La punizione della mafia cinese di F. M.

La punizione della mafia cinese Rea anche di non aver pagato il riscatto per l'ingresso in Italia di un connazionale La punizione della mafia cinese Empoli, uccisa perché collaborava con la polizia FIRENZE. Hanno portato alla richiesta di tre ordini di custodia cautelare contro altrettanti immigrati dalla Cina, le indagini sull'uccisione di una giovane cinese Chen Panfeng, 30 anni - trovata morta il 7 giugno scorso in un'abitazione di Capraia e Limite, presso Empoli. I provvedimenti, richiesti dal Pm di Firenze Pietro Suchan, riguardano una donna di origine cinese, Jin Shu Hong, 26 anni, che è accusata di tentato omicidio per un'aggressione subita dalla stessa vittima due mesi prima di essere uccisa, e due uomini, anch'essi cinesi e attualmente latitanti, di cui non sono state fornite le generalità. Costoro sono accusati dell'omicidio della connazionale e di tentata estorsione. Secondo le indagini Chen Panfeng sarebbe stata prima aggredita e poi uccisa da personaggi ritenuti legati alla mafia cinese, per il mancato pagamento del «riscatto»: una somma di denaro (10 milioni), pretesa per l'ingresso in Italia di un connazionale. Somma che la vittima in realtà avrebbe pagato, ma a un'organizzazione sbagliata. Secondo le ipotesi investigative al¬ l'origine del fatto criminoso potrebbe anche esservi il fatto che la ragazza uccisa aveva cominciato a collaborare con gli investigatori che si occupano delle infiltrazioni della mafia cinese in Toscana. Proprio a seguito di questo sospetto, misure di protezione sono state adottate nei confronti di altri testimoni cinesi. «Con questo delitto si conferma la tesi secondo la quale la mafia cinese opera ed è attiva solo all'interno della comunità cinese. Almeno fino ad ora». E' il commento del procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna alla notizia delle conclusioni dell'inchiesta per l'omicidio della donna cinese. «Sono anni che è certa la presenza di organizzazioni mafiose cinesi in Italia - ha detto Vigna - e sono stati diversi gli episodi violenti che hanno visto protagonisti mafiosi cinesi, soprattutto per il controllo delle loro attività delittuose. Ma tutto all'interno della comunità cinese che vive in Italia. Il pericolo ora è che, esaurita la sacca dei loro connazionali, le organizzazioni criminali "trasbordino' e "tocchino" anche cittadini italiani». [f. m.]

Persone citate: Chen Panfeng, Piero Luigi Vigna, Pietro Suchan, Vigna