Nel Regno di Gazprom ultima frontiera anticrisi

Nel Regno di Gazprom ultima frontiera anticrisi Nel Regno di Gazprom ultima frontiera anticrisi TRA I POZZI DELLA SIBERIA NOVIJ URENGOI DAL NOSTRO INVIATO L'aeroporto è moderno e attrezzato, ma non cercatelo sulle mappe: non è segnalato. A Novij Urengoi si arriva solamente se in tasca si ha un'autorizzazione speciale, un permesso scritto in cirillico timbrato da Gazprom, titano del petrolio e del gas. Una certezza miliardaria che viene dal ventre della terra, sotto chilometri di gelo. Con una ragnatela di crateri in superficie a ricordarne tutta la potenza. E un nume tutelare: Cernomyrdin. Circolo Polare Artico, Siberia. Non sono soltanto i fusi orari a separare questo Eldorado degli idrocarburi da Mosca. Il terremoto politico-finanziario russo qui è per ora una scossa di assestamento. Le trivelle affondano nel fango, ma sputano fuoco. Energia. Che tradotto in cifre significa 6 mila miliardi di metri cubi di gas naturale e una rete sotterranea di arterie che giunge fino ai clienti europei. Il Grande Orso è malato, Gazprom non si lascia distrarre. «Qualsiasi governo avrà bisogno di noi si difende il direttore generale della società Nicolai Belay - anche se il nostro sostegno va a Viktor Cernomyrdin, non solo perché è un ex ministro dell'Energia e il nostro padre fondatore, ma anche perché, come diciamo noi, per uno picchiato te ne danno due non picchiati». Sono 5 mila i chilometri che separano l'Italia da questo avamposto annegato nella tundra. E altrettanti sono i chilometri di tubi che le collegano come un ombelico. Due estremi, due città; San Donato Milanese e Novij Urengoi. Ovvero una geografia di accordi con Eni e Snam che da alleanza pionieristica (oltre 25 anni fa) è diventata strategica e ha permesso all'Italia di arrivare a importare nel '97 13,7 miliardi di metri cubi di gas, destinati diventare 28,5 entro il 2008. Così come il caos russo non altera i visi dei dirigenti locali, su quelli italiani c'è la conferma di essere mio dei partner principali «ancora più amici in tempo di crisi», come ricordato dal ministro dell'Industria Pierluigi Bersani, volato quassù come ospite di un gemellaggio tra le due città dell'energia e per rinsaldare la collaborazione. Alveare artico di centomila abi¬ tanti, a Novij Urengoi l'età media è bassissima, solo 28 anni. Quarantamila giovani con la voglia di andare oltre i confini di questa capitale di imo Stato nello Stato, seduta su immensi tesori, ma persa nel nulla siberiano. Il più grande giacimento di gas al mondo li costringe a lavorare in condizioni estreme. Tutta la città viene definita «estrema». Una maledizione e insieme una fortuna, perché sia lavorare in un ufficio, sia all'aperto a 30 gradi sotto zero rende comunque due volte e mezzo di più che a Mosca a parità di mansioni. E se si chiede a quanto ammonta uno stipendio medio, la risposta è di mille dollari al mese. Fino all'agosto scorso, almeno, perché la svalutazione del rublo ha già rimesso tutto in gioco, dimezzando le buste paga. Ma, mentre nella capitale è tornato lo spettro della penuria di generi alimentari, a Novij Urengoi gli scaffali dei negozi continuano a essere riforniti. E la frutta maturata al sole australiano diventa quasi un simbolo di benessere. Nella piazza di una città fatta di cubi di cemento, capita di incontrare anche chi aveva tentato il sogno italiano negli Aimi Sessanta. Lev Melnicov, poco più che diciottenne, aveva lasciato gli Tirali per le presse della Fiat Mirafiori. Un aiuio dopo era a Togliattigrad, l'anno ancora successivo a Novij Urengoi. Centocmquanta operai per im lavoro che poteva rappresentare una fortuna. «Ora da 2 mesi non ricevo lo stipendio. Pazienza: con i negozianti vado a ere- dito, quando avrò i soldi, pagherò». Duemila pozzi, turni 24 ore su 24, si rallenta solo quando si scende sotto i 40 gradi, perché sarebbe un suicidio. Trovare lavoro oggi è difficile, ma nuovi giacimenti più lontani attendono volontari. Alle donne a partire dal sindaco - va ramministrazione, il settore dell'educazione e la certezza che il loro tasso di al¬ cool nel sangue rimarrà sempre basso. Nella città dove per anni si è potuto accedere solo con il «lasciapassare» di un parente, e dove mi tratto della ferrovia costruita da detenuti ricorda la crudeltà di un ex gulag, si torna ad abbassare la testa, certi che la tempesta passerà. Claudia Ferrerò Non c'e penuria alimentare, ma anche qui cominciano a saltare gli stipendi Saldi gli accordi siglati tra il colosso energetico russo e l'Eni MAR DI BARENTS NOVAJA ZEMUA VORKUIA Q URALi SETTENTRIONALI MOSCA y SURGUT ISVERDLOVSK NOVIJ URENGOI NOGlNSKIJ ALTOPIANO SIBERIANO CENTRALE OMSK T0MSK1 N0VOSIB1RSK KRASNOJARSK IRKUTSK (

Persone citate: Aimi, Cernomyrdin, Grande Orso, Nicolai Belay, Pierluigi Bersani, Viktor Cernomyrdin

Luoghi citati: Gazprom, Italia, Mosca, Novij Urengoi, San Donato Milanese, Siberia