Scoperta una telefonata che può scagionare Ferraro

Scoperta una telefonata che può scagionare Ferraro Scoperta una telefonata che può scagionare Ferraro L'ALIBI RILANCIATO ROMA A ieri l'alibi di Salvatore Ferraro ha un punto in più a suo favore: è stata confermata dai tabulati una telefonata effettuata a casa Ferraro dal suo amico Domenico Albanese: iniziata alle 11.06 e terminata alle 11.17, dunque mezz'ora prima dell'omicidio. Da ieri Salvatore Ferraro ha consegnato a chi dovrà giudicarlo tutto ciò che poteva o voleva dire per un totale di quasi cinque ore di interrogatorio, le ultime due particolarmente tese fino a giungere a un breve ma violento battibecco con il sostituto procuratore Italo Ormanni. Il primo affondo lanciato ieri da Ferraro è stato per Gabriella Alletto, la supertestimone che con la sua deposizione da oltre quindici mesi lo costringe in carcere con l'accusa di aver partecipato all'omicidio di Marta Russo avvenuto lo scorso 9 maggio. «La Alletto crea un quadro e ci mette dentro le persone che diventano partecipi dell'atto criminale. Lo ha fatto probabilmente perché ha dei bambini e ha deciso di scaricare qualcuno all'inferno. Così mi ha scaricato all'inferno ed è uscita fuori da tutto questo. Avrà pensato alla classica soluzione: mors tua, vita mea», ha spiegato Ferraro. «Dopo le dichiarazioni della Lipari io, Gabriella e Francesco Liparota eravamo a un passo dal carcere. Gabriella Alletto ha figli, avrà pensato a loro». Il secondo affondo è stato per Maria Chiara Lipari, ex amica e collega. «La Lipari - ha spiegato Ferrara - con delle sensazioni ha creato un quadro mettendoci dentro persone che diventano così possibili partecipi di un atto criminale». Ferraro riferisce il contenuto di una conversazione telefonica avvenuta tra la Lipari e un altro assistente dell'istituto, Fiorini. Durante la conversazione la ragazza «delirava e diceva: io sono la giustizia e voi non siete nulla». Ferraro ha poi approfittato della deposizione di ieri per arricchire la descrizione di sé già fornita due giorni fa. Si è definito un «appassionato di diritto e filosofia», un ragazzo dal brillante curriculum universitario «prima cultore, poi dottorando», un giovane di buona famiglia, «con una madre insegnante e un padre funzionario di banca». Proprio sull'immagine di bravo ragazzo, tutto casa e uni- versità, ha provato ieri a fare leva pei- aprire una breccia il sostituto procuratore Italo Ormanni. Il padre aveva «un Winchester, una 7,65 e una P38», ha sottolineato. Il bravo ragazzo riempiva le proprie agende di racconti che parlano di sangue, morte, pistole. Ferraro ha ribattuto senza scomporsi: «tutto frutto della mia perfida fantasia: non posso farci nulla, mi piace scrivere queste cose». Ferraro ha invece negato di aver mai preso una pistola in mano, o di essere mai andato in un poligono di tiro: «Queste cose non mi interessano». Né Scattone si è mai vantato con lui della sua perizia nell'uso delle armi. Ha negato anche di aver mai riferito a un'amica, Laura Sabia, durante una cena tenuta il 22 maggio del '97, la frase: «Ci porterai le arance in carcere», ma ha affermato di averla utilizzata «almeno 14 volte» dal 27 maggio, dopo averla copiata da uno studente che la disse a commento delle numerose interviste rilasciate in quei giorni da assistenti e studenti dell'Istituto di Filosofia del Diritto. Nemmeno ieri, però, Ferraro è riuscito a convincere i genitori di Marta Russo della sua innocenza: «Avevamo iniziato a seguire il processo cercando di rimanere equidistanti. Ad ogni seduta sono emersi elementi nuovi che ci hanno convinti della sua presenza nell'aula 6. Ora penso che reciti molto bene, ma non ha rispetto per il nostro dolore». [f. ama.] Il perito: registrazioni del tutto regolari MaAn va all'attacco: intervenga il comitato sui servizi segreti E l'imputato accusa la superteste Alletto: «Per salvarsi lei ha scaricato me all'inferno. Forse l'ha fatto perché ha dei figli» Dai tabulati Telecom risulta una chiamata a casa dell'assistente fatta da un amico mezz'ora prima del delitto della studentessa Nella foto grande Salvatore Ferraro, che ieri ha accusato la testimone Gabriella Alletto (foto a lato)

Luoghi citati: Lipari, Roma