Martini: troppe feste per il Giubileo di Fabio Poletti

Martini: troppe feste per il Giubileo L'Arcivescovo di Milano rilancia «nel Duemila una forma di condono per alcuni reati » Martini: troppe feste per il Giubileo «Non scordare il senso religioso della ricorrenza» MILANO. A un passo dal Giubileo, il cardinale di Milano Cario Maria Martini se la prende con i mercanti del Tempio e quella fede in offerta tre per due, fatta di grandi opere e sottopassi, di tanti soldi e troppi lustrini. «Non vorrei che in questo modo venisse offuscata la vera immagine del Giubileo», spiega Martini, presentando la lettera pastorale per il '99. «Non vorrei», dice con voce pacata Martini. Prima di fare l'elenco del Giubileo che non vorrebbe: «La moltiplicazione di iniziative festose, rischia di soffocare il senso profondo, quello religioso della ricorrenza dei duemila anni dalla nascita di Gesù. Mi sembra che si insista troppo sulla cornice esterna, anziché sul valore di riflessione del Giubileo». «Che insomma si parli troppo di soldi e di iniziative urbanistiche», spiega senza peli sulla lingua. Alla kermesse sotto ai riflettori, il cardinale Martini antepone l'essenza del Giubileo. Quella, che nella lettera pastorale gli fa chiedere: «Che senso ha, ricordare i duemila anni dalla nascita di Gesù, senza compiere lo sforzo di penetrare nel mistero della sua figliolanza divina e della nostra partecipazione alla sua vita?». Altri valori, sono per il cardinale di Milano, la vera bandiera del Giubileo. A partire da quella porta, che vorrebbe aperta: «C'è l'esigenza di superare le logiche egoistiche. L'accoglienza degli immigrati, pur nella dovuta vigilanza e nel rispetto della legge, è una delle forme di riconoscimento delle pari dignità di tutti davanti all'unico Padre». E in tema di dignità, il cardinale Martini rilancia una proposta già arrivata dalla Clùesa: quella di sanare il debito dei Paesi in via di sviluppo. «E' una vicenda deli¬ cata, che va affrontata senza creare mgiustizie», premette. E spiega: «Vorrei però ricordare che ci sono Paesi che a causa dei loro debiti con l'estero non possono avere nemmeno un sistema sanitario adeguato. Ci sono Paesi che soffrono molto e la vita viene prima di ogni debito». «Anche il Papa ha parlato di un qualche condono per l'anno Duemila, perché i cristiani debbono farsi promotori di giustizia e promozione umana», sottolmea il cardinale Martini. «Dio ci vuole tutti uguali in dignità davanti a Lui», rinforza il suo pensiero. E visto che si parla di carità, Carlo Maria Martini rinnova ancora l'appello, raccolto due mesi fa tra i detenuti del carcere di San Vittore. «Lo so che queste cose non sono di nostra competenza, ma io voglio solo dare risonanza a quelle richieste», precisa prima di innescare nuove polemiche, su un tema così delicato. Ma non demorde: «So che alcuni si sono dichiarati contrari alla ima proposta, so che altri hanno fatto notare che ciclicamente ci sono sempre stati in Italia provvedimenti di questo tipo. Ma penso che si possa trovare qualche forma di condono in occasione dell'anno Duemila, credo che si possa applicare ad alcuni reati e non ad altri». Meno lustrini, meno debito, meno carcere, fa l'elenco il cardinale di Milano. Che nelle 63 pagine della lettera pastorale dal titolo «Ritorno al Padre di tutti», invita alla riflessione - «Un aiuto al pellegrinaggio», dice - sull'essenza di Dio padre ma anche madre. «Il rifiuto del Padre ha generato un'epoca che ha ispirato le grandi rivoluzioni e prodotto ideologie massificatrici e regimi polizieschi», scrive nella sua lettera. Il cardinale Martini ha voluto anche illustrare il ciclo di discussioni che si terranno a novembre, sul rapporto tra fede e scienza, aperte a credenti e non, a uomini di fede e a uomini di scienza. «Non saranno affrontati problemi morali», precisa il cardinale Martini, sviando domande sul concepimento assistito, sull'eutanasia e sulla clonazione. «Ci sono delicatissimi campi aperti dalla sperimentazione bioetica. Non ci debbono essere limiti alla ricerca, i limiti devono essere posti all'applicazione tecnologica delle scoperte, specialmente sulle persone», aggiunge il cardinale di Milano. Prima di toccare quello che sarà il cuore del confronto: «Gli orizzonti della scienza sono sconfinati, ma proprio nel non aver limiti, la scienza rimane senza risposta ad alcune domande fondamentali. Come quella sull'origine dell'Universo». Fabio Poletti T - ' ~"»MPA alcuni reati » bileo enza» 8 iìÀ

Persone citate: Carlo Maria Martini, Maria Martini

Luoghi citati: Italia, Milano