I «dipietristi»

I «dipietristi» I «dipietristi» «La destra vuole solo inquisire i giudici» ROMA. Rino Piscitello, coordinatore dei parlamentari che aderiscono al movimento di Di Pietro l'Italia dei valori, ha l'aria di chi se lo aspettava. «Ha visto? Il Polo ha già detto di no alla proposta uscita da quella riunione di ieri. Io lo avevo detto ai miei colleghi dell'Ulivo che sarebbero bastate 24 ore per dimostrare che la posizione del Polo era soltanto strumentale. Che, in realtà, non vogliono trattare...». Onorevole Piscitello, lei era uscito molto deluso dalla riunione dell'Ulivo. Adesso è soddisfatto? «In quella riunione si è tentato ancora una volta di fare, con responsabilità, l'impossibile. Si è tentato di discutere con chi non vuole discutere. Noi sulla proposta eravamo molto perplessi e lo abbiamo detto subito. Ma il ragionamento politico lo abbiamo condiviso: era quasi un modo di dire "vedo", come a poker. E abbiamo visto. Il Polo vuole a tutti i costi una commissione per consentire a imputati e condannati di mettere sotto inchiesta coloro che, facendo, il loro dovere, li hanno imputati e condannati. E' soltanto questo che gli interessa. Basta leggere quello che hanno detto e scritto Casini o Fini o Pera». Allora anche questo tentativo di apertura è fallito? «La proposta per noi è già caduta. Non ci sono più margini per nuove aperture. La verità è che il Polo sta oggettivamente lavorando a costruire la più palese violazione di un principio fondamentale della democrazia: la separazione tra politica e giustizia. Loro propongono che la politica indaghi sulla magistratura. Credo che adesso questo sia chiaro a tutti. Si può discutere, si può mediare, ma poi bisogna arrivare a un momento per decidere e questo momento è arrivato». E a questo punto? .«A questo punto c'è una sola strada: il 23 si voterà sulla richiesta di commissione d'inchiesta. Se si dovesse esprimere una maggioranza a favore - ma non voglio nemmeno pensare a una simile eventualità - ognuno si dovrà assumere le sue responsabilità e spiegare di fronte agli elettori le sue scelte. Se la commissione non passerà - e noi faremo di tutto perché non passi e perché l'Ulivo trovi una posizione solidale e responsabile - allora noi proporremo che in Parlamento si apra una sessione per affrontare i problemi della giustizia». E' la proposta Veltroni... «Noi dell'Italia dei valori vorremmo chiamarla "sessione Mani pulite". Il Parlamento deve fare sì che nel nostro Paese non si ripeta mai più quello che è successo con Tangentopoli. Deve approvare le norme anti-corruzione, il pacchetto Flick, una nuova legislazione sugli appalti e modificare il finanziamento pubblico dei partiti. Questo è il compito "Mani pulite" della politica, così come il compito "Mani pulite" della giustizia è quello di perseguire i reati commessi». Ma anche il senatore Antonio Di Pietro ha ipotizzato un condono... «Il condono non interviene sui processi, non li azzera. I processi si fanno e il condono interviene sulle pene. Ma la straordinaria forza della proposta di Di Pietro è quella di puntare su un pacchetto di norme anti-corruzione che mettano l'Italia al riparo da nuove Tangentopoli. Questa è l'unica solozione politica. Anzi, questa è la soluzione della politica che deve usare i suoi strumenti che sono le leggi. Non i colpi di spugna». [e. s.l

Persone citate: Antonio Di, Casini, Di Pietro, Flick, Pera, Piscitello, Rino Piscitello, Veltroni

Luoghi citati: Italia, Roma