Eltsin, al 3° voto un candidato fantasma di Giulietto Chiesa

Eltsin, al 3° voto un candidato fantasma Tarda la notifica alla Duma. Sette regioni dichiarano l'emergenza, il Cremlino: è illegale Eltsin, al 3° voto un candidato fantasma Primakov declina: è Lebed? MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un Cremlino silente ha lasciato tutti in attesa per l'intera giornata. Nessuna reazione al voto della Duma che ha respinto per la seconda volta Cernomyrdin. Di regola Eltsin usava replicare a stretto giro di posta. Tra la prima e la seconda votazione non aveva lasciato trascorrere un'ora per ripresentare la stessa candidatura. Questa volta sembra intenzionato a utilizzare almeno una parte dei sette giorni costituzionalmente a sua disposizione. Ma non è un silenzio tranquillo. Tutta la mattinata nella dacia presidenziale Gorkij-9 ci sono state riunioni intense, cui prendevano parte tutti i consiglieri presidenziali, a cominciare da Valentin Jumashev, capo deh'Amministrazione, e da Tatiana Djacenko. Secondo indiscrezioni la candidatura di Primakov, ministro degli Esteri, alla carica di primo ministro sarebbe stata presa in esame. Ma altre voci affermano che Eltsin avrebbe già firmato la lettera alla Duma con il nome di Cernomyrdin. In ogni caso non sembra esserci dubbio che il Cremlino si trova nell'incertezza. Qualcuno, bene informato, non esclude neppure che Cernomyrdin venga abbandonato, di fronte all'evidente impossibilità di farlo passare, ma che Eltsin (o chi per lui) tema seriamente l'eventualità di sciogliere la Duma. Potrebbe allora emergere un altro candidato (il che spiegherebbe la pausa di ieri), ma nessuno di quelli proposti dalla Duma: né Primakov, né alcuno degli altri, Jurij Luzhkov (sindaco di Mosca), Egor Stroev (presidente Consiglio della Federazione), Masliukov (ex ministro dell'Industria, gradito ai comunisti), Gherascenko (ex presidente della Banca Centrale). Un altro, sconosciuto, tirato fuori dal cappello a cilindro. Così Eltsin potrebbe rilanciare la palla nel campo della Duma, ma con il rischio di trovarsi comunque tutti contro. Sarebbe, secondo altre indiscrezioni, una velenosa trovata del banchiere Berezovskij: gettare in pasto alla Duma nientemeno che il generale Lebed. Nel frattempo, come ci si attendeva, Evghenij Primakov ha gentilmente declinato l'invito. Ma con una dichiarazione misurata perfino nelle virgole, da espertissimo uomo d'apparato, che lascia capire che, se il Presidente glielo chiedesse, la candidatura non sarebbe rifiutata. Altro diniego formale è venuto da Jurij Luzhkov, ma è una smentita che non smentisce nulla. In più Egor Stroev è intervenuto ieri defi nendo la candidatura di Primakov come «straordinariamente buona, capace di unire tutti». Nel frattempo è tornata in primo piano la procedura d'impeachment. La commissione della Duma si è riunita ieri a lungo a porte chiuse E, di nuovo, cruciale, si è palesata la posizione di Grigorij Javlinskij. Parlando alla radio Eco di Mosca il leader di Jabloko ha definito la linea del suo partito: disponibile a votare per l'apertura della procedu ra di impeachment, ma solo per il capo d'accusa che riguarda la guer ra di Cecenia. I comunisti hanno definito tre capi d'accusa: al primo posto lo scioglimento «illegale» del l'Urss, al secondo il bombardamento del Soviet Supremo nell'ottobre 1993, al terzo posto la Cecenia. Cernomyrdin si è incontrato ieri con Eltsin e nulla si è saputo del colloquio. Era reduce dall'incontro con i capi delle Forze Armate e del ministero degli Interni. Tema: come e quando pagare salari arretrati a soldati e ufficiali. Ci si para la schiena dalla rabbia dei militari, mentre il rublo è sceso ufficialmente sotto i 20 per dollaro. Il che significa che il salario medio dei russi che a giugno era di 180,9 dollari - è oggi sceso a 56, cioè a meno di un terzo. Anatolij Ciubais, il padre della privatizzazione, ormai relegato al ruolo di presidente del monopolio energetico nazionale, ha preso la parola anche lui, esortando a «im¬ pedire il naufragio del sistema bancario». Le sue previsioni sono piuttosto nere: ai russi, «dal banchiere all'uomo della strada, toccheranno 18-24 mesi molto difficili» e ogni giorno sarà meno difficile di quello che lo seguirà. Ziuganov, molto attivo, ha detto chiaramente che la Duma potrebbe «fare resistenza» al suo scioglimento. E ha ribadito per la seconda volta di essersi già rivolto ai militari perché impediscano l'atto di scioglimento della .Duma, a suo avviso «incostituzionale», poiché il Presidente non ha diritto di presentare per tre volte la stessa candidatura. Scioglimento che equivarrebbe - ha detto ancora il leader comunista allo scioglimento della Federazione russa. I toni restano acutissimi, ma la vita reale appare perfino più inquieta. Tre russi su dieci - secondo un sondaggio autorevole - si dichiarano pronti a scendere in piazza contro Eltsin. E alcune Regioni stanno proclamando lo stato d'emergenza, per ora economico, per fronteggiare la situazione. Misura che il portavoce del governo ha definito incostituzionale. Con diverse gradazioni l'hanno già fatto il governatore di Kaliningrad e quello della Repubblica dei Buriati. Ma misure d'emergenza sono state prese dalla regione di Krasnojarsk (generale Lebed), da quella di Arkhangelsk, di Omsk, di Belgorod, di Jaroslav, della Repubblica di Ciuvascia. I segni della frana si vanno palesando. Giulietto Chiesa Due pensionate russe perplesse di fronte al prezzo delle patate s&l

Luoghi citati: Cecenia, Mosca, Urss