Visco insiste: pagheremo meno tasse di Raffaello Masci

 Visco insiste: pagheremo meno tasse Visco insiste: pagheremo meno tasse «In tasca agli italiani rientrano3000 miliardi» ROMA. Insomma: pagheremo meno tasse o è tutta una manfrina? La disputa sull'addizionale Irpef si riduce in sostanza a questo interrogativo che turba i sonni degli italiani. Tutti ricordiamo le promesse di Prodi e di Visco di abbassare la pressione fiscale, anzi la conferma che nel '98 si stanno pagando meno tasse rispetto all'anno precedente. Ma ora, questo impiccio dell'addizionale Irpef sta seminando confusione. Il ministro Vincenzo Visco, intervistato dal Tg3, ha nuovamente spiegato che lo 0,5% di Irpef, non pagato con il normale prelievo mese per mese, sarà cumulato in un unico esborso con la busta paga di dicembre, come previsto, e che non si tratta di alcun prelievo aggiuntivo. E invece la restituzione dell'eurotassa, a cui molti non credevano, non è un mero placebo, ma un introito di quasi 3000 miliardi che andrà a sostenere i consumi e i risparmi. Ma che succederà dall'anno prossimo quando i Comuni po¬ tranno istituire una addizionale vera - cioè realmente aggiuntiva all'Irpef che già paghiamo - pari allo 0,5% in tre anni? Il ministro Visco ha confermato che sono stati i Comuni ad aver chiesto e ottenuto una loro autonomia impositiva in una prospettiva di «federalismo fiscale». «Non vogliono imporre un aggravio dell'Irpef? - ha detto in sintesi Visco -. Non lo facciano e pensmo a risparmiare. D'altronde anche i Comuni, come lo Stato, devono farsi carico del peso del debito pubblico e imparare a stare nelle spese». A questo punto nel dibattito entra il ministro della Funzione pubblica Franco Bassanini, padre dell'autonomia degli enti locali. «Il trasferimento delle funzioni statali a Regioni e enti locali - dice in una nota - non comporterà alcun aumento della pressione fiscale: lo Stato cancellerà alcune spese nel suo bilancio e trasferirà le relative risorse a Regioni, Province e Comuni». E dunque - è il senso del¬ la dichiarazione di Bassanini non è lo Stato a imporre nuove tasse ma, semmai, saranno i Comuni stessi a farlo: i cittadini se la prendano dunque con i propri sindaci. Ma Enzo Bianco, presidente dell'Anci, è stato quantomai ras¬ sicurante, e ha ribadito quanto aveva già detto alla «Stampa»: «Noi non vogliamo essere titolari di una nuova imposizione fiscale, ma semplicemente chiediamo di poter incassare direttamente mia quota dell'Irpef che già i cittadini pagano». «Ma siete stati voi Comuni ad aver chiesto una quota aggiuntiva di cui poter disporre - ricorda all'Anci il sottosegretario all'Interno Adriana Vigneri -. Ora, se questa potestà non vi è più gradita si può tranquillamente sopprimere». E la riunione della Conferenza Stato-Città di domani dovrebbe servire proprio a chiarire questo punto e, forse, a sopprimere definitivamente la potestà dei Comuni a imporre mia addizionale Irpef. Certo è che questa disputa inattesa ha spento la sfavillante luce di cui Visco ha brillato nell'annunciare - via Tgl - che a Natale sarebbero tornati indietro i soldi dell'eurotassa. E il presidente di An, Gianfranco Fini non ha mancato di farlo notare: «La figuraccia di Visco è indimenticabile». E il partito ha fatto seguire all'invettiva la proposta: «Chiederemo la restituzione integrale dell'eurotassa» ha comunicato il responsabile economico di An, Manlio Contento. Il Ccd intanto ha annunciato una mozione di sfiducia per Visco. Confindustria ha ribadito che il fisco italiano è il più esoso d'Europa e questo va a scapito di sviluppo e occupazione. Conicommercio rincara proponendo «un serio processo di abbattimento del carico fiscale sulle tariffe pubbliche» per diminuire l'impatto inflazionistico e i costi delle aziende. Il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, aveva suggerito di ridurre il carico fiscale, bollato come troppo elevato, per risolvere il problema occupazionale. Visco gli ha risposto: «Non è vero che la pressione fiscale in Italia sia così alta. Si sta riducendo sia per le imprese che per le famiglie in misura non trascurabile. Dopo di che non bisogna dimenticare che, rispetto agli altri Paesi, noi dobbiamo farci carico di un debito pubblico doppio e, pur avendo ridotto i tassi di interesse, questo pesa e limita la disponibilità di risorse». Raffaello Masci m II ministro delle Finanze Vincenzo Visco

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