«Il mio caso si sgonfierà come un pallone»
«Il mio caso si sgonfierà come un pallone» Ma le indagini sull'usura proseguono: i giudici sentono l'ex procuratore di Roma, Mele «Il mio caso si sgonfierà come un pallone» II cardinale Giordano toma in piazza e poi attacca i camorristi NAPOLI. «Vedrete che questa vicenda si sgonfierà, come un pallone bucato da uno spillo». E' il commento del cardinale Michele Giordano, durante il suo primo incontro «ravvicinato», ieri sera, con un gruppo di giornalisti dopo molti giorni di «no comment» dal palazzo della curia di Napoli. Avvicinato all'uscita della chiesa di Piedigrotta, dove ha celebrato una messa, il presule ha risposto brevemente ad alcune domande. Giordano ha anzitutto detto di aver sentito al telefono il fratello Mario Lucio, dopo la scarcerazione avvenuta domenica sera: «L'ho sentito, era contento per essere tornato in libertà e perché considerava ingiusta la detenzione». A chi gli faceva notare l'accoglienza calorosa riservatagli dai fedeli in questa prima uscita pubblica dopo l'apertura dell'inchiesta, il cardinale ha replicato: «E' vero, la gente mi è vicina». Poi ha sog¬ giunto con un sorriso: «Molti mi dicono: "Eminenza, sono cattivi, cattivi". Io rispondo: "Ma no, ma no, sono buoni"». Infine una confessione sullo stato d'animo di questi giorni: «Provo una strana gioia interiore, pensando al valore evangelico della croce, della sofferenza, che ogni credente deve vivere con serenità e saper offrire a Dio». Da segnalare anche che il cardinale Michele Giordano ha scelto un tema di forte impatto •■ un appello ai camorristi, da lui definiti «eserciti del demonio», dopo la recrudescenza di delitti nel Napoletano - per il primo intervento pubblico su questioni sociali dopo l'apertura dell'inchiesta di Lagronegro. Nella parrocchia di Santa Maria di Piedigrotta, di fronte a centinaia di persone, il presule ha chiesto stasera «a tutti i fedeli della Chiesa di Napoli di pregare per la conversione dei cuori induriti dalla violenza, e per un futuro di speranza e di pace». E ai camorristi ha lanciato quest'appello: «Deponete le armi, rinunciate a una lotta che può avere solo vinti ma nessun vincitore». Giordano ha ricordato esplicitamente «la riesplosione con inaudita ferocia a Napoli ed in provincia della guerra tra grandi e piccole cosche camorristiche, giunte a sparare all'impazzata - colpendo, come è avvenuto a Scisciano, una inerme madre di famiglia - pur di contendersi il controllo delle attività illecite». Sottolineando che la vita umana «è il dono più grande fatto da Dio ai suoi figli», il cardinale ha detto che «non è possibile assistere con rassegnazione al trionfo del male, della barbarie, del buio della morte sulla luce dell'esistenza». Sul fronte delle indagini, si segnala innanzi tutto che il car¬ dinale Michele Giordano ha nominato suo difensore anche il professore Franco Coppi, noto penalista, attualmente impegnato, tra l'altro, nella difesa del senatore Giulio Andreotti a Palermo. Altra novità di ieri è che l'ex procuratore generale di Roma Vittorio Mele sarebbe stato sentito in mattinata come persona informata dei fatti dai magistrati di Lagonegro che conducono l'inchiesta sull'usura in Val d'Agri. L'ex magistrato sarebbe stato sentito in riferimento ad alcune dichiarazioni rese da Francesco Cavallari, in passato proprietario di grandi gruppi privati nella sanità. Infine nei prossimi giorni la Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Potenza avvierà le indagini preliminari sull'ipotesi di riciclaggio di denaro «sporco» da parte della 'ndrangheta emersa nel corso di quest'inchiesta sull'usura. Ir. cri.]
Persone citate: Francesco Cavallari, Franco Coppi, Giulio Andreotti, Mario Lucio, Michele Giordano, Vittorio Mele
Luoghi citati: Lagonegro, Napoli, Palermo, Potenza, Roma, Scisciano
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