Bertinotti: la svolta o si rompe di Cesare Martinetti

Bertinotti: la svolta o si rompe Il leader di Rifondazione arriva acclamato alla Festa dell'Unità. Poi battibecco con Mussi e alla fine anche qualche fischio Bertinotti: la svolta o si rompe «Mipreoccupa dove va Prodi, nonCossiga» BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO Comincia con un diluvio di applausi che superano anche ciucili del padrone eli casa, il pidiessino Fabio Mussi. Poi si prende un boi po' di l'ischi; finisce con battimani di circostanza. Fausto Bertinotti sbarca alla festa nazionale dell'Unità preceduto dai tain tam dell' imminente crisi di governo che lui non fa nulla per smorzare: «0 c'e la svolta, o è la rottura» E comincia alla grande, sotto il tendone dei dibattiti: «Di cosa hanno parlato oggi i lavoratori nelle fabbriche? Di tasse, di tasse, di come la restituzione dell'eurotassa nella tredicesima sarà annullata dall'addizionale Irpef. E com'erano i lavoratori oggi nelle fabbriche? Arrabbiati e per niente contenti di questo governo». Fabio Mussi, presidente dei deputati diessini e colonnello di D'Alema, storce il baffo, sa di doversi difendere in casa. Prima, parlando con i giornalisti, aveva definito la questione delle tasse «un incidente, una gaffe, una cosa che può succedere compensata da un'ottima riforma fiscale...». Questa spiegazione, Mussi, s'è ben guardato dal ripeterla davanti al pubblico straboccante della sala dibattiti dove il clima non era facile per il partitone padrone di casa. All'apparire di Mussi e Bertinotti il pubblico s'è diviso come in uno stadio: curva sud e curva nord. All'inizio decisamente più calorosa la curva dei bertinottiani: «Fausto, Fausto...» Alla fine tutte e due tiepidine. Deluse? Forse. L'uomo di D'Alema ha scelto di smorzare l'impatto della trovata di Bertinotti sulle tasse ed ha cercato di cucire in tutti i modi gli strappi con Rifondazione: «Tirare applausi in un'occasione così è facilissimo... Ma io voglio chiudere la serata avendo fatto un passo di avvicinamento con Bertinotti». Battimani freddini. «La crisi di governo di un anno fa - ha continuato Mussi - non fu per niente apprezzata dal popolo di sinistra che vuole che questa governo l'accia meglio, faccia di più. Ma non che vada a casa. Abbiamo lavorato insieme in spirito di fraternità. Abbiamo fatto una cosa enorme, il risanamento dei conti pubblici italiani. Abbiamo portato la lira nell'Euro senza massacro sociale. Vogliamo continuare?». Il fatto è che Bertinotti ha detto chiaro e tondo: ci vuole una svolta, altrimenti si «cronicizza il disagio sociale». E' vero, ha detto il leader di Rifondazione, si è entrati nell'Euro, ma non si è fatto un solo passo in avanti per l'occupazione. Ecco la «scolta» che vuole Rifondazione secondo il verbo di Bertinotti: «Ci vuole perché finora il governo ha fatto una politica moderata ed è per questo che teme di più le proposte di Rifondazione che non quelle della destra». Il popolo della Festa s'è fatto a questo punto incerto, applausi e fischietti si sono smorzati, la domanda che volteggiava nell'aria era: ina questo governo ha fatto una politica di destra o di sinistra? Il silenzio s'è rotto soltanto per una battuta contro Mussi arrivata dal pubblico al quale il diessino ha risposto alzando la voce: «Abito in una casa popolare di cui finisco di pagare il mutuo nel 2006 e ho preso per tutta la vita uno stipendio da metalmec- canico...». Ma il governo ha fatto una po¬ litica di destra o di sinistra? Mussi: «Ridurre i tassi di interesse è stata la cosa più di sinistra che si potesse fare. L'idea che tutto ciò che il governo ha fatto finora è stato di destra e ora cominciamo a fare le cose di sinistra è una caricatura». E Bertinotti? «Quello che ab¬ biamo fatto era necessario, ma non tutto ciò che è necessario è di smistra. E' una politica che ci ha salvato da soluzione tipo Thatcher. Ha colpito la rendita, ma i profitti sono cresciuti, i salari no. Quindi non abbiamo fatto una politica di sinistra...». Per Bertinotti va bocciato il «patto sociale» di Ciampi, per contenuti e impostazione ideologica. Anche i socialdemocratici tedeschi, dice Bertinotti, la pensano così: «Ci vogliono politiche sociali contro la disoccupazione con parametri da rispettare come quelli di Maastricht. Non più flessibilità: ce n'è già troppa». Ma si può fare un nuova politica se c'è la crisi di governo che Bertinotti minaccia? «E' vero ha risposto Mussi -. Il più resta da fare: ma si lavora insieme o si va divisi? Su molte cose possiamo ritrovare l'unità e andare avanti. Spero che non ci sia la crisi, lavoriamo per difendere il centro sinistra e questo governo». E Bertinotti: «La soluzione è possibile... se c'è la svolta». Cesare Martinetti «Ci vogliono politiche anti disoccupazione con parametri come quelli di Maastricht. Basta flessibilità: ce n'è già troppa» Il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti M Fabio Mussi capogruppo dei Democratici di sinistra a Montecitorio

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