordo del '93 Uilm, Fiom e Firn a un passo dall'intesa sulla piattaforma negoziale ROMA. E' ormai a portata di mano l'accordo tra Fiom-Cgil, FimCisl e Uilm sulla piattaforma per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici privati, mentre dalla Federmeccanica, sia pure con cautela, giunge un messaggio abbastanza distensivo su uno dei punti più controversi, cioè quello della revisione del modello contrattuale. «Il doppio livello di contrattazione - afferma il direttore generale Michele Figurati - può anche essere confermato, a patto però di individuare soluzioni che consentano alle imprese di avere costi certi e sopratutto contenuti. E' indifferente che siano uno o due livelli; l'importante è che si mantengano i salari in linea con l'inflazione, mentre negli ultimi cinque anni il costo del lavoro è aumentato del doppio nel nostro settore, disattendendo i criteri-base dell'accordo di luglio '93 sulla politica dei redditi». Il segnale di Federmeccanica, dato nel corso di una conferenza congiunturale nel settore per i primi sei mesi del '98, è subito rimbalzato sul tavolo ristrettissimo di rappresentanti delle tre federazioni (uno per ciascuna organizzazione), dove fin dal primo mattino si stava cercando di superare i dissensi tra Fiom, Firn e Uilm soprattutto sui punti-clùave dell'aumento salariale e della riduzione dell'orario di lavoro. Alle 16 i tre esperti hanno concluso il loro lavoro, smussando gli angoli più aspri e indicando le linee principali per una sintesi unitaria. I risultati della loro mediazione sono stati, poi, illustrati ai segretari generali della Fiom Claudio Sabattini, Paolo Beretta e Luigi Angeletti in una riunione durata fino alle 19,30. E poco prima delle 20 è cominciato un round decisivo ad oltranza: punto dopo punto, le tre segreterie hanno esaminato e discusso in sede plenaria una bozza di documento che indica le linee guida per la piattaforma contrattuale. Al riguardo, to osservato il più rigoroso riserbo, ma - secondo indiscrezioni - la richiesta di aumento salariale si aggirerebbe intorno alle 85 mila lire al mese e l'orario settimanale medio dovrebbe essere ridotto da 39 a 37,46 ore attraverso l'utilizzo delle 104 ore previste per i permessi. Durante i lavori della commissione ristretta e, successivamente, nella seduta plenaria delle segreterie è affiorata più volte la preoccupazione per i riflessi negativi sulla trattativa contrattuale di un eventuale slittamento dei tempi della verifica, che parte domani tra governo, sindacati e Confindustria sulla revisione dell'accordo del luglio '93 in merito alla politica dei redditi e al modello contrattuale. Preoccupazione pienamente condivisa dal direttore generale della Federmeccanica, che nell'mcontro con la stampa non ha esitato ad affermare come la soluzione di questo problema sia «determinante» ai fini del contratto dei metalmecca- rati - nessuno nega la politica di concertazione, ma si tratta di vedere se poi, nel merito, le parti troveranno un'intesa. Per quanto ci riguarda msistiamo sulla necessità di introdurre nelle imprese maggiore flessibilità non solo nel mercato del lavoro, ma anche nell'utilizzo degli orari. E' un discorso che va affrontato senza tabù, sapendo che assieme alla flessibilità sono indispensabili regole certe e controlli». Dunque, per Federmeccani- del lavoro sono elementi decisivi per il futuro del settore che, in base ai risultati dell'indagine congiunturale presentati ieri, mostra «preoccupanti segnali di cedimento». Non è ancora recessione, spiega il vice direttore Roberto Santarelli, «ma senz'altro si può parlare di stagnazione». Nel pruno trimestre dell'anno la produzione dell'industria metalmeccanica è rimasta sostanzialmente ferma sui livelli di fine '97, mentre nel se- sione dell'1%. Peraltro, complessivamente nei primi sei mesi del '98 i volumi produttivi sono aumentati del 3,1% rispetto all'analogo periodo precedente. Le imprese sono in apprensione anche per l'aumento delle importazioni (21,9%) rispetto all'mcremento ben più contenuto delle esportazioni (11,9%) dovuto in particolare alla crisi asiatica. L'accentuarsi della frenata produttiva ha fatto cambiare segno alla dinamica occupazionale che ad inizio d'anno sembrava positivamente orientata. Altri due aspetti signilìcativi: secca caduta delle ore perse per conflitti e consistente flessione del ricorso delle aziende alla cassa integrazione. I sindacati chiedono 85 mila lire in più e una settimana con l'orario ridotto da 39 a 37,46 ore Michele Figurati. direttore generale Federmeccanica

Persone citate: Claudio Sabattini, Luigi Angeletti, Michele Figurati, Paolo Beretta, Roberto Santarelli

Luoghi citati: Roma