E Bossi apre a Cossiga «Alleanza sì, ma tattica» di Giovanni Cerruti

E Bossi apre a Cossiga «Alleanza sì, ma tattica» E Bossi apre a Cossiga «Alleanza sì, ma tattica» PONTE DI LEGNO DAL NOSTRO INVIATO «Va bene, allora appuntamento alla prossima settimana». Roberto Maroni chiude il telefonino. Per conto di Cossiga era Diego Musi, Udr. E così comincia questa nuova avventura di una Lega che si vuole diversa, più appetibile al ceto medio moderato, meno ribelle, meno velleitaria. Va bene, Bossi e Cossiga s'incontreranno. «Calma, ci sono anche altre cose importanti - dice Bossi prima ci parliamo e poi vedremo». Ma qualche carta inizia a scoprirla. «Alleanze sì, ma solo tattiche». E Maroni il tattico intrattiene la platea su alleanze e legge elettorale. Sarà questa la partita da giocare. Appena entra in circolo la parola alleanze, tra i leghisti e in specie tra i veneti cominciano le fregole. Alleanze? E perché con Cossiga e non col Polo? E perché non tenere un congresso straordinario? Bossi si morde il sigaro: «Ma questi cosa hanno capito, mica alleanze sui contenuti o per le amministrative! Alleanze per la legge elettorale e basta, sennò ci impantaniamo con chi lavora per il meridionalismo». Maroni e Bossi in sostanza dicono questo: un ritomo al proporzionale potrebbe anche andar bene, ma saremmo gli unici a volerlo, ancora una volta isolati. Il maggioritario ci può andare altrettanto bene, ma qui c'è il rischio: «L'unico pericolo - spiega Bossi - è una legge a doppio turno con premio di coalizione. La inventerebbero per colpire noi, ma farebbero fuori anche D'Alema». C'è poi il referendum di Segni e Di Pietro per il maggioritario secco: «Lo tengono lì - dice Maroni -, ma non ci si arriverà mai: sarebbe un regalo troppo grosso per Di Pietro. Servirà per la mediazione del doppio turno». E allora, dicono Bossi e Maroni, noi abbiamo due strade. 0 diventiamo i cani da guardia del referendum e del maggioritario secco («che va benissimo, si ridisegnerebbero i collegi e a Varese passeremmo da 3 a 5 deputati»), e impediamo a Di Pietro di incassare da solo il gran regalo. 0 ci spendiamo per il doppio turno di collegio. Ancora Maroni: «Questa seconda via la sostiene solo D'Alema. Fino ad oggi l'isolato è lui, ma da domani potrebbe non esserlo più...». Insomma, di materia ce n'è a patto che la squadra sia ben scliierata. «Questa tre giorni - diceva Bossi una settimana fa - l'ho convocata perché i miei capiscano bene, se freno o scatto e mi devono seguire...». Scossoni intemi, però, già se ne intravedono. I leghisti veneti non gradiscono l'alleanza sia pur tattica con Udr e Cossiga. Perché? Perché in Veneto Udr vuol dire Carlo Bernini, già potentissimo presidente De della regione. Ma altri scossoni cominciano a mettere la Lega su posizioni meno ribalde. Prendere Mario Borghezio, noto ultra anti-immigrazione. Ieri ha proposto «contributi statali alle piccole imprese per la formazione professionale degli extracomunitari». Ma se Bossi ha deciso la svolta moderata il merito è del bresciano Vito Gnutti: «Umberto, se continuiamo a gridare, a gridare e basta, rimaniamo in due: io e te». Giovanni Cerruti Gnutti: «Umberto se continuiamo [ a gridare e basta rimaniamo io e te» Il leader della Lega Nord Umberto Bossi «Alleanze per la legge elettorale e basta, sennò ci impantaniamo con chi lavora per il meridionalismo»

Luoghi citati: Ponte Di Legno, Varese